La base di partenza rimane quella di trasformare 25mila posti in organico di diritto, ma poi c’è stata la frenata del Ministro dell’Economia Padoan. Oggi la Ministra Fedeli è tornata alla carica: dobbiamo trovare un punto di incontro. Intanto il personale ha perso la pazienza e si è rivolto al giudice del lavoro: solo nell’ultimo mese, Anief ha portato a casa oltre 500 sentenze favorevoli ai lavoratori, anche di ruolo, a cui lo Stato ha negato l’assunzione, oppure l’ha ritardata oltre modo, o ancora privandoli di quegli scatti di anzianità che invece la Corte di Cassazione ha ribadito di recente che vanno applicati indistintamente.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): gli ultimi due governi hanno voluto far credere che il precariato scolastico è un fenomeno in via di cancellazione, ma non è affatto così perché l’unica soluzione che andrebbe adottata continua a essere elusa: trasformare in organico di diritto tutti i 100mila posti oggi assegnati fino al 30 giugno, metà dei quali di sostegno, e procedere con un conseguente piano di assunzioni. Tutti gli altri tentativi rappresentano dei palliativi. Il punto non è ricavare 10mila, 20mila o 25mila nuovi posti. Ma adottare una nuova filosofia: a un posto libero deve corrispondere un docente titolare o da assumere.
Il giovane sindacato ricorda che sono ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati, per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo, anche durante il periodo di precariato, per ottenere le mensilità di luglio e agosto in tutti quei casi in cui ai docenti si assegna una supplenza annuale fino al 30 giugno dell’anno successivo, anziché sino al 31 agosto, pur in presenza di posti liberi.
A 40 giorni dalla fine delle lezioni scolastiche, con gli organici dei docenti del nuovo anno in via di definizione, continua a tenere banco la quantità di posti utili per le nuove assunzioni oltre al naturale turn over: ad ammettere l’incertezza è stata la titolare del Miur, Valeria Fedeli, che intervenendo a Palermo a un incontro sulle donne, ha detto che “c’è una responsabilità di tutto il Governo, mia come quella del ministro Padoan, in cui dobbiamo trovare un punto di incontro. E io sono certa che lo troviamo. Ma lo troviamo perché c’è da parte di tutti una responsabilità. Tutti insieme dobbiamo sapere di andare avanti di superare il precariato in tutti gli ambiti della scuola”.
“Il discorso – commenta oggi Orizzonte Scuola - è sempre legato ai numeri per le cattedre di organico di fatto da trasformare in organico di diritto. Si era detto 25.000, poi la frenata del Ministro dell’Economia Padoan”. Ma “al momento non è pervenuta la risposta del Ministro Padoan, per cui non sappiamo se la mediazione è una prospettiva condivisa o meno. Intanto le domande di mobilità per il personale docente dovranno essere presentate entro il 6 maggio (all’oscuro sui posti disponibili) e le commissioni sono al lavoro per completare – ma non mancano i pasticci – le graduatorie del concorso”.
Considerando anche il deludente esito delle leggi delega della L. 107/2015, con l’introduzione delle inutili graduatorie Grame e le prospettive poco rassicuranti per i tanti precari inseriti nelle graduatorie d’istituto, per non parlare dei docenti sempre meno titolari di cattedra e dei ritardi del concorso per dirigenti scolastici che porteranno alla reggenza di quasi 2mila scuole, il quadro che si sta delineando per il prossimo anno scolastico è davvero grigio.
“Gli ultimi due governi hanno voluto far credere che il precariato scolastico è un fenomeno in via di cancellazione, ma non è affatto così – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – perché l’unica soluzione che andrebbe adottata continua a essere elusa: occorre trasformare in organico di diritto tutti i 100mila posti oggi assegnati fino al 30 giugno, metà dei quali di sostegno, e procedere con un conseguente piano di assunzioni. Tutti gli altri tentativi rappresentano dei palliativi che, come tali, sono destinati a fallire prima ancora di essere attuati”.
“Pertanto – continua Pacifico - il punto non è ricavare 10mila, 20mila o 25mila nuovi posti. Ma adottare una nuova filosofia: a un posto libero deve corrispondere un docente titolare o da assumere. Punto. Mettendo da parte, una volta per tutte, la logica del ‘bilancino’ adottata dal Mef. Perché se la scuola viene prima di tutto, questo ci dicono i nostri governanti, le risorse si trovano. Almeno, nei Paesi moderni funziona così. Anche perché, nel frattempo, l’Unione Europea non sta a guardare, ma ha già più volte bacchettato l’Italia, ricordando che non è lecito reiterare le supplenze oltre i 36 mesi, come indicato più volte a partire dalla direttiva n. 70 del 1999”.
Sempre più insegnanti hanno quindi deciso di non attendere passivamente e sono passati al contrattacco, rivolgendosi al giudice del lavoro: solo nell’ultimo mese, Anief ha portato a casa oltre 500 sentenze favorevoli che hanno prodotto più di 4 milioni di euro di risarcimenti a favore dei lavoratori, anche di ruolo, a cui lo Stato ha negato l’assunzione, oppure l’ha ritardata oltre modo, o ancora privandoli di quegli scatti di anzianità che invece la Corte di Cassazione ha ribadito di recente che vanno applicati anche a tutto il personale.
Anief ricorda che sono ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati (coloro che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio), per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo, anche durante il periodo di precariato (come confermato dalla Cassazione già nel 2015), per ottenere le mensilità di luglio e agosto in tutti quei casi (purtroppo tanti) in cui ai docenti si assegna una supplenza annuale fino al 30 giugno dell’anno successivo, anziché sino al 31 agosto, pur in presenza di posti a tutti gli effetti vacanti e privi di titolare. Sempre più tribunali, del resto, continuano a dare ragione alla linea del giovane sindacato nazionale.
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