Il caso è scoppiato oggi in Sicilia, dove non ci sarà spazio per ‘centinaia di neo docenti che hanno vinto il concorsone per insegnare alla scuola media’, scrive stamane repubblica.it. E adesso il rischio è che entro il mese di settembre del 2018, quando le graduatorie scadranno, non si riesca ad essere assunti. Di questo passo per assumere tutti ‘i vincitori di concorso occorreranno tra i 5 e i 6 anni’. Il problema esiste anche nelle altre regioni ed è emerso già nell’estate del 2016 ma all'epoca, avendo un anno a disposizione, si pensava che il Miur avesse sistemato le cose. Invece la situazione è peggiorata. Le cattedre erano poche e solo una parte, di questo contingente già ristretto, è stata accantonata per le immissioni in ruolo. Tra l’altro, come giustamente prevede la normativa sulla stipula dei contratti a tempo indeterminato, la metà dei posti è destinata alle GaE.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ancora una volta chi decide le assunzioni del personale docente non ha rispetto dei precari che si sono prodigati nel partecipare e vincere un duro concorso pubblico. Quei posti per loro, se c’erano un anno fa, ora devono essere ripristinati: tutti i 63mila messi a bando devono essere garantiti. La soluzione è quella che l’Anief rivendica da tempo: trasformare diverse decine di migliaia di posti oggi in organico di fatto in cattedre da accludere all’organico di diritto. Non ci interessa sapere se i posti iniziali c’erano tutti oppure se una parte di essi sia stata poi destinata alla mobilità. Il Governo si adoperi per sanare l’emergenza. Il problema è che, intanto, il tempo passa e ci si avvicina al termine del triennio di vigenza delle Graduatorie di Merito senza alcuna certezza per i vincitori di avere quel posto promesso dal bando.
Il Ministero dell’Istruzione continua a utilizzare gli aspiranti docenti come delle pedine. Stavolta l’ha fatta grossa. Perché, finalmente, in questi ultimi mesi sono state pubblicate quasi tutte le graduatorie dei vincitori dello sventurato concorso docenti del 2016 (anche se in molti casi c’è da attendere gli esiti delle tante prove suppletive ottenute anche grazie all’opera legale del sindacato), ma ora si scopre che non ci sono cattedre dove collocarli. Il caso è scoppiato oggi in Sicilia, dove non ci sarà spazio per “centinaia di neo docenti che hanno vinto il concorsone per insegnare alla scuola media”, scrive stamane repubblica.it.
“Dopo una selezione durissima, che nella maggior parte dei casi ha fatto fuori più candidati del dovuto – continua l’articolo-denuncia - arriva la frustrazione di non potere coronare il sogno della cattedra fissa. Perché? Il ministero dell'Istruzione ha fatto male i suoi conti mettendo a bando più posti di quelli che poteva garantire. E adesso il rischio è che entro il mese di settembre del 2018, quando le graduatorie scadranno, non si riesca ad essere assunti”. Sempre repubblica.it ha calcolato, infatti, che in più classi di concorso “di questo passo per assumere” tutti i “vincitori di concorso occorreranno tra i 5 e i 6 anni”. Ma siccome le Graduatorie di Merito per legge hanno una durata massima di tre, il rischio concreto è che in tanti decadranno, ritrovandosi senza posto e con tanta amarezza.
Già nell’estate del 2016, si parlò di emergenza posti per i vincitori di concorso. Solo che, avendo un anno a disposizione, si pensava che il Miur avesse sistemato le cose, invece la situazione è addirittura peggiorata perché i posti effettivamente vacanti e disponibili erano pochi. Solo una minima parte, di questo contingente già ristretto, è stata accantonata per le immissioni in ruolo. Tra l’altro, come prevede la normativa vigente sulla stipula dei contratti a tempo indeterminato, la metà delle cattedre libere è destinata alle Graduatorie a Esaurimento.
“Ancora una volta – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – chi decide le assunzioni del personale docente non ha rispetto dei precari che si sono prodigati nel partecipare e vincere un duro concorso pubblico. Quei posti per loro, se c’erano un anno fa, ora devono essere ripristinati: tutti gli oltre 63mila posti messi a bando devono essere garantiti. La soluzione c’è, è solo una, ed è quella che l’Anief rivendica da tempo: trasformare diverse decine di migliaia di posti oggi in organico di fatto in cattedre da accludere all’organico di diritto”.
“Pensare di far finta di niente, creando un danno a questi docenti – continua il sindacalista autonomo –, è un’ipotesi che non vogliamo nemmeno prendere in considerazione. Non ci interessa sapere, nemmeno, se i posti iniziali c’erano effettivamente tutti oppure se parte di essi sia poi stata destinata alla mobilità. Il Governo si adoperi per sanare questa emergenza, perché i cittadini che hanno vinto il concorso hanno diritto all'assunzione. Il problema è che, intanto, il tempo passa e ci si avvicina al termine del triennio di vigenza delle Graduatorie di Merito senza alcuna certezza per i vincitori di avere quel posto promesso dal bando.
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