Sarebbe illogico e irragionevole dopo la firma del contratto che ha abolito per il 2016/17 ogni vincolo alla mobilità provinciale e interprovinciale non derogare all’attuale blocco per la mobilità straordinaria annuale legata a effettive esigenze familiari. Il sindacato ha conferito già ai suoi legali di valutare le opportune azioni giudiziarie, al fine di tutelare il personale docente e Ata ingabbiato in province e regioni lontano dagli affetti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): aver immesso in ruolo decine di migliaia di persone dopo averle obbligate a indicare scuole lontanissime è stato un errore palese, che il Governo ha pagato a caro prezzo, inimicandosi tutto il mondo della scuola. Anche per la contemporanea approvazione di norme sbagliate, come l’introduzione della chiamata diretta e del merito professionale. Lo scorso anno fu trovato, saggiamente, un compromesso, introducendo una deroga alla legge, proprio per sanare gli errori strategici del Miur, cui hanno fatto seguito pure gli errori dell’algoritmo ministeriale. Oggi quel compromesso va confermato, perché le condizioni di titolarità del personale sono rimaste nella maggior parte dei casi immutate.
Dal Governo e dai vertici del Ministero dell’Istruzione continuano ad arrivare segnali di volontà nel reintrodurre il blocco triennale delle assegnazioni provvisorie nei confronti dei docenti e del personale Ata assunti negli ultimi anni. In particolare, si vuole negare il sacrosanto diritto ad avvicinarsi a casa, anche in presenza di esigenze familiari, pure in tutti quei casi di assunzioni spostate a centinaia di chilometri pur in presenza di posti nella propria provincia o in siti scolastici collocati geograficamente più vicini.
Secondo l’Anief sarebbe illogico e irragionevole soprattutto dopo la firma del contratto collettivo nazionale che ha abolito per il 2016/17 ogni vincolo alla mobilità provinciale e interprovinciale non derogareall’attuale bloccoper la mobilità straordinaria annuale legata a effettive esigenze familiari. Il sindacato ha conferito già ai suoi legali di valutare le opportune azioni giudiziarie, al fine di tutelare il personale docente e personale Ata ingabbiato in province e regioni lontano dagli affetti.
Il giovane sindacato ricorda che lo scorso anno, a metà giugno, dopo un lungo “tira e molla”, nell’accordo sottoscritto sulle utilizzazioni e sulle assegnazioni provvisorie furono inclusi anche i neoassunti del personale docente, educativo e Ata: in questo modo, la collocazione annuale dei lavoratorinon si è attuata sui famigerati ambiti territoriali,introdotti dalla Legge 107/2015 e come avrebbe voluto il Ministero dell’Istruzione, ma con le procedure classiche, quindi direttamente su scuola, distretti o province. Il giovane sindacato ritiene che quella soluzione va replicata, perché tantissimi insegnanti e Ata sono rimasti nelle stesse condizioni.
“Aver immesso in ruolo decine di migliaia di persone, dopo averle obbligate a indicare scuole lontanissime è stato un errore palese, che il Governo ha pagato a caro prezzo – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - inimicandosi praticamente tutto il mondo della scuola. Anche per la contemporanea approvazione di norme sbagliate, come l’introduzione della chiamata diretta e del merito professionale, sempre più rivolto a pochi dipendenti e dimenticando intere categorie come lo stesso personale Ata e gli educatori”.
“Lo scorso anno fu trovato, saggiamente, un compromesso, introducendo una deroga alla legge, proprio per sanare gli errori strategici del Miur, cui hanno fatto seguito pure gli errori dell’algoritmo ministeriale. Oggi quel compromesso va confermato, perché le condizioni di titolarità del personale sono rimaste nella maggior parte dei casi immutate. In caso contrario, il nostro sindacato ha già predisposto le azioni giudiziarie da attuare. Perché non derogare all’attuale blocco per la mobilità straordinaria annuale legata a effettive esigenze familiari, si tradurrebbe in clamoroso autogol dell’amministrazione. Con i giudici che – conclude il sindacalista Anief-Cisal – saranno così inevitabilmente chiamati ancora una volta a rimettere le cose a posto”.
Per approfondimenti:
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