La Nota Miur n. 17030/2017, recante le nuove modalità e le tempistiche di presentazione delle domande di ricostruzione della carriera per il personale di ruolo che ha superato l'anno di prova, prevede che l’amministrazione scolastica di competenza, entro il 28 febbraio dell’anno immediatamente successivo alla proposizione della domanda, verifichi i servizi dichiarati dal dipendente e provveda a emettere il decreto di ricostruzione di carriera. Basti pensare che con le procedure tradizionali potevano passare anche più di cinque anni per ottenere il decreto, a causa dell’alto numero di pratiche rispetto all’irrisoria quantità di impiegati delle Direzioni Provinciali del Tesoro, soprattutto nelle province maggiori.
Il problema è che il mezzo si adegua ai tempi, ma non la norma. Perché il Ministero continua a dare indicazione ai dirigenti scolastici di riconoscere per intero solo i primi 4 anni di pre-ruolo, mentre tutto il resto del servizio svolto come supplente vale solo per due terzi. Così, ad esempio, a un precario storico con 16 anni di pre-ruolo vengono tolti illegittimamente, ai fini della carriera, ben 4 anni. L'Anief invita ad aderire al ricorso per l'integrale riconoscimento del servizio preruolo e a quello per il riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Abbiamo già vinto più volte in tribunale ottenendo il riconoscimento della pari dignità al servizio da precari e anche sulla questione del servizio svolto nelle scuole paritarie, abbiamo ottenuto successo ai fini dell'attribuzione di punteggio per la mobilità e abbiamo ottenuto pronunce anche sulla valutabilità di tali esperienze ai fini della carriera. Non esistono servizi di serie A o di serie B; esistono attività lavorative che hanno incrementato l'esperienza del lavoratore e che devono correttamente essere riconosciute ai fini delle progressioni di carriera senza alcuna discriminazione.
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Il piano di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione si riflette positivamente anche sul personale della scuola. Con il nuovo anno scolastico, il Miur ha infatti pubblicato le “nuove modalità di gestione delle domande di ricostruzione di carriera” (Nota n.17030 del 1° settembre 2017), dal quale risulta che le richieste, “per il riconoscimento dei servizi agli effetti della carriera del personale scolastico siano presentate al Dirigente scolastico nel periodo compreso tra il 1º settembre e il 31 dicembre di ciascun anno, ferma restando la disciplina vigente per l’esercizio del diritto al riconoscimento dei servizi agli effetti della carriera”.
La domanda di ricostruzione di carriera, da effettuare telematicamente tramite il portale Miur ‘Istanze On Line’ e presa in carica dalla scuola di titolarità o di incarico triennale del dipendente, è riservata al personale a tempo indeterminato nella scuola pubblica che ha superato l’anno di prova ed è utile ai fini dell'inquadramento del dipendente nel corretto scaglione stipendiale in base ai servizi prestati prima dell'immissione in ruolo. L’amministrazione scolastica di competenza, entro il 28 febbraio dell’anno immediatamente successivo alla proposizione della domanda, dovrà verificare i servizi dichiarati dal dipendente e provvederà a emettere il decreto di ricostruzione di carriera. Anticipando, in tal modo, di molto i tempi “biblici” (anche più di cinque anni) con cui veniva attuato lo stesso procedimento, a causa dell’alto numero di pratiche rispetto all’irrisoria quantità di impiegati delle Direzioni Provinciali del Tesoro, soprattutto nelle province maggiori.
Tutto il personale già confermato in ruolo, dunque, che ha un qualsiasi servizio utile (almeno 180 giorni per anno scolastico o servizio continuativo dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale) o altro servizio comunque riconoscibile ai fini della carriera svolto antecedentemente alla nomina a tempo indeterminato, deve produrre domanda tra il 1° settembre e il 31 dicembre di ogni anno e ha tempo 10 anni dal momento della conferma in ruolo.
Il problema è che il mezzo si adegua ai tempi, ma non la norma. Perché il Ministero continua a dare indicazione ai dirigenti scolastici di riconoscere per intero solo i primi 4 anni di pre-ruolo, mentre tutto il resto del servizio svolto come supplente vale solo per due terzi. Così, ad esempio, a un precario storico con 16 anni di pre-ruolo vengono tolti illegittimamente, ai fini della carriera, ben 4 anni. Allo stesso modo, l’amministrazione continua a non riconoscere gli anni di servizio svolti nelle scuole paritarie.
Per il sindacato, si tratta di decisioni in aperto contrasto con quanto previsto dalle direttive comunitarie, le quali impongono, senza distinzione di sorta, la non discriminazione tra il servizio a tempo determinato e quello svolto dal personale di ruolo o in scuole con la stessa valenza giuridica. Per questo l’Anief invita tutto il personale interessato a presentare domanda di ricostruzione di carriera indicando tutto il servizio utile, compreso quello svolto nelle scuole paritarie per il quale l’associazione sindacale autonoma ha promosso uno specifico ricorso.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda che il giovane sindacato ha “già vinto più volte in tribunale ottenendo il riconoscimento della pari dignità al servizio da precari e anche sulla questione del servizio svolto nelle scuole paritarie; abbiamo ottenuto successo ai fini dell'attribuzione di punteggio per la mobilità e abbiamo ottenuto pronunce anche sulla valutabilità di tali esperienze ai fini della carriera. Non esistono servizi di serie A o di serie B; esistono attività lavorative che hanno incrementato l'esperienza del lavoratore e che devono correttamente essere riconosciute ai fini delle progressioni di carriera senza alcuna discriminazione”.
L'Anief, dunque, rilancia i ricorsi rivolti al personale di ruolo e invita tutti gli interessati a proporre ricorso per ottenere l'immediato inquadramento economico in base a tutto il servizio svolto durante il precariato e il riconoscimento ai fini della carriera del servizio svolto nelle scuole paritarie.
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