Diventano operative le disposizioni, figlie del piano di digitalizzazione della PA, che il Miur ha realizzato pubblicando la scorsa estate le “nuove modalità di gestione delle domande di ricostruzione di carriera” (Nota n.17030 del 1° settembre 2017), dalle quale risulta che le richieste “per il riconoscimento dei servizi agli effetti della carriera del personale scolastico” d’ora in poi potranno essere presentate in modalità online “al Dirigente scolastico nel periodo compreso tra il 1º settembre e il 31 dicembre di ciascun anno, ferma restando la disciplina vigente per l’esercizio del diritto al riconoscimento dei servizi agli effetti della carriera”.
Tuttavia, il Miur continua a voler applicare la normativa interna che riconosce per intero solo i primi 4 anni di pre-ruolo, mentre tutto il resto del servizio svolto come supplente vale solo per due terzi. Così, ad esempio, ad un precario storico con 13 anni di pre-ruolo vengono tolti illegittimamente, ai fini della carriera, 3 anni. Allo stesso modo, l’amministrazione continua a non riconoscere gli anni di servizio svolti nelle scuole paritarie. Il giovane sindacato ricorda che precise direttive comunitarie non dicono questo, ma impongono, senza distinzione di sorta, la non discriminazione tra il servizio a tempo determinato e quello svolto dal personale di ruolo o in scuole con la stessa valenza giuridica. Per questo l’Anief invita tutto il personale interessato a presentare domanda di ricostruzione di carriera indicando l’intero servizio utile. Per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi Anief sulla ricostruzione di carriera, cliccare qui.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non esistono servizi di serie A o di B, ma attività lavorative che hanno incrementato l'esperienza del lavoratore e che devono correttamente essere riconosciute ai fini delle progressioni stipendiali senza alcuna discriminazione. Il nostro sindacato ha già vinto più volte in tribunale, ottenendo il riconoscimento della pari dignità al servizio da precari e anche sulla questione del servizio svolto nelle scuole paritarie: abbiamo già ottenuto ragione ai fini dell'attribuzione di punteggio per la mobilità in molte province d'Italia e abbiamo ottenuto pronunce anche sulla valutabilità di tali esperienze ai fini della carriera.
Si sono concretizzate in queste settimane le novità per quanto riguarda la richiesta di ricostruzione di carriera dei docenti neoassunti. In base alla sintesi prodotta dalla rivista Orizzonte Scuola, risulta che la domanda è riservata al personale a tempo indeterminato che ha superato l’anno di prova ed è utile ai fini dell’inquadramento del dipendente nel corretto scaglione stipendiale in base ai servizi prestati prima dell’immissione in ruolo. Sarà possibile presentare domanda entro il prossimo 31 dicembre.
Solo che “per sperare in un aumento stipendiale – continua la rivista specializzata - i docenti dovranno dichiarare di aver svolto almeno 8 anni di lavoro, il terzo gradone scatterà dopo 14 anni, il quinto dopo 20 anni, quindi dopo 27, 34, 35 ed oltre. L’attuale normativa prevede il riconoscimento dei primi 4 anni preruolo per intero e il restante per due terzi. Vale il servizio di almeno 180 giorni per anno scolastico o servizio continuativo dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale o altro servizio comunque riconoscibile ai fini della carriera svolto antecedentemente alla nomina a tempo indeterminato”.
“Le domande dovranno essere presentate al dirigente scolastico della scuola di titolarità o di incarico triennale e inoltrate tramite Istanze Online entro il 31 dicembre 2017. Il docente potrà inviare alla scuola, tramite IstanzeOnline, l’elenco dei servizi utili per la ricostruzione. Il comando è “Dichiarazione servizi” (alcuni utenti ci segnalano dei disservizi). Il diritto alla ricostruzione cade in prescrizione dopo dieci anni, a partire dal giorno in cui può essere richiesta, ovvero dopo la conferma in ruolo, ai sensi dell’art. 2946 del Codice civile. I termini di prescrizioni scendono a 5 anni nel caso in cui si debbano percepire arretrati dovuti nel caso di una domanda tardiva. Spetterà alla scuola, entro il febbraio 2018, validare la ricostruzione attraverso apposito decreto”.
