Altre cinque sentenze ottenute dai legali Anief riconoscono il diritto dei precari a percepire le medesime progressioni stipendiali dei docenti di ruolo e al risarcimento del danno per sfruttamento del lavoro precario e illegittima reiterazione di contratti a termine su posti vacanti. A Reggio Emilia una docente risarcita con 20mila Euro.
L'Anief ottiene ben cinque sentenze che riconoscono il diritto al risarcimento del danno per illegittima reiterazione di contratti a termine ad altrettanti precari che ottengono, anche, il riconoscimento del diritto alle medesime progressioni stipendiali percepite dal personale di ruolo. Presso il Tribunale di Reggio Emilia, ad esempio, il Giudice del Lavoro condanna il Ministero dell'Istruzione a risarcire una precaria storica con 15mila Euro oltre le progressioni stipendiali, le spese di lite e gli arretrati. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La nostra battaglia continua al fianco di tutti i lavoratori della scuola per ottenere le dovute rettifiche al CCNL non solo nella parte economica, ma anche per quanto riguarda i permessi e le altre prerogative. Necessita, inoltre, l'immediata stabilizzazione dei tanti docenti abilitati ancora precari; con la rappresentatività ci faremo portavoce dei loro diritti ai tavoli della contrattazione”. L'Anief ha promosso ricorsi mirati per la tutela dei lavoratori precari per rivendicare l'immediato adeguamento dello stipendio in base all'anzianità di servizio e il risarcimento del danno per abusiva reiterazione di contratti a termine cui è ancora possibile aderire per ottenere il giusto riconoscimento della propria professionalità.
Bari (Avv. Michele Ursini), Larino (Avv. Raffaele Bucci), Reggio Emilia (Avv. Irene Lo Bue) e Tivoli (Avv. Salvatore Russo), questi i tribunali che segnano il nuovo successo per i legali Anief coordinati dagli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli e il pieno riconoscimento dell'illegittimità dell'operato del Ministero dell'Istruzione che da anni reitera contratti a termine su posti vacanti, violando palesemente la normativa comunitaria in materia. Il Tribunale del Lavoro di Reggio Emila, ad esempio, accoglie in toto le tesi patrocinate dall'Avv. Irene Lo Bue e condanna l’amministrazione per evidente discriminazione e sfruttamento del lavoro precario: all'insegnante, che si è rivolta con fiducia al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti, andranno 10 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, oltre interessi e le progressioni stipendiali mai percepite durante i tanti anni di precariato. Miur, totalmente soccombente, condannato anche a pagare le spese di lite quantificate in ulteriori 4mila Euro oltre accessori. Anche il Tribunale del Lavoro di Bari non è da meno e, su ricorsi patrocinati per l'Anief dall'Avv. Michele Ursini, emana due sentenze in favore di altrettante precarie ATA cui riconosce il danno per illegittima reiterazione di contratti a termine (quantificato in 5,5 e 8,5 mensilità dell'ultima retribuzione percepita come personale Amministrativo precario), oltre al pagamento delle spese di lite poste a carico della stessa amministrazione e quantificate in un totale di 4mila Euro oltre accessori. L'Avv. Raffaele Bucci, inoltre, presso il Tribunale del Lavoro di Larino (CB) ottiene con la sua solita professionalità identiche statuizioni per una docente precaria con il riconoscimento di ben 6mila Euro di risarcimento danni. Il Tribunale del Lavoro di Tivoli (RM), infine, riconosce alla ricorrente seguita sul territorio dall'Avv. Salvatore Russo il pieno diritto “al risarcimento del danno commisurato ad un importo pari a sei mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, oltre accessori di legge” e alla corresponsione “delle differenze retributive corrispondenti alla progressione stipendiale maturata in ragione dell’anzianità di servizio prestato in virtù di supplenze annuali o a queste parificate, oltre alla maggior somma tra interessi legali e rivalutazione monetaria, dalla data di maturazione di ciascun incremento retributivo fino al soddisfo”, oltre al pagamento delle spese di soccombenza, anch'esse poste a carico del Miur e quantificate “in complessivi €1629,50, di cui €1500 per compensi professionali ed €129,50 per esborsi, oltre spese forfettarie, IVA e CPA come per legge”.
Le cinque sentenze, dunque, danno nuovamente ragione alle tesi da sempre patrocinate dal nostro sindacato e condannano l'evidente discriminazione cui sono sottoposti i precari non riconoscendo loro il diritto all'immissione in ruolo dopo 36 mesi di servizio su posti vacanti e a percepire la retribuzione in base agli effettivi anni di servizio svolti. È una posizione su cui pesa il parere della Cassazione, che ha accertato il pieno diritto dei precari a ricevere la medesima retribuzione del personale di ruolo (primo scatto di anzianità dopo 2 anni di supplenza pari a una mensilità in più per ciascun anno) e un risarcimento da 1 a 12 mensilità per l’illegittimo abuso di contratti a termine andando oltre i 36 mesi di servizio svolti su posti vacanti. “La nostra battaglia – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - continua al fianco di tutti i lavoratori della scuola per ottenere le dovute rettifiche al CCNL non solo nella parte economica, ma anche per quanto riguarda i permessi e le altre prerogative. Necessita, inoltre, l'immediata stabilizzazione dei tanti docenti abilitati ancora precari; con la rappresentatività ci faremo portavoce dei loro diritti ai tavoli della contrattazione”.
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