La Festa dell’Europa è l’occasione per organizzare attività che avvicinano l’Europa ai suoi cittadini e i popoli dell’Unione fra loro. In alcune città italiane sono stati programmati degli eventi: iniziative condivisibili, perché l’Italia è a tutti gli effetti uno dei Paesi cardine dell’Europa. Solo che nei confronti di molti suoi cittadini lavoratori i nostri governanti continuano a mantenere un atteggiamento vessatorio, poiché non agiscono per tutelarne il benessere e la crescita: si continua ad aggirare la regola del divieto dell’utilizzo dei contratti a termine per la copertura dei servizi pubblici. Eppure, si tratta di una tutela riconosciuta dalla CEDU e da Direttive della stessa UE, a salvaguardia dello sviluppo di quel bene che è patrimonio dell’uomo sociale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): tanti lavoratori, pure di ruolo, hanno deciso di ribellarsi a questa modalità. E hanno fatto bene: perché si contano oramai migliaia di domande risarcitorie riconosciute dai giudici nazionali. Con l’amministrazione scolastica condannata a risarcire ogni dipendente con decine di migliaia di euro. È un atto ormai assodato anche l’assegnazione degli scatti di anzianità ai precari, come ribadito dalla Cassazione il mese scorso. Anche il concetto di risarcimento è diventato un totem: solo che la Corte Costituzionale lo ha ‘ingabbiato’ tra le due e le dodici mensilità. Ma è un limite che potrebbe cadere, perché il tribunale di Trapani ha sollevato una pregiudiziale chiedendo apposito parere della Corte di Lussemburgo.
Anief prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire gli aumenti di stipendio e gli arretrati, sia per chi è precario sia per chi è già di ruolo con periodi di supplenza. Nel frattempo, il sindacato, dopo la discussione della petizione presso il Parlamento Europeo e la presentazione del reclamo al consiglio d’Europa, si sta rivolgendo alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo, per consentire la stabilizzazione di tutto il personale docente e Ata scolastico. È ancora possibilericorrere con Anief, sia per la stabilizzazione, sia per il riconoscimento degli scatti automatici di anzianità anche per i periodi di precariato, le ferie estive e tutti i diritti negati.
Oggi, 9 maggio, si celebra la Festa dell’Europa: il 9 maggio 1950, infatti, il ministro francese degli esteri Robert Schuman presentava la proposta di creare un’Europa organizzata, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati. Nota come “dichiarazione Schuman”, la proposta è considerata l’atto di nascita dell’Unione europea. La Festa dell’Europa è l’occasione per organizzare attività che avvicinano l’Europa ai suoi cittadini e i popoli dell’Unione fra loro. In alcune città italiane sono stati programmati degli eventi, proprio per celebrare la ricorrenza.
Si tratta di iniziative condivisibili, perché l’Italia è a tutti gli effetti uno dei Paesi cardine dell’Europa. Solo che nei confronti di molti suoi cittadini lavoratori i nostri governanti continuano a mantenere un atteggiamento vessatorio, poiché non agiscono per tutelarne il benessere e la crescita: in particolare, si continua ad aggirare la regola del divieto dell’utilizzo dei contratti a termine per la copertura dei servizi pubblici. Eppure, si tratta di una tutela riconosciuta dalla CEDU e da diverse Direttive della stessa Unione Europea, a salvaguardia dello sviluppo di quel bene che è patrimonio dell’uomo sociale. Perché il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore dovrebbe essere sempre improntato ai principi di lealtà, affidamento e parità di trattamento tra personale precario e di ruolo: un concetto-base che il sindacato professa dal 2008.
È significativo che l’UE abbia previsto delle sanzioni, preventive e dissuasive, per arginare l’abuso di precariato. La realtà rimane però quella di un’Italia dove rimangono in vita 300mila precari della pubblica amministrazione, di cui la metà nella scuola. Il comportamento illecito nei loro confronti va anche oltre la stabilizzazione. Basti pensare all’annullamento, nell’ultimo decennio, di alcune clausole contrattuali, delle regole stesse a fondamento di tale rapporto su blocco salariale e contrattuale, oltre che alla mancata indicizzazione degli stipendi all’inflazione, non adottando l’indennità di vacanza contrattuale, alle sanzioni disciplinari inasprite o alle modifiche unidirezionali dell’orario di lavoro. Oppure, alle tanti violazioni o interventi unilaterali introdotti da leggi in deroga alle norme pattizie e a insaputa dei lavoratori. Il datore di lavoro, che in questo caso è lo Stato, ha di fatto abusato dei decreti d’urgenza per violare le regole.
“Tanti lavoratori, pure di ruolo, hanno deciso di ribellarsi a questa modalità – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -. E hanno fatto bene: perché si contano oramai migliaia di domande risarcitorie riconosciute dai giudici nazionali. Con l’amministrazione scolastica condannata a risarcire ogni dipendente con decine di migliaia di euro. È un atto ormai assodato anche l’assegnazione degli scatti di anzianità ai precari, come ribadito dalla Cassazione il mese scorso. Anche il concetto di risarcimento è diventato un totem: solo che la Corte Costituzionale lo ha “ingabbiato” tra le due e le dodici mensilità. Ma è un limite che potrebbe cadere, perché il tribunale di Trapani ha sollevato una pregiudiziale chiedendo apposito parere della Corte di Giustizia Europea: così – conclude Pacifico – ancora una volta la strada del diritto e della giustizia potrebbe arrivare da Lussemburgo anziché dal nostro Parlamento”.
Anief prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire gli aumenti di stipendio e gli arretrati, sia per chi è precario sia per chi è già di ruolo ma ha svolto periodi di supplenza. Nel frattempo, il sindacato, dopo la discussione della petizione presso il Parlamento Europeo e la presentazione del reclamo al consiglio d’Europa, si sta rivolgendo alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo, per consentire la stabilizzazione di tutto il personale docente e Ata scolastico.
Per ulteriori informazioni e aderire gratuitamente ai ricorsi Anief, clicca qui.
Per approfondimenti:
Precari, non è bastata la Buona Scuola: è record, 3 su 4 della PA sono docenti e Ata
Graduatorie precari sbagliate e da rifare: la linea del Miur frana davanti ai giudici
Miur avanti tutta sulle leggi delega della “Buona Scuola”, ma senza modifiche l’autogol è sicuro
Buona Scuola, CdM approva 8 decreti attuativi: per Anief è l’inizio di un percorso da completare
Precari storici non assunti, il Tribunale di Roma risarcisce tre insegnanti con 100mila euro