Anief ricorda che le novità introdotte sono “figlie” del piano di digitalizzazione della PA che il Miur ha realizzato pubblicando la scorsa estate le “nuove modalità di gestione delle domande di ricostruzione di carriera” (Nota n.17030 del 1° settembre 2017), dalle quale risulta che le richieste “per il riconoscimento dei servizi agli effetti della carriera del personale scolastico” d’ora in poi potranno essere presentate online “al Dirigente scolastico nel periodo compreso tra il 1º settembre e il 31 dicembre di ciascun anno, ferma restando la disciplina vigente per l’esercizio del diritto al riconoscimento dei servizi agli effetti della carriera”.
Premesso che la domanda è utile ai fini dell'inquadramento del dipendente nel corretto scaglione stipendiale in base ai servizi prestati prima dell'immissione in ruolo, la Nota Miur ricorda che l’amministrazione scolastica di competenza, entro il 28 febbraio dell’anno immediatamente successivo, è tenuta a verificare i servizi dichiarati dal dipendente e ad emettere il decreto di ricostruzione di carriera. Termini non sempre rispettati, visti i tempi lunghissimi di attesa (nelle grandi province oltre cinque anni) con cui veniva attuato lo stesso procedimento, a causa dell’alto numero di pratiche rispetto all’irrisoria quantità di impiegati delle Direzioni Provinciali del Tesoro.
È interessato al procedimento tutto il personale già confermato in ruolo, dunque, che ha un qualsiasi servizio utile (almeno 180 giorni per anno scolastico o servizio continuativo dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale) o altro servizio comunque riconoscibile ai fini della carriera svolto antecedentemente alla nomina a tempo indeterminato. Anief, tuttavia, ricorda che se il mezzo si adegua ai tempi, la norma antiquata e sbagliata rimane purtroppo in vita. Il Miur continua, infatti, a voler applicare la normativa interna che riconosce per intero solo i primi 4 anni di pre-ruolo, mentre tutto il resto del servizio svolto come supplente vale solo per due terzi. Così, ad esempio, ad un precario storico con 13 anni di pre-ruolo vengono tolti illegittimamente, ai fini della carriera, ben 3 anni. Allo stesso modo, l’amministrazione continua a non riconoscere gli anni di servizio svolti nelle scuole paritarie.
Il giovane sindacato ricorda che precise direttive comunitarie non dicono questo, ma impongono, senza distinzione di sorta, la non discriminazione tra il servizio a tempo determinato e quello svolto dal personale di ruolo o in scuole con la stessa valenza giuridica. Per questo l’Anief invita tutto il personale interessato a presentare domanda di ricostruzione di carriera indicando l’intero servizio utile, compreso quello svolto nelle scuole paritarie per il quale l’associazione sindacale autonoma ha promosso uno specifico ricorso.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “non esistono servizi di serie A o di B, ma esistono attività lavorative che hanno incrementato l'esperienza del lavoratore e che devono correttamente essere riconosciute ai fini delle progressioni stipendiali senza alcuna discriminazione. Il nostro sindacato ha già vinto più volte in tribunale, ottenendo il riconoscimento della pari dignità al servizio da precari e anche sulla questione del servizio svolto nelle scuole paritarie: abbiamo già ottenuto ragione ai fini dell'attribuzione di punteggio per la mobilità in molte province d'Italia e abbiamo ottenuto pronunce anche sulla valutabilità di tali esperienze ai fini della carriera”.
Per questi motivi, il giovane sindacato rilancia i ricorsi rivolti al personale di ruolo e invita tutti gli interessati a proporre ricorso per ottenere l'immediato inquadramento economico in base a tutto il servizio svolto durante il precariato e il riconoscimento ai fini della carriera del servizio svolto nelle scuole paritarie.
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