Il Tribunale di Palermo emana un decreto d'urgenza con cui riconosce la lesione del diritto all'istruzione e all'inclusione dell'alunno disabile e impone al Miur l'immediata cessazione del comportamento discriminatorio, attribuendo il numero di ore di sostegno ritenute necessarie per la sua corretta integrazione e formazione.
L'iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!” promossa dall'Anief a tutela dei diritti degli alunni con disabilità cui il MIUR nega il corretto numero di ore di sostegno, ottiene una straordinaria vittoria in tribunale e la dichiarazione di illegittimità dell'operato del Ministero dell'Istruzione con l'emanazione di un provvedimento d'urgenza da parte del Tribunale di Palermo che impone all'Amministrazione scolastica il pieno rispetto del diritto all'istruzione e all'inclusione dell'alunno disabile e l'immediata attribuzione del docente di sostegno per l'intero monte ore necessario. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La tutela dei nostri figli più deboli è per noi motivo di orgoglio. Negare il corretto apporto del docente di sostegno all'alunno con disabilità pone in essere una vera e propria discriminazione e pensare di 'risparmiare' sui loro diritti, a nostro avviso, concretizza un fallimento per il sistema pubblico di istruzione”.
Il Tribunale di Palermo, infatti, non ha dubbi e, sul ricorso patrocinato con la solita competenza e professionalità dagli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, emana un decreto d'urgenza “ritenuto esistente il requisito del periculum in mora, che fonda la necessità di provvedere inaudita altera parte in attesa dell’instaurazione del pieno contraddittorio nell’ambito del giudizio di merito, parimenti incardinato con il deposito del ricorso per giudizio sommario ex art. 702bis c.p.c., giacché l’anno scolastico è già in corso e, al fine di rendere effettivo il diritto allo studio del minore, è necessario intervenire tempestivamente rimuovendo il pregiudizio con attribuzione fin da subito di un insegnante di sostegno per il numero massimo di ore previsto, giacché l’attesa dei tempi del giudizio di merito, potrebbe determinare una definitiva compromissione di tutti gli obiettivi indicati nel PEI e nel PED” e “ordina all’Amministrazione scolastica convenuta la cessazione della condotta discriminatoria posta in essere e la conseguente attribuzione in favore dell’alunno Omissis di un insegnante di sostegno per n. 18 ore settimanali nel rapporto 1/1”. Il provvedimento adottato dall’Istituzione scolastica con cui venivano attribuite solo 9 ore di sostegno a fronte delle 18 richieste dal GLOH d'istituto, dunque, così come da sempre sostenuto dal nostro sindacato “postula l’adozione di un atto lesivo del diritto allo studio ed all’integrazione scolastica da riconoscersi in capo al minore ed integra condotta discriminatoria rispetto agli altri soggetti normodotati, ai sensi degli artt. 2 e 3 della L. n. 67/2006”.
“Siamo orgogliosi dell'iniziativa che da anni stiamo portando avanti gratuitamente e senza oneri per le famiglie degli alunni in difficoltà e siamo orgogliosi anche dei risultati ottenuti grazie ai nostri legali che si dimostrano sempre all'avanguardia per la competenza con cui sanno patrocinare queste delicate questioni – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - La tutela del diritto all’istruzione e all'integrazione dei disabili è assicurata da norme imperative internazionali, europee e interne e tali precetti vanno onorati e fatti rispettare costantemente; il nostro operato rende concreto questo impegno a beneficio dei nostri figli e alunni più deboli. Negare il corretto apporto del docente di sostegno all'alunno con disabilità pone in essere una vera e propria discriminazione e pensare di 'risparmiare' sui loro diritti, a nostro avviso, concretizza un fallimento per il sistema pubblico di istruzione. Ci auguriamo che il MIUR prenda coscienza delle proprie responsabilità e che si adoperi per garantire effettivamente che ogni studente possa fruire del diritto allo studio e all'integrazione con serenità e senza più dover ricorrere al tribunale”.