Anche il terzo incontro tra parte pubblica e rappresentanti dei lavoratori, svolto oggi, ha assunto una veste totalmente interlocutoria, se non priva di significato. Le parti hanno solo sfiorato l’argomento più succoso del confronto, ovvero le risorse per garantire gli aumenti promessi dalla funzione pubblica oltre un anno fa. Non è stata presentata nessuna risorsa in più.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il nostro sindacato dice a gran voce ai rappresentativi di non firmare, perché si stanno sottraendo 200 euro mensili ai lavoratori della scuola. Bisogna invece assolutamente recuperare l'indennità di vacanza contrattuale e il resto da erogare al momento della firma. Ogni altra ipotesi è quasi ‘criminale’, nel senso che dopo dieci anni di attesa non si può rifilare un contratto che non copre nemmeno l’inflazione che negli ultimi anni ha superato i compensi del comparto di quasi il 15 per cento.
Ancora nulla di fatto dal confronto tra il Miur e i sindacati rappresentativi della scuola: anche il terzo incontro tra parte pubblica e rappresentanti dei lavoratori, svolto oggi, ha assunto una veste totalmente interlocutoria, se non priva di significato. Le parti, come riporta TuttoScuola, si sono date appuntamento alla prossima settimana, avendo solo sfiorato l’argomento più succoso del confronto, ovvero le risorse per garantire gli aumenti promessi dalla funzione pubblica oltre un anno fa.
“Non ci sarà la no-stop. Il fine settimana servirà come pausa di riflessione per cercare soluzioni”, scrive la rivista specializzata. “Nessuna risorsa in più presentata oggi alle 14 ai sindacati durante l’incontro all’Aran per il rinnovo del contratto della scuola con relativi aumenti stipendiali. Non c’erano risorse”, conferma Orizzonte Scuola, secondo la quale “non si è trovata traccia di ulteriori stanziamenti di fondi per l’aumento degli stipendi del personale”.
Si conferma, quindi, la scarsità di risorse stanziate per il settore attraverso le ultime Leggi di Stabilità: l’aumento del 3,48% per il 2018, pure da marzo anziché del 1° gennaio, tralasciando i miserevoli arretrati per il biennio 2016-2017, arriva a coprire in media non più di 70 euro per docenti e Ata. Considerando che moltissimi dipendenti della scuola percepiscono compensi ridotti, non superiori ai 25mila euro, per loro la maggiorazione sarà quindi ben lontana dai famigerati 85 euro.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda: “Il nostro sindacato dice a gran voce ai rappresentativi di non firmare, perché si stanno sottraendo 200 euro mensili ai lavoratori della scuola. Bisogna invece assolutamente recuperare l'indennità di vacanza contrattuale e il resto da erogare al momento della firma. Ogni altra ipotesi è quasi ‘criminale’, nel senso che dopo dieci anni di attesa non si può rifilare un contratto che non copre nemmeno l’inflazione che negli ultimi anni ha superato i compensi del comparto di quasi il 15 per cento”.
Per il recupero in tribunale dell'indennità di vacanza contrattuale cliccare qui.
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