Mentre la CGIL/FLC Liguria scrive alle proprie RSU una comunicazione riservata accusando Anief di strumentalizzare la vicenda attraverso la mobilitazione nazionale e con una ancor più inutile e inappropriata, a loro dire, nuova azione giudiziaria per risolvere una questione che può trovare soluzione soltanto ai tavoli contrattuali, Anief risponde sull'importanza dello sciopero dell'8 gennaio 2018 e della partecipazione ai sit-in programmati. Marcello Pacifico: “Se la soluzione era da trovarsi solo ai tavoli contrattuali, allora questi sindacalisti rappresentativi stanno puntando il dito contro se stessi, dichiarando la loro assoluta inerzia e incapacità e ufficializzando di aver perso vent'anni di tempo. Saremo noi, con la rappresentatività, a farci veri portavoce dei diritti dei precari”.
Si fa stringente l'azione di Anief sul problema dei diplomati magistrale esclusi dall'Adunanza Plenaria dalla possibilità di accedere alle graduatorie utili per le immissioni in ruolo: prima l'annuncio dei ricorsi in Europa, poi la volontà di ricusare tutto in Cassazione, quindi la mobilitazione di piazza con uno sciopero generale e infine un'interrogazione in quel Parlamento che non ha voluto riaprire le Gae o trovare una soluzione al problema in questi anni dopo il Decreto del Presidente della Repubblica Napolitano del 25 marzo 2014 che riconosceva abilitante un titolo già tale nel decreto del 23 luglio 1998, a firma del presidente Scalfaro. Desta scalpore, invece, quanto scritto dalla segreteria Liguria della CGIL/FlC: se fosse vero quanto scritto, Anief farebbe bene ad annullare l'adesione allo sciopero, visto che il 4 gennaio 2018 potrebbe essere trovata dai sindacati rappresentativi la “panacea” a tutti i mali, quella soluzione a un problema che non sono riusciti a trovare negli ultimi VENTI anni, quando anche la CGIL ha promosso ricorsi e i loro legali si sono affiancati ai legali del nostro sindacato per vincere in Consiglio di Stato e costituirsi in Plenaria.
È vero: non si sciopera contro una sentenza, ma contro l'abuso del diritto sì! Una sentenza si contesta nei tribunali, dalla Cassazione alla Corte europea, come stanno già facendo i legali ANIEF. Si sciopera per dare maggior forza ai soggetti sociali perché siano ascoltati dal Governo, si sciopera per sensibilizzare l'opinione pubblica e per dare voce a lavoratori che stanno per ritornare “precari fantasma” relegati nel dimenticatoio delle graduatorie per le sole supplenze. E se il Miur ascolta soltanto chi è rappresentativo, allora facciamo bene a invitare i diplomati magistrale a candidarsi come RSU per Anief e a votare le liste Anief perché diventi rappresentativa.
Accusare Anief, poi, che ha aderito a CISAL dal 2014, di essere vicina a Forza Italia quando nel 2011 abbiamo commissariato il ministro Gelmini con la storica sentenza che dichiarava le “code della vergogna” incostituzionali anche quelle istituite con il beneplacito dei sindacati rappresentativi, significa non avere più argomenti, oltre che una memoria fallace. Meno male che l'ultima interrogazione presentata è a firma di un onorevole di Liberi e Uguali a cui speriamo la ministra Fedeli risponda con celerità e buon senso. La verità è che l'Anief ha sempre palesato apertura nel dialogare con tutti quanti dimostrassero vero interesse per i problemi dei lavoratori e per trovare soluzioni condivise e ragionevoli, ma questo forse fa paura a quanti si nascondono dietro “una casacca” per giustificare i propri fallimenti.
“Se la soluzione era da trovarsi solo ai tavoli contrattuali – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - allora questi sindacalisti rappresentativi stanno puntando il dito contro se stessi, dichiarando la loro assoluta inerzia e incapacità e ufficializzando di aver perso vent'anni di tempo. Saremo noi, con la rappresentatività, a farci veri portavoce dei diritti dei precari”. Come concludere, dunque? Con un invito alle RSU della CGIL/FLC a farsi davvero rappresentanti a fine mandato dei diritti dei propri colleghi e delle proprie colleghe con diploma magistrale, non dalla finestra delle proprie aule, non con una solidarietà sussurrata nella sala docenti o nei corridoi, ma con la partecipazione attiva e compatta allo sciopero nazionale dell'8 gennaio - a cui hanno già aderito COBAS e CUB, sindacati notoriamente di destra, non c'è che dire - se non altro per dare un segnale forte alla propria organizzazione sindacale perché eviti di perdersi in arzigogolate quanto sterili “comunicazioni riservate” e risolva davvero nei tavoli citati la questione, una volta per tutte. Magari, dopo vent'anni, è la volta buona.
Per ulteriori informazioni sullo sciopero dell'8 gennaio promosso da Anief,clicca qui.
Per ulteriori informazioni sullacampagna RSU 2018 Aniefe proporre la propria candidatura nelle liste Anief,clicca qui.