Tra le diverse disposizioni illegittime figura il mancato riconoscimento del servizio prestato durante il precariato come valido per il blocco quinquennale sul sostegno, né di quello prestato nella paritaria né di quello prestato nel pre-ruolo per intero nelle graduatorie interne d’istituto per l’individuazione dei soprannumerari. Nessun correttivo è giunto neanche per l’algoritmo secretato e impazzito che nell’estate del 2015 ha trasferito migliaia di docenti a centinaia di chilometri di distanza sanando solo una parte di quegli errori macroscopici e mai ammessi. Viene confermato pure il passaggio dei docenti da potenziamento a curricolare e viceversa, cosicché cada ogni distinzione di posto nell’organico di autonomia: di fatto, se un insegnante può spostarsi da potenziamento a disciplina, allora anche il dirigente scolastico potrà spostare da disciplina a potenziamento e viceversa, in deroga alla legge che individuava soltanto alcuni “potenziatori”, li assegnava per tre anni e se non confermati li rimandava in ambito territoriale per un’altra assegnazione triennale; mentre il potenziamento poteva capitare a chiunque avesse presentato domanda di mobilità o si fosse trovato sovrannumerario.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): In questo contratto ci sono molti aspetti che rimangono inalterati, anche laddove gli eventi giudiziari, oltre che il diritto moderno europeo, abbiano espresso giudizi diametralmente opposti. Tra l’altro, il mancato adeguamento delle norme risulta particolarmente grave, perché con la sottoscrizione del contratto ha confermato l’intenzione di cambiarne regole non più annualmente ma ogni triennio.
Per aderire ai ricorsi Anief contro le troppe norme contrattuali sulla mobilità che ledono i diritti dei lavoratori della scuola, cliccare su questo link.
Le sentenze dei tribunali non servono solo a fare giustizia per il singolo ricorrente, ma anche a dare delle indicazioni al legislatore e all’amministrazione su come sviluppare le nuove regole. Non la pensano così, evidentemente, l’Aran e i sindacati Confederali che, nel sottoscrivere il nuovo di contratto della scuola, qualche giorno fa, a distanza di quasi dieci anni dall’ultimo rinnovo, hanno dimenticato di adeguarne i contenuti su diversi fronti, anche su quello della mobilità degli insegnanti e del personale Ata che ogni anno interessa oltre 100mila dipendenti di ruolo.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, sottolinea che “in questo contratto ci sono molti aspetti che rimangono infatti inalterati, anche laddove gli eventi giudiziari, oltre che il diritto moderno europeo, abbiano espresso giudizi diametralmente opposti. Tra l’altro, il mancato adeguamento delle norme risulta particolarmente grave, perché con la sottoscrizione del contratto ha confermato l’intenzione di cambiarne regole non più annualmente ma ogni triennio”.
Tra le diverse disposizioni illegittime che l’Anief condurrà in tribunale figura il mancato riconoscimento del servizio prestato durante il precariato come valido per il blocco quinquennale sul sostegno, né di quello prestato nel pre-ruolo per intero nelle graduatorie interne d’istituto per l’individuazione dei soprannumerari (poiché non è stato fatto valere il servizio pre-ruolo per intero). Stesso discorso per il servizio svolto nelle scuole paritarie: il sindacato ha predisposto apposito ricorso al giudice del lavoro impugnando la tabella valutazione dei titoli previsti dalla mobilità 2017/18. L’obiettivo rimane quello di ottenere, ai fini dell’attribuzione del punteggio, la valutazione del servizio pre-ruolo o di altro servizio di ruolo prestato nella scuola paritaria, ma anche nei percorsi di formazione professionale, nelle scuole comunali e nelle piccole isole.
Nessun correttivo è giunto neanche per l’algoritmo secretato e impazzito che nell’estate del 2015 ha trasferito migliaia di docenti a centinaia di chilometri di distanza sanando solo una parte di quegli errori macroscopici e mai ammessi. A tale proposito, è rimasto inascoltato l’appello Anief di introdurre un organico maggiorato proprio per le zone disagiate, ad alta presenza migratoria e con una bassa incidenza culturale del territorio, dove la presenza di più insegnanti inciderebbe positivamente sul preoccupante tasso di dispersione scolastica che in alcune province del Meridione supera il 40 per cento.
Viene confermato pure il passaggio dei docenti da potenziamento a curricolare e viceversa, cosicché cada ogni distinzione di posto nell’organico di autonomia: di fatto, se un insegnante può spostarsi da potenziamento a disciplina, allora anche il dirigente scolastico potrà spostare da disciplina a potenziamento e viceversa, in deroga alla legge che individuava soltanto alcuni “potenziatori”, li assegnava per tre anni e se non confermati li rimandava in ambito territoriale per un’altra assegnazione triennale; mentre il potenziamento poteva capitare a chiunque avesse presentato domanda di mobilità o si fosse trovato come sovrannumerario.
A tale scopo, si prevede l’impugnazione per il docente di ruolo assegnato su Ambito e con incarico triennale su sede a cui si vuole impedire di inserire tra le 5 scuole espresse anche la sede di attuale incarico triennale. Potranno ricorrere al giudice del lavoro, infine, i docenti di ruolo su posto di sostegno a cui si vuole negare di passare sulla disciplina, perché per giungere ai 5 anni minimi di servizio si continua a non calcolare il servizio su sostegno svolto da precario.
È stato infine attivato anche il ricorso contro la tabella di valutazioni dei titoli che ha penalizzato i docenti, decretandogli un punteggio ridotto: si va dall’abilitazione SSIS alla specializzazione SSIS di sostegno, dal titolo TFA conseguito (anche sostegno) al servizio pre-ruolo al pari di quello prestato dopo la nomina (punti 6 e per intero), dal doppio punteggio per servizio pre-ruolo in piccole isole al servizio militare prestato non in costanza di nomina.
Per aderire ai ricorsi Anief contro le troppe norme contrattuali sulla mobilità che ledono i diritti dei lavoratori della scuola, cliccare su questo link.
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