Il dato è contenuto nell’ultima Circolare ministeriale n. 21315/17, a seguito dell’approvazione della Legge di Stabilità 2017 e del suo correttivo nonché della riforma della ‘Buona Scuola’: saranno disposte appena ulteriori 3.600 assunzioni a tempo indeterminato su sostegno, pari al 9% dei posti assegnati annualmente ai supplenti, mantenuti in deroga per colpa del legislatore che ferma al 63% i posti in organico di diritto (Legge 111/11, Legge 128/13, d.lgs. 66/17). La denuncia dell’Anief: la mancata continuità didattica non è dovuta ai passaggi di ruolo e alle assegnazioni provvisorie, ma alla supplentite che nega il diritto allo studio ai 224.509 alunni con disabilità censiti dal Miur per l’anno scolastico in corso di svolgimento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se un posto è in deroga per diversi anni, può considerarsi ancora in deroga o dovrebbe essere considerato ormai utile per la stabilizzazione? E se ogni anno le certificazioni di disabilità aumentano di 6-8 mila unità, perché si agisce quasi pensando che possa essere colpa dei medici, delle famiglie o degli studenti? È forse questo il motivo per cui nel Piano Educativo Individualizzato, previsto dalla legge delega 66 alla L.107/15, d’ora in poi le valutazioni diagnostico-funzionali dei nostri alunni con disabilità dovranno tenere conto di nuovi criteri previsti dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute adottata dall’Oms? Nel frattempo, denunceremo anche questo abuso dei contratti a termine come fisiologico in tutte le sedi comunitarie competenti e garantiremo almeno la parità di trattamento del personale specializzato precario con quello di ruolo e i relativi risarcimenti. Perché purtroppo in Italia, cambiano i governi ma non la violazione sistematica della normativa comunitaria.
Non ci sono buone nuove sulla gestione delle cattedre di sostegno agli alunni disabili: nell’ultima Circolare ministeriale n. 21315/17 sugli organici del prossimo anno, a seguito dell’approvazione della Legge di Stabilità 2017 e del suo correttivo nonché della riforma della “Buona Scuola”, saranno disposte appena ulteriori 3.600 assunzioni a tempo indeterminato su sostegno, pari al 9% dei posti assegnati annualmente ai supplenti, mantenuti in deroga per colpa del legislatore che ferma al 63% i posti in organico di diritto (Legge 111/11, Legge 128/13, d.lgs. 66/17). È la conferma che la mancata continuità didattica degli alunni con limiti di apprendimento non è dovuta, come vorrebbero farci credere, ai passaggi di ruolo e alle assegnazioni provvisorie, ma alla supplentite eterna, che nega il diritto allo studio ai 224.509 alunni con disabilità censiti dal Miur per l’anno scolastico in corso di svolgimento. E che inoltre a settembre sono destinati numericamente a crescere. Come anche i ricorsi al giudice, con tanto di sentenze che condannano il Miur a risarcimenti cospicui nei confronti delle famiglie per via della mancata copertura delle ore indicate o della nomina ritardata del docente di sostegno.
La Circolare Miur 21315 contiene tutti quei “laccioli” normativi creati ad arte da più Governi per mantenere in vita un altissimo numero di cattedre rivolte a docenti specializzati nell’insegnamento agli alunni disabili: “l’organico di sostegno – si legge nella Nota inviata ai dirigenti scolastici il 15 maggio scorso - è stato ridefinito prendendo a riferimento il limite del D.L. 104/13 convertito con modificazioni dalla legge 128/13 e dei posti assegnati ulteriormente dalla Tabella 1 allegata alla legge 107/15 adeguando il medesimo per ciascuna regione anche tenendo conto del numero dei docenti specializzati vincitori del concorso indetto con D.D.G. del 23 febbraio 2016”.
In principio, era intervenuta la Legge 449/1997 (art. 40) che aveva previsto posti in deroga da assegnare con contratto a tempo determinato ai docenti della scuola per garantire il diritto allo studio degli studenti con disabilità. Proprio l’abuso di tale utilizzo da parte dello Stato dei contratti a termine, in luogo della stabilizzazione, aveva convinto il legislatore dapprima a legare l’assegnazione del docente alla certificazione (Legge 296/06), poi a bloccare i posti in deroga (Legge 244/2007, art. 2, cc. 413/414) e anche a fissare in linea generale un rapporto uno a due tra alunni con disabilità e insegnanti, con tanto di perequazione a livello regionale. Il blocco fu, però, dichiarato incostituzionale dopo le denunce anche dell’Anief, con la sentenza n. 80/2010. Ecco che, allora, con ulteriore intervento (Legge 111/11, art. 19, c. 7) si decise di bloccare gli organici ai livelli di quelli utilizzati nel 2010/2011, a eccezione dei posti in deroga, quando il numero degli alunni con disabilità iscritti nelle nostre scuole rappresentava già il 6,2% del totale degli iscritti, ovvero 159 mila unità.
