L’Amministrazione ha presentato la propria proposta sul Rapporto provinciale, compresa l’organizzazione e la programmazione dell’orario del servizio per rivedere le modalità di lavoro della categoria nelle località speciale. Le indicazioni sono pessime: viene incrementato il numero delle attività dovute per loro natura non quantificabili (e quindi rese a titolo gratuito ovvero non compensate), così come vengono aumentate le ore di formazione e di aggiornamento. Si punta anche a limitare le competenze didattiche del Collegio dei Docenti. Un organo che si vuol ridurre a assemblea meramente tecnica che attua le direttive della politica provinciale. Inoltre, gli insegnanti debbono essere sempre disponibili a modifiche del proprio orario anche giornaliero.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Dal punto di vista del datore del lavoro è un vero scacco matto. Se invece si vestono i panni dei lavoratori, c’è da mettersi le mani ai capelli. Perché un rinnovo del contratto finanziato con aumenti tre volte inferiori rispetto all’inflazione attuale e 15 volte addirittura per il biennio 2016/17, più ore di lavoro obbligatorio senza alcun genere di incentivo, il depotenziamento del Collegio dei Docenti, vero baluardo della democrazia scolastica, peggiorano di molto la vita di chi opera professionalmente nei nostri istituti. Anief, pertanto, si dice fortemente contraria a questa proposta contrattuale, sia a livello nazionale che a livello di giunte speciali, come quella di Trento.
È ancora possibile compilare e consegnare il modello di diffida predisposto dall’Anief, attraverso cui recuperare almeno 270 euro di aumento.
Sono sempre più scure le nubi che si addensano sul nuovo contratto della Scuola. A Trento si vuole infatti sperimentare e anticipare il nuovo modello organizzativo-compensativo che il Governo intende inserire nel rinnovo nazionale: può ore di lavoro obbligatorie per i docenti, senza alcun nuovo riconoscimento economico; aggiunta di ore di aggiornamento a costo zero; meno poteri al Collegio dei Docenti.
“Nella bozza - scrive Orizzonte Scuola riportando un resoconto sindacale della provincia a statuto speciale - si mantiene la totale osmosi tra ore nazionali e ore provinciali; viene incrementato il numero delle attività dovute per loro natura non quantificabili (e quindi rese a titolo gratuito ovvero non compensate), così come vengono aumentate le ore di formazione e di aggiornamento. Non basta”: si punta anche “a limitare le competenze didattiche del Collegio dei Docenti. Un organo che si vuol ridurre a assemblea meramente tecnica che attua le direttive della politica provinciale”. Inoltre, gli insegnanti “debbono essere sempre disponibili a modifiche, a volte giornaliere, del proprio orario di lavoro”: così si passa “da lavoratori a sudditi”.
Quella che si vuole introdurre in trentino, molto vicina alla proposta che l’Aran ha presentato ai sindacati rappresentativi per il contratto di categoria di quasi un milione e 200mila lavoratori della scuola, è una vera polpetta avvelenata. “Come se la logica del mercato possa supplire alla qualità del servizio – si dice contrariato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -: la verità è che non si può utilizzare lo stesso personale per svolgere ulteriori funzioni. Invece di assumere altre professionalità, che ogni giorno operano nelle scuole come precari e già selezionate, si continua a tartassare quelle già in essere. Alle quali prima si dice che non ci sono soldi e poi si rifilano compiti obbligatori a costo zero”.
“Dal punto di vista del datore del lavoro – conclude Pacifico - è un vero scacco matto. Se invece si vestono i panni dei lavoratori c’è da mettersi le mani ai capelli. Perché un rinnovo del contratto finanziato con aumenti tre volte inferiori rispetto all’inflazione attuale e 15 volte addirittura per il biennio 2016/2017, più ore di lavoro obbligatorio senza alcun genere di incentivo, il depotenziamento del Collegio dei Docenti, vero baluardo della democrazia scolastica, peggiorano di molto la vita di chi opera professionalmente nei nostri istituti. Anief, pertanto, si dice fortemente contraria a questa proposta contrattuale, sia a livello nazionale che a livello di giunte speciali, come quella di Trento”, conclude il sindacalista autonomo.
Anief ricorda che con il rinnovo nazionale sono previsti appena 40 euro netti medi non prima di marzo 2018, concordati da CGIL, CISL, UIL sanciti con l’accordo del 30 novembre 2016 (+ 3.48%), a fronte di 11 punti percentuali di aumenti del costo della vita certificata. E ora la ratifica del bonus “merito”, introdotto dalla Buona scuola (legge 107/2015), per 200 milioni di euro, come voluto dalla riforma Brunetta (d.lgs. 150/09), porterà aumenti solo ai migliori.
Coloro che intendono opporsi a tutto questo possono consegnare il modello di diffida predisposto dall’Anief, attraverso cui recuperare almeno 270 euro di aumento, da suddividere in due parti uguali: la prima sulla mancata assegnazione dell’indennità di vacanza contrattuale, la seconda di effettivo incremento. Con lo steso ricorso, inoltre, il sindacato intende far recuperare 2.654 euro di arretrati a lavoratore, incrementati dei primi due mesi del 2018 indebitamente sottratti, e a partire da settembre 2015, come ha confermato due anni fa la Corte Costituzionale.
Per dire no a tali ingiustizie, Anief ha organizzato scioperi e manifestazioni che si concluderanno con l’inizio della nuova legislatura: il 23 marzo a Roma, davanti al Parlamento, nel giorno dell’insediamento delle nuove Camere. Una data importante, su cui stanno confluendo anche altre associazioni e organizzazioni sindacali.
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