Posizioni dei giudici all’unisono presso le Corti di mezza Italia: da Catania a Milano, a favore di insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario, i legali del sindacato Anief hanno ottenuto pieno riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità, quindi degli arretrati, al risarcimento per la mancata assunzione oppure per essersi visti negati i pagamenti dei mesi estivi pur ricoprendo un posto vacante. Inoltre, i ricorrenti d’ora in poi si ritroveranno uno stipendio effettivamente commisurato all'anzianità di servizio maturata nel corso del tempo. In tutti i casi, i giudici hanno ravvisato nei loro confronti un vero e proprio sfruttamento, che stride con le indicazioni europee e transnazionali dettate proprio per prevenire l’abuso del precariato. È ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per ottenere le progressioni di carriera anche se precari.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il nostro sindacato è nato proprio per tutelare i diritti di tutti i lavoratori della scuola e i precari, in particolare, sono quelli che da sempre hanno subito e subiscono tuttora gravissime discriminazioni. Le nostre azioni legali stanno dimostrando che avevamo ragione e i tribunali di tutta Italia evidenziano come il Ministero abbia palesemente violato l’Accordo Quadro attuato con Direttiva 1999/70/CE sulla non discriminazione del lavoro precario. Siamo orgogliosi di aver patrocinato cause che stanno restituendo dignità ai docenti e al personale Ata precario.
È sempre più salato il conto che il Miur è obbligato a pagare per risarcire i precari della scuola, a cui continuano a essere negati diversi diritti: negli ultimi sessanta giorni, l’amministrazione scolastica è stata condannata in ben 110 sentenze, con una spesa risarcitoria complessiva che supere i 700mila euro. Da Catania a Milano, dai docenti al personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), i legali del sindacato Anief hanno ottenuto pieno riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità, quindi degli arretrati, al risarcimento per la mancata assunzione oppure per essersi visti negati i pagamenti dei mesi estivi pur ricoprendo un posto vacante. Inoltre, i ricorrenti d’ora in poi si ritroveranno uno stipendio effettivamente commisurato all'anzianità di servizio maturata nel corso del tempo. In tutti i casi, i giudici hanno ravvisato nei loro confronti un vero e proprio sfruttamento, che stride con le indicazioni europee e transnazionali dettate proprio per prevenire l’abuso del precariato.
Scorrendo il dettaglio delle vittorie in Tribunale, l’Anief si è imposto in Piemonte, dove ha ottenuto ragione per ben 70 lavoratori precari, tra cui molti assistenti amministrativi che percepivano uno stipendio ridotto per via della mancata considerazione dell’intero servizio svolto: solo nei tribunali piemontesi, il Ministero dell'Istruzione è stato condannato a 400mila euro di risarcimento per mancata corresponsione degli scatti di anzianità.
Anche le Corti d'Appello di Bari, Bologna e Milano hanno constatato che il riconoscimento del diritto alle progressioni stipendiali attribuito solo al personale di ruolo configuri un'evidente discriminazione. Verso la quale il giudice nazionale deve porre rimedio interpretando le norme regolamentari e pattizie interne conformemente ai dettami eurounitari. “Tenuto conto che il predetto contratto collettivo non esclude, all’art. 79, espressamente i docenti non di ruolo ed impiegati in virtù di contratti a tempo determinato dalla maturazione degli scatti retributivi di anzianità – si legge in una delle sentenze - esso va interpretato, in modo conforme alla clausola n. 4 dell’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70, nel senso che gli aumenti retributivi correlati alla maturazione dell’anzianità di servizio competono ancheai lavoratori della scuola assunti in virtù di contratti a tempo determinato”.
La Corte d'Appello di Milano, inoltre, constatando l'illegittimità della reiterazione di contratti a termine su posto vacante per oltre 36 mesi di servizio, ha condannato il Miur al pagamento di ulteriori 6 mensilità in favore del lavoratore. Anche presso i Tribunali del Lavoro di Catania, Catanzaro, Piacenza, Reggio Emilia e Tempio Pausania, il Miur ha dovuto soccombere, con una serie di condanne al pagamento delle progressioni di carriera per un totale di circa 100mila euro.
Stesso copione presso i Tribunali del Lavoro di Brescia, Roma e Vicenza, dove i giudici hanno spiegato che “le citate norme comunitarie, per come è stato chiarito dalla giurisprudenza comunitaria, vietano che il lavoratore a tempo determinato riceva un trattamento relativo all’anzianità di servizio meno favorevole del lavoratore a tempo indeterminato comparabile per il solo fatto di essere assunto con contratto a termine in quanto, diversamente opinando, si vanificherebbero gli obiettivi della direttiva 1999/70 e dell’accordo quadro (v. sent. 302-305/11 del 18.10.2012 Valenza + altri/AGCM)”. Ai precari ricorrenti è stato pertanto concesso il diritto al percepimento degli scatti di anzianità e, in aggiunta, anche alla corresponsione del risarcimento del danno per essere stati illecitamente e ripetutamente assunti con contratti a termine su posti vacanti e disponibili per più di 36 mesi di servizio. A carico del Miur è arrivata anche la condanna aggiuntiva al pagamento in favore dei ricorrenti a titolo di risarcimento del danno di “una somma che va dalle 4 alle 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, oltre la rivalutazione monetaria e interessi legali” per un totale che supera i 200mila euro di risarcimento.
“Il nostro sindacato – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – è nato proprio per tutelare i diritti di tutti i lavoratori della scuola e i precari, in particolare, sono quelli che da sempre hanno subito e subiscono tuttora gravissime discriminazioni. Le nostre azioni legali stanno dimostrando che avevamo ragione e i tribunali di tutta Italia evidenziano come il Ministero abbia palesemente violato l’Accordo Quadro attuato con Direttiva 1999/70/CE sulla non discriminazione del lavoro precario. Siamo orgogliosi di aver patrocinato cause che stanno restituendo dignità ai docenti e al personale ATA precario”.
Il giovane sindacato ricorda che è sempre possibile aderire ai ricorsi per ottenere ragione contro l’illegittima reiterazione di contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio e la corresponsione degli scatti di anzianità ai precari.
Anche i docenti già immessi in ruolo possono ricorrere per ottenere gli scatti di anzianità mai percepiti durante il precariatoe per ottenere la ricostruzione integrale e immediata della carriera computando per intero il servizio preruolo.
Per il personale Ata, inoltre, sono stati predisposti specifici ricorsi per tutelare i loro diritti sia per i precari che per gli immessi in ruolo, così come quello per la ricostruzione di carriera computando integralmente il periodo preruolo, il ricorso per il recupero della differenza retributiva per aver svolto funzioni DSGA, il recupero degli scatti preruolo e il ricorso contro latemporizzazione per i DSGA.
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