Arriva il primo rimborso rispetto a quanto decurtato: la somma è stata accreditata senza necessità di ricorrere in tribunale, dopo l’atto messo a disposizione dal giovane sindacato, che tutela i dirigenti scolastici, contro gli errori commessi sulle trattenute relative al Cir 2015/16 che non tenevano conto degli stipendi aggiornati dei DS di alcune province e avuti i chiarimenti dovuti dall’Ufficio Scolastico Regionale.
Il Presidente Udir, Marcello Pacifico, invita chi ancora non avesse inviato la diffida a provvedere immediatamente, a cominciare dalle province di Agrigento Catania, Messina, Palermo e Siracusa.
Arrivano ottime notizie per i dirigenti scolastici: le Ragionerie territoriali dello Stato cominciano infatti a rimborsare e adeguare i loro stipendi, grazie alle diffide presentate da Udir. L’aspetto positivo è che il tutto sta avvenendo senza necessità di ricorrere in tribunale, ma a seguito dell’atto messo a disposizione dal giovane sindacato contro gli errori commessi sulle trattenute relative al Cir 2015/16 che non tenevano conto degli stipendi aggiornati dei DS di alcune province. Ottenuto i chiarimenti dovuti dal Usr, poco dopo è arrivato il primo rimborso rispetto a quanto decurtato. Ora più che in passato, l’organizzazione sindacale si rimbocca le maniche, consapevole che c’è ancora molta strada da fare.
Come pubblicato in una nota del giovane sindacato Udir, le cose sembrano indirizzarsi verso la via giusta: in Sicilia, a partire da luglio 2017, sono stati messi in pagamento i contratti regionali relativi agli anni scolastici che vanno dal 2012/2013 al 2015/2016. La procedura non riguarda tutti i capi d’istituto, perché in alcune province le RTS hanno operato correttamente: sono stati aggiornati gli stipendi, applicando i nuovi importi stabiliti dal Contratto integrativo regionale 2015/2016 e di conseguenza sono stati pagati gli arretrati. In altre province, come Agrigento, Catania, Messina, Palermo e Siracusa, le RTS hanno invece agito in modo assurdo: sono stati liquidati gli arretrati, ma gli stipendi non sono stati aggiornati, per cui i dirigenti scolastici di queste province vengono a tutt’oggi pagati negli importi stabiliti dal CIR 2011/2012.
In tali province le RTS hanno liquidato una specie di una tantum e lì si sono fermate. Ciò è del tutto illegittimo, per quanto attiene alla retribuzione di posizione/quota variabile che è un elemento fisso e continuativo della retribuzione, pagato mensilmente in base al contratto regionale pro-tempore vigente. Perché il CIR oggi vigente, quello relativo all’a.s. 2015/2016, all’art. 6, comma 2, stabilisce testualmente: “I criteri e le modalità di utilizzo del fondo regionale definiti dal presente contratto continuano ad applicarsi fino alla stipula di un nuovo C.I.R., con riserva di conguaglio a credito o a debito.”
Su indicazione dell’UDIR, nell’ambito dei ricorsi contro i tagli del FUN, diversi dirigenti scolastici di queste province hanno pertanto inviato una formale diffida all’USR della Sicilia e alle RTS delle province interessate volte ad ottenere l’adeguamento dello stipendio mensile e la liquidazione degli arretrati già maturati. E ad un Dirigente Scolastico della provincia di Messina è arrivata una risposta positiva: la RTS comunica che “questa Ragioneria, a seguito precisazione dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, ha provveduto con rata 02/2018 all’adeguamento della retribuzione di posizione parte variabile ed alla corresponsione dei relativi arretrati dal 01.09.2016”. A parte lo scaricabarile tra USR e RTS, quest’ultima comunica che a partire da febbraio 2018 verrà dunque adeguato l’importo della retribuzione di posizione/parte variabile e verranno liquidati gli arretrati già maturati.
L’Udir ha quindi inviato un’ulteriore diffida all’USR Sicilia e alle RTS inadempienti, perché si provveda immediatamente ad adeguare gli stipendi dei presidi di queste province. Il giovane sindacato quindi, certo di quanto accaduto, invita tutti i dirigenti scolastici delle province interessate ad inoltrare a loro volta una diffida individuale, aderendo ai ricorsi contro il taglio del FUN e per il recupero di quanto indebitamente non corrisposto.
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