Ricordiamo che tale formula di uscita anticipata dal mondo del lavoro è destinata a coloro che hanno almeno 63 anni, disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori da almeno tre mesi, persone che assistono il coniuge o un parente con handicap, invalidi civili, addetti a lavori gravosi da almeno sei anni, e prevede un assegno fino a 1.500 euro. Il termine ultimo per inoltrare la domanda era il 15 luglio scorso, ma il decreto che ha ufficializzato la misura ha definito un nuovo termine di scadenza di presentazione delle domande, fissato al 30 novembre.
Il sindacato Anief, in considerazione dell’alto numero di docenti interessati, rimane vigile sull’attuazione di questa nuova formula di uscita dal mondo del lavoro. È di palese evidenza che ci troviamo dinnanzi ad una revisione della presentazione delle domande: in prima istanza, su circa 66 mila domande complessivamente presentate, meno della metà con molta probabilità avrà riconosciuto il diritto all'indennità di anticipo pensionistico, mentre i restanti rimarranno a bocca asciutta. Intanto, rimangono pochissimi giorni per fare domanda e sperare nell'avanzo di risorse, considerando che in ogni caso - se accettata - la domanda porterà all'erogazione dell'assegno dal 1° maggio scorso.
Si rimane, intanto, in attesa dell’emendamento del governo alla legge di Bilancio che stabilisca l'allargamento della platea dell'Ape sociale con gli sconti contributivi per le donne con prole; ciò potrà essere stabilito solo dopo il 30 novembre quando, dopo la Conferenza dei servizi, si avrà una cifra "certa" sulla quale porre i futuri obiettivi.
A tal proposito le misure da prendere in considerazioni dovrebbero essere rappresentate dalla proroga per il 2018 alle quattro nuove categorie di lavori gravosi (oltre le undici già previste), ossia operai e braccianti agricoli, marittimi, siderurgici e pescatori, arrivando così alle 15 categorie di lavori gravosi che dal 2019 saranno esclusi dall'aumento dell'età pensionabile a 67 anni. Relativamente alle lavoratrici si preannuncia l’allargamento dei requisiti di accesso all’Ape sociale fino ad un massimo di un anno per ogni figlio, ma entro il limite di due anni, confermando la riduzione prevista di sei mesi per ogni figlio, sempre entro un massimo di due anni.
Queste ultime modifiche non sciolgono però i dubbi sulle criticità che hanno portato al respingimento di migliaia di domande, tra quelle dei dipendenti pubblici, soprattutto di insegnanti, per “carenza di contribuzione certificata dal datore di lavoro”. Su tale fattispecie si spera intervenga immediatamente l’Inps che avrebbe già dovuto ottimizzare i propri sistemi nell’ottica della ricezione delle domande di Ape sociale.
Altra criticità è rappresentata dalle domande di Ape sociale avanzate entro il 15 luglio da coloro i quali maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2017, in via “prospettica”, così come previsto dal decreto n. 88 del 23 maggio scorso, per i quali mancano ancora le indicazioni ministeriali.
Al fine di offrire un servizio che possa far chiarezza sulla data di pensionamento, si ricorda che Anief ha siglato una convenzione con il Centro servizi Cedan, società autorizzata ad erogare, per mezzo della confederazione Cisal, servizi di Caf e patronato. Presso gli sportelli del giovane sindacato, sarà possibile tramite i referenti Cedan, conoscere le ultime novità sul panorama fiscale e previdenziale, in modo da fornire agli associati un servizio utile per affrontare un’eventuale scelta con consapevolezza.
Per avere informazioni dettagliate, scrivere una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., contattare lo 091 7098356 o visitare il sito; il servizio è attivo sull’intero territorio nazionale.
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