È record di adesioni per il mancato aggiornamento dei docenti inseriti in terza fascia che chiedono una provincia diversa per le prossime immissioni in ruolo e per le supplenze. Ma anche di ricorsi contro il mancato inserimento di quegli insegnanti precari che hanno un titolo di studio abilitate, già riconosciuto valido dal Consiglio di Stato nel 2015 e 2016, come i diplomati magistrale, anche a indirizzo linguistico, i docenti cancellati che hanno chiesto il reinserimento, i diplomati di Conservatorio e Accademia di Belle Arti, nonché gli Insegnanti Tecnico Pratici: il precedente non è da poco, perché a essere inseriti sono stati in tanti. Per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi, clicca qui.
Nel frattempo è caos per la gestione delle Graduatorie di Istituto, perché le amministrazioni scolastiche non riescono a gestire in pochi giorni l’alta mole di domande pervenute, peraltro sembra senza nemmeno avere sempre a disposizione i dati relativi a titoli e servizi presentati dagli stessi docenti tre anni fa. Mancano appena tre giorni alla scadenza per l’invio al Sidi: nuovo appello del giovane sindacato al Miur perché espliciti regole più definite e omogenee e rinvii la scadenza del 30 giugno.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’apertura agli abilitati era un’operazione necessaria e di buon senso. Anche perché va ricordato che in molte delle stesse GaE, come in quelle di Merito, derivanti dai concorsi a cattedra, non c’è più nessuno. Non è certo una novità, ma un dato di fatto venutosi a creare già da un paio d’anni. Sono da vera emergenza, a esempio, le graduatorie esaurite di Matematica alle scuole medie, di sostegno e di tante discipline tecniche. Ma una situazione analoga riguarda anche le nuove classi di concorso, come l’insegnamento di italiano agli alunni stranieri, che costituiscono quasi il 10 per cento degli iscritti, le quali, continuando a estromettere gli abilitati, continueranno a mantenere in vita il triste fenomeno della supplentite.
Gli aggiornamenti delle graduatorie dei docenti si stanno trasformando in una polveriera. Sia quelle a esaurimento, sia quelle d’Istituto. La “finestra” delle GeE poteva infatti essere un’occasione unica per dare finalmente stabilità al sistema, ospitando tutti gli abilitati degli ultimi anni; invece, il Miur ha mantenuto la linea dello sbarramento, costringendo il sindacato a presentare ricorso. Come volevasi immaginare, in pochi giorni hanno aderito in tantissimi: oltre 10mila insegnanti precari hanno deciso di impugnare l’esclusione.
Anche perché diversi pronunciamenti del Consiglio di Stato, in fase cautelare o di merito, hanno già riconosciuto il diritto dei ricorrenti avverso i decreti di scioglimento della riserva del 2015 e del 2016 di inserirsi nelle Graduatorie a Esaurimento: si tratta di docenti con ildiploma magistraleediploma magistrale a indirizzo linguistico(ex multisOrdinanza CdS n. 1458/2016),docenti cancellati che hanno chiesto il reinserimento(Ordinanza CdS n. 611/2017),diplomati di Conservatorio e Accademia di Belle Artie anche di Insegnanti Tecnico Pratici. Nel frattempo il Tar con la sentenza n. 1112/2017 ha chiarito come laIV fascia delle Graduatorie a Esaurimentocreata nel 2012 e disposta dalla legge n. 14/2012, doveva essere solo temporanea cosicché, dal 2014, la fascia aggiuntiva doveva essere unificata alla terza fascia già esistente.
Ma invece di accettare le indicazioni provenienti dai tribunali, l’amministrazione si è incaponita nel dare seguito alla legge delega della Buona Scuola n. 59sul nuovo sistema formativo e di reclutamento introdotto dalla Legge 107/15 che porterà in ruolo i nuovi assunti non prima del 2022. Essendovi già oggi circa 100mila posti vacanti, con un piano di assunzioni (da organico di fatto a quello di diritto) per la prossima estate di appena 16mila cattedre che non scalfirà la piaga dellasupplentite, inserire nelle GaE tutti gli abilitati sarebbe stata la soluzione più logica. Averlo negato significa ledere un diritto dei docenti che si sono formati nelle università per svolgere questa professione.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario organizzativo Cisal, “l’apertura agli abilitati era un’operazione necessaria e di buon senso. Anche perché va ricordato che in molte delle stesse Graduatorie a Esaurimento, come in quelle di Merito, derivanti dai concorsi a cattedra, non c’è più nessuno. Non è certo una novità, ma un dato di fatto venutosi a creare già da un paio d’anni. Sono da vera emergenza, a esempio, le graduatorie esaurite di Matematica alle scuole medie, di sostegno e di tante discipline tecniche. Ma una situazione analoga riguarda anche le nuove classi di concorso, come l’insegnamento di italiano aglialunni stranieri, che costituiscono quasi il 10 per cento degli iscritti, le quali, continuando a estromettere gli abilitati, continueranno a mantenere in vita il triste fenomeno della supplentite”.
