L'Anief ottiene ragione presso il Tribunale Amministrativo della provincia autonoma di Trento con una sentenza esemplare che ristabilisce il rispetto della legalità e della normativa primaria in materia di piano dell'offerta formativa e organizzazione delle materie curricolari all'interno degli istituti tecnici. Confermate in toto le tesi patrocinate dai legali Anief e ribadito a chiare lettere che il Consiglio d'Istituto non può stravolgere il Piano dell'Offerta Formativa in nome ‘dell'autonomia e della flessibilità oraria’. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ‘Quanto accaduto presso l'istituto superiore di Trento è, purtroppo, una consuetudine piuttosto diffusa che il nostro sindacato ha sempre osteggiato apertamente. Come sindacato mettiamo a disposizione la nostra esperienza e i nostri legali e invitiamo tutti i docenti a contattare tempestivamente la nostra struttura provinciale al fine di poterci attivare per risolvere la problematica, anche attraverso azioni legali mirate’. Per informazioni e contatti scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Con una delibera del Consiglio d'Istituto dello scorso febbraio un Istituto Superiore di Trento, il “Buonarroti-Pozzo”, aveva approvato una modifica all'offerta formativa del secondo biennio (classi III e IV) e dell'ultimo anno (classi V) dell'articolazione “Biotecnologie Sanitarie” con indirizzo ”Chimica materiali e Biotecnologie”, introducendo come disciplina di insegnamento la Fisica e sottraendo, nel contempo, le ore di lezione di Chimica analitica e strumentale e Chimica organica e biochimica. Nell’indifferenza generale delle RSU (a Trento RSA) in carica delle altre organizzazioni sindacali, un gruppo di docenti ha deciso di affidarsi al nostro sindacato al fine di veder ristabiliti la legalità e il rispetto del piano dell'offerta formativa e delle materie caratterizzanti gli indirizzi di studio. L'Anief ha prontamente investito della questione il TAR di Trento, che ha accolto senza riserve i motivi addotti, condannando l’amministrazione scolastica a tornare sui propri passi e annullando l'atto di delibera interno palesemente illegittimo.
Il Tribunale Amministrativo di Trento, infatti, ha condiviso le tesi patrocinate per l'Anief dall'Avv. Maria Luisa Offer e, successivamente, dall'Avv. Biagio Andrea Algeri, rilevando come “l’introduzione, nel triennio finale, della materia di fisica nell’ambito dell’articolazione specialistica di ‘biotecnologie sanitarie’ (e la simultanea riduzione delle ore settimanali in precedenza destinate all’insegnamento della chimica nonché ai laboratori riservati a tale materia), non trova corrispondenza nell’individuazione delle materie di insegnamento previste per tale articolazione, operata dal regolamento provinciale con l’evidente finalità di determinare l’organizzazione delle materie specialistiche di apprendimento cui gli istituti tecnici sono tenuti a conformarsi”. La sentenza ha, inoltre, specificato che “non può condividersi la tesi sostenuta dalla difesa dell’amministrazione provinciale secondo cui l’introduzione della fisica nel triennio conclusivo dell’articolazione ‘biotecnologie sanitarie’ sarebbe consentita ricorrendo all’ammesso monte ore di autonomia e/o all’istituto della flessibilità oraria. La previsione di tali ore ‘opzionali’ (89 per ciascun anno del triennio conclusivo) è infatti riferita, nel regolamento provinciale, a ciascuna delle distinte articolazioni specialistiche (“Chimica e materiali”, “Biotecnologie ambientali”, “Biotecnologie sanitarie”), ed è espressamente destinata ad operare all’interno di ognuna di queste “per il potenziamento delle discipline curricolari e per la caratterizzazione dei piani di studio dell’istituzione scolastica”, sicché non può sostenersi che l’inserimento della fisica (e la sottrazione di ore in precedenza dedicate all’insegnamento della chimica e dell’inerente laboratorio) assolva alla funzione di potenziare e/o caratterizzare le materie previste nell’articolazione ‘biotecnologie sanitarie’, in cui come sopra detto l’insegnamento della fisica non è previsto".
Condivise, inoltre, le tesi Anief che in giudizio avevano anche rilevato come “il regolamento approvato con D.P.R. 14 febbraio 2016 n. 19, recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento, disciplina agli articoli 2 e 3, e nella ivi richiamata Tabella B, le classi di concorso a posti di insegnante tecnico-pratico, gli insegnamenti ad esse relative ed i titoli necessari per l’accesso ai percorsi di abilitazione. Agli insegnanti tecnico-pratici appartenenti alla classe di concorso e di abilitazione B03 (“Laboratori di fisica”) è destinata, negli istituti tecnici, l’attività di laboratorio nella disciplina di “Scienze integrate (Fisica)” durante il primo biennio, mentre agli insegnanti tecnico-pratici appartenenti alla classe di concorso e di abilitazione B012 (“Laboratori di scienze e tecnologie chimiche e microbiologiche”) è riservata l’attività di laboratorio nel secondo biennio e nel quinto anno. Coglie quindi nel segno il dedotto motivo di gravame con il quale i ricorrenti, appartenenti alla classe di concorso B012 ed in servizio presso l’istituto scolastico per l’insegnamento tecnico-pratico nei laboratori di chimica, rilevano che l’introduzione della materia di fisica nel triennio conclusivo dell’articolazione ‘Biotecnologie sanitarie’ ha comportato anche l’illegittimo affidamento delle inerenti ore settimanali di laboratorio (quattro nel triennio) ad insegnanti tecnico-pratici non abilitati, in quanto appartenenti alla classe B03, alla docenza nel triennio conclusivo degli istituti tecnici".
“Quanto accaduto presso l'istituto superiore di Trento – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - è, purtroppo, una consuetudine piuttosto diffusa che il nostro sindacato ha sempre osteggiato apertamente. Come sindacato mettiamo a disposizione la nostra esperienza e i nostri legali e invitiamo tutti i docenti a contattare tempestivamente la nostra struttura provinciale al fine di poterci attivare per risolvere la problematica, anche attraverso azioni legali mirate”.
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