L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha stimato in poco più di 30mila dollari i compensi annui dei nostri insegnanti, rispetto alla media di 35.600 degli insegnanti con 15 anni di anzianità che operano nei Paesi aderenti. Ai docenti italiani si toglie una cifra considerevole che, guarda caso, è quanto chiede da tempo l’Anief al Governo. Eppure la loro preparazione aumenta.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non si capisce perché gli stipendi dei nostri docenti debbano essere tra i più bassi, visto che con l’ultima riforma in Italia l’accesso all’insegnamento è diventato ad appannaggio dei laureati. Inoltre, non è più ammissibile tenere ferma la busta paga di un maestro di scuola materna, anche per i primi otto anni dopo l’immissione in ruolo, a 1.200 euro al mese: diverse sentenze ci stanno dando ragione, imponendo al Miur di considerare, ai fini degli scatti di anzianità, pure il periodo di precariato. Purtroppo, quella dei supplenti della scuola privati dei diritti è una storia vecchia: basti pensare al fatto che ogni anno si fanno sottoscrivere dei contratti a tempo determinato sino al 30 giugno anche su posti vacanti. Sempre per assecondare la logica del risparmio, sulla pelle dei nostri docenti. Ecco perché stiamo lottando in tribunale.
Crescono l’interesse e la rilevanza dell’istruzione rivolta agli alunni under 6 anni: lo ha fatto sapere l’Ocse, attraverso il primo rapporto internazionale dedicato alla formazione prescolare, realizzata per fornire una base di statistiche e di politiche al fine di migliorare l’impatto di questi interventi sul lungo periodo. Parallelamente, aumenta anche il livello di preparazione richiesto ai maestri e agli educatori. Perché, in 27 dei 37 paesi che hanno partecipato alla rilevazione, per insegnare è necessaria una laurea universitaria o un titolo equivalente.
All’innalzamento del percorso formativo – fa notare Il Sole 24 Ore - non ha corrisposto però un adeguamento corrispondente degli stipendi che rimangono al di sotto del livello medio dei dipendenti con formazione terziaria: “in media – scrive ancora il quotidiano economico - il loro stipendio è pari solo al 74% di quello di un laureato dipendente a tempo pieno. L’Italia è al di sotto della media Ocse: poco più di 30.000 dollari rispetto a 35.600 come stipendio medio annuo per un insegnante con 15 anni di anzianità”. Quindi, ai docenti italiani si sottrae, in media, un ulteriore 14 per cento. Che guarda caso è quanto chiede da tempo l’Anief al Governo per allineare gli stipendi dei nostri insegnanti.
Tornando ai maestri della scuola dell’infanzia, la fotografia dell’Ocse sul nostro sistema scolastico fino a 6 anni non fa una piega. Perché non solo l’ultima riforma della scuola, anche dopo l’approvazione del decreto legislativo del 13 aprile 2017, n. 65 sulla “Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni”, porterà a frequentare la scuola dell’infanzia, nella migliore delle ipotesi, ad appena il 35 per cento dei bambini, ma nessuno sforzo è stato fatto sul fronte del personale docente: sugli organici, sulle assunzioni, come sulle loro buste paga destinate a rimanere spaventosamente basse.
“Non si comprende per quale motivo gli stipendi dei nostri docenti, a iniziare da quelli dalla scuola dell’infanzia, debbano essere tra i più bassi dell’area Ocse – sottolinea Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal –: non si capisce perché, visto che con l’ultima riforma in Italia l’accesso all’insegnamento è diventato a esclusivo appannaggio dei laureati. Inoltre, non è più ammissibile tenere ferma la busta paga di un docente di scuola materna, anche per i primi otto anni dopo l’immissione in ruolo, a 1.200 euro al mese: diverse sentenze ci stanno dando ragione, imponendo al Ministero di considerare, ai fini degli scatti di anzianità, anche tutto il periodo di precariato”.
“Purtroppo, quella dei supplenti della scuola privati dei diritti è una storia vecchia: basti pensare al fatto che ogni anno si fanno sottoscrivere dei contratti a tempo determinato sino al 30 giugno anche su posti, a ben vedere, vacanti e disponibili. Sempre per assecondare la logica del risparmio, sulla pelle dei nostri docenti”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.
Lo stesso rinnovo del contratto della scuola, per il quale martedì prossimo sono state convocate all’Aran le Confederazioni sindacali, non cambierà molto le cose, perché sono in arrivo appena 85 euro medi lordi. Che arriveranno solo nel 2018, quando si sfiorerà il decennio di contratto bloccato: “nel frattempo l’inflazione ha surclassato gli stipendi di chi opera nella scuola del 14 per cento – ricorda Pacifico – e per recuperare il disavanzo servirebbero 105 euro di indennità di vacanza contrattuale dal mese di settembre 2015, come ha deciso la Consulta. Più altrettanti di vero e proprio aumento. Sono 210 euro e pure netti, altro che 50 euro come vorrebbe il Governo”.
