Il Sindacato UDIR plaude all’iniziativa del Ministero degli Esteri che in data 17 e 18 ottobre ha convocato a Roma tutti i Dirigenti scolastici che prestano servizio all’estero. La giornata del 17 era espressamente dedicata alla raccolta di pareri tecnici ai fini della revisione della normativa applicativa, onde rendere il lavoro dei Dirigenti più agile e adatto alle mutate realtà della nostra presenza all’estero (non più legata alle esigenze degli italiani fuori confine, ma ad una visione inclusiva di cooperazione). La giornata del 18, presso la prestigiosa Società Dante Alighieri, è servita a fare il punto della situazione sulle strategie di diffusione e promozione della nostra lingua e cultura all’estero.
I Dirigenti sono stati accolti presso la Farnesina con inusitata dignità, chiaro segnale di una considerazione che tarda ad essere recepita dal Ministero dell’Istruzione ancora alle prese con una atavica rivendicazione di adeguamento stipendiale che recuperi quanto tolto e quanto non assegnato negli ultimi dieci anni di vacatio contrattuale (l’annosa questione della perequazione retributiva rispetto alle altre categorie dirigenziali dello Stato).
Varie le criticità segnalate dai Dirigenti che si trovano ad operare come singole unità su territori spesso molto più grandi della stessa Italia, senza nessun aiuto di personale amministrativo. Aspetto che limita fortemente la loro azione per la costituzione di reti, promozione di accordi e protocolli di intesa in cui concretizzare la politica educativa.
Tra le criticità maggiori vanno segnalate:
la mancanza di personale a disposizione facilmente reperibile modificando le assegnazioni dei docenti la cui utilizzazione nelle scuole paritarie appare desueta nel panorama odierno (si tratta di una funzione che eredita la visione delle scuole per italiani emigrati residenti all’estero) e dovrebbe invece, in linea col nuovo Decreto 64/2017, tendere alla creazione di team a disposizione del Dirigente scolastico per la produzione di materiali didattico-educativi con cui operare in tutte le scuole, pubbliche e private, in cui si insegna l’italiano, nonché a fornire assistenti esperti di lingua italiane nelle scuole pubbliche bilingue e nei corsi degli Enti gestori. Un altro contributo in termini di risorse potrebbe venire da una ridefinizione delle modalità di assegnazione degli incarichi in loco dei lettori le cui ore eccedenti, per prassi consolidata, vengono gestite dagli Istituti di Cultura che però, a differenza degli uffici scolastici, dispongono di personale dipendente e risorse finanziarie;
la mancanza di risorse finanziarie con cui attuare iniziative e protocolli di intesa locali finalizzati a promuovere la conoscenza della lingua italiana, anche in vista della promozione dello studio presso le università italiane da parte di studenti stranieri;
il peso delle procedure burocratiche, infine, che sottrae enormi quantità di tempo al lavoro e alla programmazione delle attività dei Dirigenti che devono relazionarsi ad un numero elevatissimo di soggetti istituzionali per lo svolgimento dei loro compiti.