Un tris di vittorie piene in tribunale registrate dall'Anief nei tribunali italiani di primo e secondo grado: riconosciuto il diritto alle progressioni stipendiali per i docenti precari. Ancora possibile preaderire ai ricorsi gratuiti promossi dall'Anief.
Con tre nuove sentenze ottenute dall’ANIEF presso i Tribunali del Lavoro di Reggio Calabria e Taranto e presso la Corte d'Appello di Catanzaro, il Ministero dell’Istruzione è stato nuovamente condannato per discriminazione e violazione di norme comunitarie per non aver mai riconosciuto ai docenti precari il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli – che con la solita professionalità hanno saputo coordinare i nostri legali sul territorio patrocinando i diritti dei nostri iscritti – dimostrano in tribunale l’illecita discriminazione posta in essere da sempre dal Miur nei confronti dei dipendenti precari. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le sentenze ottenute dai nostri legali parlano chiaro e hanno confermato quanto già rilevato dalla Corte di Cassazione riguardo la completa assenza di ragioni oggettive nella discriminazione posta in essere dal Miur nei confronti dei precari. Ancora una volta abbiamo dimostrato che sussiste il diritto dei lavoratori a termine alla progressione professionale retributiva che il Miur deve corrispondere negli stessi termini previsti per il personale di ruolo. Ancora possibile preaderire ai ricorsi promossi gratuitamente dall'Anief.
Il Ministero dell’Istruzione, che ormai da anni reitera un’illecita quanto odiosa discriminazione a discapito di tutti i precari della scuola, docenti e ATA, cui non riconosce i medesimi diritti economici e stipendiali rispetto al personale di ruolo, si è nuovamente scontrato con le ragioni patrocinate dai legali Anief e ha nuovamente avuto torto. A confermare che “non possono esservi dubbi sul fatto che l’Ordinamento comunitario prescrive come regola la parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato come in quello pubblico”, stavolta sono stati i Tribunali del Lavoro di Reggio Calabria (Avv.ti Antonio Cardile e Giuseppe Micali) e Taranto (Avv. Massimo Menenti) a confermare le tesi del nostro sindacato condannando il Miur, come riporta la sentenza del Tribunale pugliese, anche alla corresponsione di 5 mensilità di risarcimento per illecita reiterazione di contratti a termine. La Corte d'Appello di Catanzaro, inoltre, dà piena ragione al nostro legale, Avv. Pietro Rosano, confermando la sentenza di primo grado già favorevole al ricorrente e respingendo in toto l'appello proposto dall'Amministrazione.
L’ANIEF, unico sindacato che da sempre è schierato al fianco di tutti i lavoratori della scuola, ha ottenuto di nuovo giustizia in favore dei precari costringendo l’Amministrazione al pieno rispetto del loro lavoro e della loro indiscussa professionalità. “Le sentenze ottenute dai nostri legali parlano chiaro – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - e hanno confermato quanto già rilevato dalla Corte di Cassazione riguardo la completa assenza di ragioni oggettive nella discriminazione posta in essere dal Miur nei confronti dei precari. Ancora una volta abbiamo dimostrato che sussiste il diritto dei lavoratori a termine alla progressione professionale retributiva che il Miur deve corrispondere negli stessi termini previsti per il personale di ruolo”.
Per ulteriori informazioni sui ricorsi ANIEF e agire in tribunale per ottenere le medesime progressioni stipendiali dei lavoratori a tempo indeterminato, clicca qui.