Ma il numero delle certificazioni di alunni con sostegno così come il numero dei posti in deroga richiesti e assegnati anche dai Tribunali (v. le diverse sentenze ottenute con ricorsi gratuiti dai legali Anief) convinsero il Governo a programmare (Legge 128/2013, art. 15, c. 2) per l’a. s. 2016/2017 lo stesso numero di organico stabilizzato di quello complessivamente attivato dieci anni prima, quando un posto su due era affidato a un supplente. Peccato che nell’ultimo anno scolastico il numero degli alunni con disabilità iscritto sia salito a 224.509 unità, il 6,6% del totale, nonostante i posti su sostegno riservati al potenziamento di cui alla tabella 1, allegata alla Legge 107/2015. E ora, il conseguente decreto legislativo 66/2017 sulla promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità (art. 3, c. 1, lettera d) ricorda come il numero degli organici di sostegno debba essere invariato, rispetto ai posti in deroga attivati quest’anno quando a fronte dei 137.501 insegnanti chiamati su posti di sostegno soltanto 96.480 sono quelli assegnati a contratto a tempo indeterminato.
“In realtà – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - grazie forse ai finanziamenti stanziati nell’ultima Legge di Stabilità e nel decreto legge correttivo, sono stati autorizzati nell’ultima circolare sugli organici 3.600 posti, l’8,8% dei 41.021 censiti come in deroga. Ma se un posto è in deroga per diversi anni, può considerarsi ancora in deroga o dovrebbe essere considerato ormai utile per stabilizzazione? E se ogni anno le certificazioni di disabilità aumentano di 6/8 mila unità, perché si agisce quasi pensando che possa essere colpa dei medici, delle famiglie o degli studenti?”
“È forse questo il motivo – si chiede ancora Pacifico - per cui nel nuovo Piano Educativo Individualizzato, previsto sempre dalla legge delega 66 alla L.107/15 - articolo 5, comma 1, lettera b - d’ora in poi le valutazioni diagnostico-funzionali dei nostri alunni con disabilità dovranno tenere conto di nuovi criteri di cuialla Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute (ICF) adottata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità? Speriamo di no, perché se fossero queste le motivazioni per sottoporre nuovamente i nostri 225mila studenti a nuove visite mediche, saremo pronti a impugnarne i risultati nei tribunali. Perché il diritto allo studio non si baratta con le esigenze finanziarie, come più volte la Consulta ha ribadito”.
“Nel frattempo, denunceremo anche questo abuso dei contratti a termine come fisiologico in tutte le sedi comunitarie competenti e garantiremo almeno la parità di trattamento del personale specializzato precario con quello di ruolo e i relativi risarcimenti. Perché purtroppo in Italia cambiano i governi, ma non la violazione sistematica della normativa comunitaria. E la lesione in materia del diritto alla continuità didattica dei nostri alunni non si risolve lasciando al dirigente scolastico la facoltà di confermare per un triennio il contratto in essere al docente, ma con la decisione del Miur – conclude il sindacalista autonomo - di stabilizzare tutti i posti in deroga”.
La linea del sindacato è stata di recente portata dinanzi al Comitato Europeo dei Diritti Sociali che agisce in nome e per conto del Segretario Generale del Consiglio d’Europa, che ha recepito le osservazioni e pubblicato poche settimane fa la presa in carico del reclamo collettivo Anief n.146/2017 sull’abuso di precariato scolastico italiano: oltre alla mancata applicazione della sentenza Mascolo del 2014, l’organismo Ue ha ritenuto pertinente il fatto che il Governo italiano abbia negli anni letteralmente nascosto decine di migliaia di cattedre su posti vacanti e disponibili, trasformandole in ‘organico di fatto’ fino al termine delle attività didattiche (30 giugno), per impedire la realizzazione del piano di stabilizzazione del precariato scolastico ‘storico’ che lo stesso Governo aveva costruito.
A pretendere spiegazioni è stata pure la Commissione per le Petizioni del Parlamento Ue, al termine del confronto svolto in primavera presso l’European Parliament, sulla mancata adozione della Direttiva Ue 1999/70/CE sulla stabilizzazione del personale con 36 mesi di servizio: dopo l’estate le autorità italiane e i componenti della rappresentanza permanente dovranno presentarsi in adunanza plenaria per fornire ragguagli. Sempre l’Anief, infine,si sta rivolgendo allaCedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo, per consentire la stabilizzazione di tutto il personale docente e Ata.
Anief ricorda che sono ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati (coloro che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio), per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo, anche durante il periodo di precariato (come confermato dalla Cassazione già nel 2015), per ottenere le mensilità di luglio e agosto che proprio ai docenti di sostegno con supplenza annuale continuano a essere negati, pur trattandosi di posti vacanti e disponibili. Sempre più tribunali, del resto, continuano a dare ragione alla linea del giovane sindacato e alla sua continua battaglia a favore dei precari.
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