Nuova vittoria targata Anief presso il Tribunale del Lavoro di Milano che accoglie il ricorso promosso dai nostri legali al fine dell'immediato e integrale riconoscimento del servizio svolto durante il precariato nella ricostruzione di carriera. Ancora possibile aderire gratuitamente ai ricorsi Anief.
Piovono condanne a carico del Ministero dell'Istruzione per l'evidente discriminazione posta in essere a discapito dei lavoratori cui non riconosce per intero gli anni di servizio a tempo determinato all'atto della ricostruzione di carriera in aperta violazione della Direttiva 1999/70/CE. Il Tribunale del Lavoro di Milano accoglie il ricorso patrocinato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Francesca Lideo e riconosce il diritto dei lavoratori immessi in ruolo all'immediata e integrale ricostruzione della carriera computando per intero il servizio svolto durante il precariato. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Il meccanismo retributivo previsto dai contratti collettivi succedutisi nel tempo è ispirato ad un sistema di sviluppo professionale incentrato sulla differenziazione del trattamento economico per posizioni stipendiali che si conseguono in forza del regolare svolgimento, nel tempo, delle funzioni proprie del profilo professionale e della partecipazione alle attività di formazione e aggiornamento. Il servizio svolto durante il precariato senza alcun dubbio concorre a incrementare il bagaglio e l'esperienza professionale del docente e non può essere soggetto a discriminazione, neanche all'atto della ricostruzione di carriera”.
Il Giudice del Lavoro di Milano, infatti, non ha dubbi e condanna l'illecita discriminazione posta in essere a discapito del lavoro svolto durante il precariato cui non viene riconosciuta pari dignità rispetto al servizio “di ruolo” all'atto della ricostruzione della carriera e riconosce, anche, il diritto del docente neoimmesso a percepire gli scatti di anzianità anche per il servizio svolto con contratti a termine. “Il Ministero convenuto – si legge nella sentenza - non ha allegato e offerto di dimostrare ragioni obiettive in forza delle quali si possa ritenere giustificato il differente trattamento tra i docenti assunti a termine e quelli già in ruolo (essendo invece irrilevante la natura non di ruolo del rapporto di impiego ovvero la asserita novità di ogni singolo contratto di assunzione a termine)” e rileva come la domanda di integrale e immediata ricostruzione della carriera computando per intero il servizio svolto con contratti a termine risulti “senza dubbio meritevole di accoglimento, dovendosi quindi riconoscere alla parte ricorrente il diritto all’anzianità di servizio maturata in forza delle reiterate assunzioni a termine e, per l'effetto, la conseguente progressione stipendiale prevista per i dipendenti assunti a tempo indeterminato come disciplinata dai C.C.N.L. di settore succedutisi nel tempo”.
Nell'impartire l'ennesima lezione al Miur sul rispetto del lavoro svolto durante il precariato, il Tribunale del Lavoro di Milano non dimentica di evidenziare, anche, l’incompatibilità con la clausola 4 dell'Accordo Quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE riguardo la mancata corresponsione degli scatti di anzianità ai lavoratori precari cui vengono riconosciuti gli incrementi economici solo dopo l'avvenuta immissione in ruolo, con relativa conferma del diritto a percepire le progressioni di carriera negate dal MIUR anche per il periodo di servizio svolto con contratti a termine. “Il meccanismo retributivo previsto dai contratti collettivi succedutisi nel tempo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - è ispirato a un sistema di sviluppo professionale incentrato sulla differenziazione del trattamento economico per posizioni stipendiali che si conseguono in forza del regolare svolgimento, nel tempo, delle funzioni proprie del profilo professionale e della partecipazione alle attività di formazione e aggiornamento. Il servizio svolto durante il precariato senza alcun dubbio concorre a incrementare il bagaglio e l'esperienza professionale del docente e non può essere soggetto a discriminazione, neanche all'atto della ricostruzione di carriera”.
L'Anief ricorda a tutti i lavoratori che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto all'integrale ricostruzione di carriera commisurata agli effettivi anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato e per ottenere il corretto inquadramento stipendiale.
Per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi promossi dall'Anief, clicca qui.