Dalle Regioni continuano a giungere i dati sulle immissioni in ruolo effettivamente realizzate a fronte delle 51.773 totali: risultano appena 2.371 i docenti assunti in Emilia Romagna, ma i posti di ruolo messi a disposizione dal Miur erano 3.668. Sono tutte cattedre destinate a rimanere senza un docente fisso e che saranno ricoperte da supplenti. Il motivo è che il contingente di posti messo a disposizione riguarda anche materie, come la matematica e le scienze alle medie e alle superiori e il sostegno, dove le graduatorie, sia GaE che GM, sono rimaste senza candidati. I quali, però, sono quasi sempre presenti nelle graduatorie d’istituto. Solo che chi amministra la scuola si è impuntato a tenerli bloccati e a sottoporli, con il nuovo reclutamento, a una nuova lunga tornata formativa che li porterà in cattedra non prima di diversi anni. Così, la continuità didattica rimarrà un miraggio e si andrà pure a ingrossare il già alto numero di supplenze.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Se anche nelle altre regioni si dovesse confermare questo trend di mancate immissioni in ruolo, si rischia di vedere sfumare tra le 15mila e le 20mila assunzioni a tempo indeterminato, facenti capo alle quasi 52mila fissate dal Miur. Considerando che ad oggi abbiamo almeno 90mila supplenze annuali sicure, di cui la metà su sostegno, andranno pure vanificate le 16mila cattedre spostate quest’anno dall’organico di fatto a quello di diritto, ritrovandoci a settembre con più supplenze annuali dell’anno scorso. A quel punto, il piano di cancellazione delle supplentite, predisposto dal Governo Renzi, non sarà più alle corde, ma avrà mostrato tutta la sua pochezza. Altro che programmazione delle immissioni in ruolo per categorie inventate da qualcuno e chiusura delle GaE in breve tempo: la verità è che se lo Stato continua a chiamare i supplenti su posti liberi, anche per il personale Ata, allora è giusto che paghi il danno erariale allo Stato comminato dai giudici per violazione della normativa europea. Una pratica sempre più comune.
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Dopo la Lombardia, anche l’Emilia Romagna “brucia” un terzo delle 51.773 immissioni in ruolo previste dal Ministero dell’Istruzione per l’estate in corso: secondo quanto riportato oggi da Orizzonte Scuola, sono appena “2.371 i docenti assunti in Emilia Romagna, ma i posti di ruolo messi a disposizione dal ministero sono 3.668. Tutte cattedre destinate a rimanere senza un docente fisso e che saranno ricoperte da supplenti. Il motivo è che il contingente di posti messo a disposizione riguarda anche materie, come la matematica e le scienze alle medie e alle superiori e il sostegno, dove le graduatorie, sia GaE che” Graduatorie di Merito, “sono rimaste senza candidati”.
Il problema è che i docenti abilitati all’insegnamento per coprire quelle cattedre assegnate alle immissioni in ruolo ci sono. Perché sono quasi sempre degli insegnanti già presenti nelle graduatorie d’istituto. Solo che chi amministra la scuola si è impuntato a tenerli “congelati” e a sottoporli, con il nuovo reclutamento, a una nuova e lunga tornata formativa che li porterà in cattedra non prima di diversi anni.
Si conferma, pertanto, quanto paventato dall’Anief in tempi non sospetti: il mancato spostamento nelle graduatorie senza più candidati di docenti già abilitati, collocati in seconda fascia d’istituto, unito all’eccessiva severità operata delle commissioni del concorso a cattedra nell’esaminare docenti già selezionati e formati allo scopo, costa agli stessi la mancata assunzione a tempo indeterminato. E alle scuole la presenza di un congruo numero di docenti di ruolo, con la continuità didattica che continuerà a rimanere un miraggio. Con il risultato finale, inevitabile, che si andrà a ingrossare il già alto numero di supplenti annuali.
“Speriamo di sbagliarci – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ma se anche nelle altre regioni si dovesse confermare questo trend di mancate immissioni in ruolo, si rischia di vedere sfumare tra le 15mila e le 20mila assunzioni a tempo indeterminato, facenti capo alle quasi 52mila fissate dal Miur. Considerando che ad oggi abbiamo almeno 90mila supplenze annuali sicure, di cui la metà su sostegno, andranno pure vanificate le 16mila cattedre spostate quest’anno dall’organico di fatto a quello di diritto, ritrovandoci a settembre con più supplenze annuali dell’anno scorso. A quel punto, il piano di cancellazione delle supplentite, predisposto dal Governo Renzi, non sarà più alle corde, ma avrà mostrato tutta la sua pochezza”.
"Aveva ragione Anief: la colpa di quello che si sta delineando a livello di cattedre scoperte è tutta del Miur che è andato a creare dei nuovi percorsi formativi con graduatorie inutili, non ha riaperto le GaE e non ha permesso agli abilitati di seconda fascia d’istituto di entrarvi. Altro che programmazione delle immissioni in ruolo per categorie inventate da qualcuno e chiusura delle graduatorie in breve tempo: la verità è che se lo Stato continua a chiamare i supplenti su posti liberi, anche per il personale Ata, allora è giusto che paghi il danno erariale allo Stato comminato dai giudici per violazione della normativa europea. E siccome sono sempre più i tribunali favorevoli ai risarcimenti – per mancata stabilizzazione, assegnazione degli scatti di anzianità anche nel periodo pre-ruolo, conferimento dei mesi estivi e altro ancora – viene da chiedersi ancora per quale motivo ci ritroviamo per l’ennesimo anno nelle stesse condizioni”.
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