Rischiano concretamente di non vedersi assegnata la meritata assunzione a tempo indeterminato: domani manifestazione nei pressi del Ministero dell’Istruzione, in Largo Bernardino da Feltre. Le richieste principali sono la garanzia dell’assunzione e la gestione dell’assenza di cattedre. A distanza di un anno, quando l’Anief parlò di truffa, si ripete il copione. Sparsi per le regioni italiane, i quattro livelli scolastici e le varie classi di concorso, ci sono migliaia di docenti precari, tutti vincitori di concorso: non potranno essere assunti, perché l’amministrazione ha fatto male i calcoli, avviando un concorso senza posti liberi, oppure ha dimenticato di metterli da parte assegnandoli per altre necessità. Senza un intervento, la storia si ripeterà negli anni a venire, con lo spettro di vedere passare il triennio di validità delle graduatorie senza che i vincitori e idonei vangano assorbiti nei ruoli dello Stato e perderne pure la possibilità per decorrenza dei termini.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non vogliamo nemmeno sapere che fine hanno fatto quei posti e se al Miur hanno fatto male i conti, forse prevedendo pensionamenti: quello che interessa ora è che il Miur faccia uscire quelle cattedre. Non è possibile laurearsi, abilitarsi, studiare per un concorso mai così difficile, superarlo ma poi rimanere a casa. Quei posti, se c’erano un anno fa, ora devono uscire fuori. È chiaro che siamo vicino, se lo vorranno anche a livello legale, a quei precari che ora non sono più nella pelle e scalpitano per avere dei posti che hanno dimostrato di meritare. Condividiamo tutte le proteste che vanno in questa direzione.
Sta prendendo una brutta piega la vicenda dei mancati posti da assegnare ai vincitori del bando di concorso docenti 2016: dalle selezioni, mai così dure, e da completare sulla base delle risultanze delleprove suppletive svolte a maggio per via delle esclusioni illegittime prodotte dal Miur, come quelle dei tecnico-pratici ripescati dal Tar, è uscito fuori un numero sensibilmente inferiore ai 63mila posti messi a bando. Con molti di loro che ora rischiano concretamente di non vedersi assegnata la meritata e conseguenziale assunzione a tempo indeterminato.
Quella che si è venuta a determinare è una situazione assurda. A distanza di un anno, quando l’Anief parlò di truffa, si ripete il copione. Sparsi per le regioni italiane, i quattro livelli scolastici e le varie classi di concorso, ci sono migliaia di docenti precari, tutti reputati vincitori di concorso: nemmeno questa estate potranno essere assunti, perché l’amministrazione ha fatto male i calcoli, avviando un concorso senza posti liberi, oppure ha dimenticato di metterli da parte e assegnandoli per altre necessità. Senza un intervento dell’amministrazione, la storia si ripeterà negli anni a venire, con lo spettro di vedere passare il triennio di validità di quelle stesse graduatorie senza che i vincitori e idonei possano venire assorbiti nei ruoli dello Stato e perderne pure la possibilità per decorrenza dei termini.
“Non vogliamo nemmeno sapere che fine hanno fatto quei posti e se al Ministero dell’Istruzione hanno fatto male i conti, forse prevedendo pensionamenti che poi non ci sono stati per via dell’innalzamento delle soglie contributive – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -: quello che interessa ora è che il Miur faccia uscire quelle cattedre. Non è possibile laurearsi, abilitarsi, studiare per un concorso mai così difficile, superarlo ma poi rimanere a casa. Il pasticcio è grosso, perché è passato un anno e mezzo da quando è stato bandito il concorso e siccome non è stato assunto quasi nessuno, le cattedre vacanti dovevano esserci tutte”.
“Quei posti, se c’erano un anno fa, ora devono uscire fuori. È chiaro che siamo vicino, se lo vorranno anche a livello legale, a quei precari che ora non sono più nella pelle e scalpitano per avere quelle cattedre che hanno dimostrato di meritare. Come Anief, condividiamo tutte le proteste che vanno in questa direzione, quindi anche quella che domani si terrà nei pressi del Ministero dell’Istruzione, in Largo Bernardino da Feltre, che ha come richieste principali la garanzia dell’assunzione e la gestione dell’assenza di cattedre”, conclude Pacifico.
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