Il giovane sindacato ha chiesto l’intervento della Cedu contro l’annosa discriminazione che impedisce la stabilizzazione e che, a seguito della sentenza di Cassazione n. 5072 del 15 marzo 2016, limita il risarcimento del danno ai precari della Pubblica Amministrazione non assorbiti nei ruoli dello Stato con una somma minima, variabile tra le 2,5 e le 12 mensilità. La denuncia fa seguito a quelle rivolta al Comitato Europeo dei Diritti Sociali, il quale non ha esitato a pubblicare la presa in carico del reclamo collettivo Anief n.146/2017 sull’abuso di precariato. Gli stessi dubbi sono stati recepiti dalla Commissione per le Petizioni del Parlamento Ue, proprio sulla mancata adozione della Direttiva Ue 1999/70/CE sulla stabilizzazione del personale pubblico con 36 mesi di servizio: tanto che nel prossimo autunno, le autorità del nostro paese e i componenti della rappresentanza permanente dovranno presentarsi in adunanza plenaria per fornire dettagliati ragguagli.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è l’ennesima stoccata inflitta dal nostro giovane sindacato nei confronti di governanti che continuano a ignorare indicazioni, direttive e sentenze europee prodotte nell’ultimo ventennio a tutela dei diritti e della stabilizzazione dei precari. Tra l’altro, perpetrando un danno anche nei confronti degli alunni, visto che questa estate verranno stipulate comunque quasi 90mila supplenze annuali tra i docenti, di cui oltre 80mila su posti vacanti ma furbescamente non ritenuti tali dal Miur. Per non parlare del personale Ata, che dal 2011 non viene immesso in ruolo, con le supplenze annuali quasi sempre decretate fino al 30 giugno anziché al 31 agosto pur in presenza di posti liberi. Il problema del risarcimento esiguo è stato recepito, proprio questa settimana, dalla Corte di Giustizia dell’Unione, la quale ha ritenuto pertinente la questione pregiudiziale sollevata dal Tribunale di Trapani.
Anief prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche la mancata stabilizzazione: si può quindi decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati pure i lavoratori di ruolo.
La mancata assunzione dei precari della scuola e di tutta la PA arriva sul tavolo della Cedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo: a presentare ricorso formale contro questa annosa discriminazione è stata l’associazione sindacale Anief che, con l’occasione, ha anche contestato la sentenza n. 5072 del 15 marzo 2016, attraverso cui la Cassazione ha stabilito che per rifondere il danno ai precari della Pubblica Amministrazione non assorbiti nei ruoli dello Stato debbano bastare tra le 2,5 e le 12 mensilità. La decisione del sindacato è giunta dopo che gli ultimi deludenti dispositivi legislativi, compresi quelli insiti nell’ultima riforma della Scuola, hanno di fatto ignorato le indicazioni e le direttive Europee, in particolare l’automatismo di assunzione a tempo indeterminato per tutti coloro che, in possesso dei titoli di studio, abbiano svolto 36 mesi di servizio su posti vacanti e disponibili.
“Quella presentata alla Cedu – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – è l’ennesima stoccata inflitta dal nostro giovane sindacato nei confronti di governanti che continuano a ignorare le indicazioni, direttive e sentenze europee (come la famosa la famosa Mascolo - C-22/13 sui precari della scuola del 2014) prodotte nell’ultimo ventennio a tutela dei diritti e della stabilizzazione dei precari. Tra l’altro, perpetrando un danno anche nei confronti degli alunni, visto che anche questa estate, pure dopo il piano straordinario di immissioni in ruolo attuate a seguito dell’approvazione della Legge 107/15, verranno stipulate comunque quasi 90mila supplenze annuali tra i docenti, di cui oltre 80mila su posti vacanti ma furbescamente non ritenuti tali dal Ministero dell’Istruzione pur di rispettare i limiti finanziari imposti, a discapito del personale e del servizio pubblico, dal dicastero del Mef”.
“Tra gli insegnanti – continua il sindacalista Anief-Cisal – fa scalpore la mancata soluzione per le 40mila cattedre di sostegno vacanti, che continuano ad andare in deroga malgrado si trattasse di posti senza titolare. Per non parlare del personale Ata che dal 2011 non viene immesso in ruolo, con le supplenze annuali quasi sempre decretate fino al 30 giugno anziché al 31 agosto pur in presenza di posti liberi”.
La denuncia alla Cedu giunge quindi dopo che l’Anief si è, di recente, già rivolta al Comitato Europeo dei Diritti Sociali che agisce in nome e per conto del Segretario Generale del Consiglio d’Europa, il quale non ha esitato a pubblicare la presa in carico del reclamo collettivo Anief n.146/2017 sull’abuso di precariato scolastico italiano. Come non ha avuto dubbi la Commissione per le Petizioni del Parlamento Ue, al termine del confronto svolto in primavera presso l’European Parliament, proprio sulla mancata adozione della Direttiva Ue 1999/70/CE sulla stabilizzazione del personale pubblico con 36 mesi di servizio: tanto che nel prossimo autunno, le autorità del nostro paese e i componenti della rappresentanza permanente dovranno presentarsi in adunanza plenaria per fornire dettagliati ragguagli.
“Secondo noi e i nostri legali – continua Pacifico – quello che deve essere recepito nel nostro Paese è il fatto che un lavoratore precario ha i medesimi diritti di un collega di ruolo. Quindi, laddove questi vengono meno, deve essere risarcito in modo equo. Il problema è stato recepito, proprio questa settimana, anche dalla Corte di Giustizia dell’Unione che ha ritenuto pertinente la questione pregiudiziale sollevata dal Tribunale di Trapani, alla quale hanno partecipato i legali dell’Anief: la Commissione ha accolto la causa, sollevata anche questa per definire un risarcimento adeguato in tutti i casi di reiterazione gratuita dei contratti a termine”.
Per la Curia di Lussemburgo, infatti, il limite delle 12 mensilità è contrario al principio di proporzionalità e di equivalenza del diritto europeo, ritenendo più adeguata, a esempio, la liquidazione dell’indennità spettante al lavoratore privato licenziato (24 mensilità) alla quale andrebbe aggiunta l’indennità forfetaria da 2,5 a 12 mesi. A questo punto, la normativa italiana potrebbe essere dichiarata nuovamente illegittima, perché contraria al diritto dell’Unione. Non si comprendono i motivi per cui il Miur debba continuare a rimanere aggrappato a questa interpretazione, ancora di più dopo che negli ultimi mesi è stato sistematicamente condannato a risarcire ogni dipendente con decine di migliaia di euro. Anche per l’assegnazione degli scatti di anzianità ai precari, come ribadito dalla Cassazione il mese scorso.
Pertanto, in attesa che la giustizia europea faccia il suo corso, Anief prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche la mancata stabilizzazione: si può quindi decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati pure i lavoratori già assunti a tempo indeterminato.
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