Il giovane sindacato ricorda che il 60% del personale docente inserito in Graduatoria a Esaurimento non ha punteggi di servizio pur avendo lavorato con continuità negli ultimi anni. Eppure, la legge 21/2016 (art. 1, comma 10bis), nonostante i tre anni di inserimento nelle graduatorie valide per l’assunzione del 50% del personale rinvia l’aggiornamento della provincia e del punteggio al 2018/2019. Prima le Graduatorie Permanenti si aggiornavano sin dalla loro istituzione ogni anno (legge 124/99), poi ogni due (legge 143/2004), infine, trasformate in GaE, ogni tre (legge 106/2011) fino a quando il Parlamento ha deciso per un’irragionevole proroga al 2018/2019 contro una chiara sentenza della Consulta (n. 81/2011) e con la norma di cui l'Anief chiederà la remissione in Corte Costituzionale. Nel frattempo, diventa preoccupante la gestione delle Graduatorie di Istituto, perché come annunciato da tempo dall’Anief, le amministrazioni scolastiche non riescono a gestire in pochi giorni l’alta mole di domande pervenute, peraltro sembra senza nemmeno avere sempre a disposizione i dati relativi a titoli e servizi presentati dagli stessi docenti tre anni fa.
La giovane organizzazione sindacale ritiene che per le segreterie scolastiche, già oberate di impegni probanti, si tratti dell’ennesimo aggravio burocratico: verificare titoli, servizi e certificati nel volgere di pochissimi giorni è un’impresa impossibile ancora di più se pensiamo che tutto ciò si aggiunge agli ulteriori adempimenti legati allo svolgimento degli Esami di Stato, dei corsi di recupero estivi, alla complessa rendicontazione dei finanziamenti di vario tipo, e alla liquidazione dei compensi al personale scolastico per lo svolgimento delle attività aggiuntive. Diventa chiaro che si traduce in una operazione anche ad alto rischio di errore, e conseguente contenzioso: come si può pensare che in una manciata di giorni si possa procedere alla corretta valutazione di tutto quello che i precari hanno presentato nei giorni scorsi?
Per l’Anief, le domande dovevano essere gestite in modo telematico e a livello di amministrazione regionale-provinciale: attuare questo decentramento in capo alle scuole potrebbe comportare anche una pericolosa diversità di valutazione (altro motivo di contenzioso). A rendere tutto ancora più complicato, ci si è messa anche una normativa ministeriale di riferimento poco chiara, foriera di dubbi interpretativi che aggravano il tutto. Il sindacato, pertanto, chiede al Miur di esplicitare regole più definite e omogenee; nel contempo, l’Anief chiede di rinviare la scadenza della lavorazione delle domande di supplenza del personale docente attualmente bloccata a venerdì prossimo 30 giugno 2017.
L’organizzazione sindacale ricorda, inoltre, che sulle graduatorie d’istituto incombono poi seri rischi di rifacimento, per via delle decisioni prese in tribunale. Lo stesso giovane sindacato ha presentato una serie di ricorsi al Tar Lazio contro il D.M. 374 riguardanti tutte le fasce, quindi non solo la seconda e terza coinvolte con l’aggiornamento attuale. I ricorsi riguardano, a questo proposito, anche il divieto di aggiornamento della prima fascia per chi inserito a pieno titolo o con riserva, il mancato inserimento in seconda fascia dei docenti abilitati ITP, AFAM, Educatori, Diplomati magistrale a indirizzo linguistico, Idonei ultimi concorsi, gli abilitati all'estero in attesa del riconoscimento del titolo in Italia.
Anief contesta anche l’esclusione dalla terza fascia dei laureandi già iscritti alle sessioni di laurea. Così come è pure contestata la parziale valutazione del servizio militare e di accesso a Scienze della formazione primaria. Pertanto, se tutti i laureati per le nuove materie delle secondarie devono sostenere gli eventuali esami integrativi entro la data di scadenza di presentazione della domanda, i laureandi, di cui già sono in programma le sessioni di laurea estiva dopo il 24 giugno, possono ricorrere per sollevare questione di costituzionalità e presentare domanda di inserimento con riserva richiedendo, intanto, all'Università la modifica delle date per le sedute di laurea tramite l'apposita diffida.
Il sindacato ha quindi deciso di impugnare i titoli sulla tabella di valutazione: si può ricorrere avverso il mancato riconoscimento del servizio militare non prestato in costanza di nomina sia per la seconda fascia (art. 4bis, titoli di servizio, punto 6), sia per la terza fascia (note al punto d, punto 10); ma anche avverso la tabella A, punto a4, lettera d) possono ricorrere tutti i laureati in Scienze della formazione primaria per chiedere il riconoscimento di ulteriori 18 punti concessi per l’accesso ad altri percorsi abilitanti universitari con selezione di ingresso.
Anief ricorda che la scadenza per l’adesione ai ricorsi è fissata al 30 giugno 2017, previa diffida inviata entro lo scorso 24 giugno. Il sindacato, per venire incontro alle esigenze dei docenti interessati, ha aperto appositi sportelli di consulenza e programmati incontri specifici sul tema. L'Anief, inoltre, fornisce chiarimenti ai propri iscritti relativamente alle varie posizioni dei docenti inseriti in GaE a seguito di ricorso e alle possibilità di promuovere ricorso avverso il D.M. 374/2017.
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