Anief ha messo a disposizione dei lavoratori i modelli di diffidaper il recupero totale degli arretrati, attraversolo sblocco dell’Indennità di vacanza contrattuale, da assegnare per legge. È una procedura che possono attuare siai dipendenti della Scuolache gli altri lavoratori della Pubblica Amministrazione.
Il giovane sindacato ricorda che è ancora possibile ricorrere per ottenere l'estensione dei contratti su posto vacante (dal 30 giugno al 31 agosto) e uno stipendio commisurato agli anni di servizio effettivamente svolti, anche con contratti a tempo determinato. Inoltre, è possibile ricorrere per farsi riconoscere gli scatti di anzianità indebitamente sottratti per tutto il periodo di precariato.
PER APPROFONDIMENTI:
QUANTO GUADAGNANO I DOCENTI IN ITALIA
In Italia, gli stipendi dei docenti della scuola pubblica non raggiungono i 30mila euro medi annui: basta dire che un docente d’infanzia e primaria neo-assunto prende 1.262,39. E lì rimarrà fermo per otto anni, qualora non avesse svolto supplenze. Ma sono tutti gli insegnanti italiani a ricevere un trattamento analogo a quello degli impiegati: stiamo attorno ai 1.400 euro, al massimo 1.500 euro, di media al mese. A ben vedere, non sono cifre molti diverse anche rispetto al comparo privato, visto che è quanto più o meno percepiscono i metalmeccanici. I quali, qualche mese fa, hanno portato a casaun contratto decisamente più vantaggioso rispetto all’accordo sottoscritto per il pubblico impiego a fine novembre e che ora si vuole tradurre in un contratto di categoria con incrementi medi di 85 euro lordi.
GLI STIPENDI ATTUALI DEI DOCENTI ITALIANI:
SCUOLADELL’INFANZIA E PRIMARIA |
SCUOLA SECONDARIA PRIMO GRADO |
SCUOLA SECONDARIA SECONDO GRADO |
|
FASCIA STIPENDIALE | anni 0-8 | anni 0-8 | anni 0-8 |
-Stipendio mensile -Tredicesima -Compenso annuo netto totale |
€ 1.262,39 € 1.020,85 € 16.169,53 |
€ 1.350,54 € 1.114,70 € 17.321,18 |
€ 1.350,54 € 1.114,70 € 17.321,18 |
FASCIA STIPENDIALE | anni 9-14 | anni 9-14 | anni 9-14 |
-Stipendio mensile -Tredicesima -Compenso annuo netto totale |
€ 1.366,97 € 1.132,19 € 17.535,83 |
€ 1.473,01 € 1.245,08 € 18.921,2 |
€ 1.503,62 € 1.277,67 € 19.321,11 |
FASCIA STIPENDIALE | anni 15-20 | anni 15-20 | anni 15-20 |
-Stipendio mensile -Tredicesima -Compenso annuo netto totale |
€ 1.482,40 € 1.230,37 € 19.019,17 |
€ 1.604,17 € 1.360,01 € 20.610,05 |
€ 1.643,04 € 1.401,39 € 21.117,87 |
FASCIA STIPENDIALE | anni 21-27 | anni 21-27 | anni 21-27 |
-Stipendio mensile -Tredicesima -Compenso annuo netto totale |
€ 1.571,90 € 1.325,65 € 20.188,45 |
€ 1.708,77 € 1.358,52 € 21.863,76 |
€ 1.786,37 € 1.324,06 € 22.760,5 |
FASCIA STIPENDIALE | anni 28-34 | anni 28-34 | anni 28-34 |
-Stipendio mensile -Tredicesima -Compenso annuo netto totale |
€ 1.693,96 € 1.343,48 € 21.671 |
€ 1.832,08 € 1.342,84 € 23.327,8 |
€ 1.895,74 € 1.411,75 € 24.160,63 |
FASCIA STIPENDIALE | anni 35 e oltre | anni 35 e oltre | anni 35 e oltre |
-Stipendio mensile -Tredicesima -Compenso annuo netto totale |
€ 1.759,43 € 1.276,25 € 22.389,41 |
€ 1.895,74 € 1.411,75 € 24.160,63 |
€ 1.960,31 € 1.481,65 € 25.005,37 |
Gli importi indicati sono al netto dei contributi, delle imposte e addizionali (mediamente pari al 2,4% dell’imponibile),considerando il conguaglio fiscale e previdenziale sulla base del compenso lordo annuo.
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