Se accolte le sue osservazioni dalla Corte di Giustizia Europea, docenti e Ata immessi in ruolo potranno chiedere la retrodatazione giuridica utile per la mobilità, la valutazione per intero del servizio pre-ruolo nelle ricostruzioni di carriera - attualmente riconosciuta dai tribunali del lavoro -, i risarcimenti da due a dodici mensilità per l’abuso dei contratti a termine, per ora negati dalle SS. UU. della Cassazione - oltre ai mancati scatti di anzianità già riconosciuti. Per aderire ai ricorsi vai al seguente link.
La questione pregiudiziale sull’interpretazione della clausola 5 della Direttiva 70/99 UE era stata sollevata dalla Corte di Appello di Trento su ricorso presentato dai legali dell’Anief, gli avvocati Galleano e De Michele, con ordinanza del 17 luglio 2017, per conto di un insegnante di fisarmonica assunto a tempo indeterminato nel 2010 dopo sette anni di precariato.
Nel giudizio pendente presso la CGUE, si è pronunciata la Commissione Europea con osservazioni scritte, il 28 novembre 2017, con affermazioni conforme a quelle espresse dai legali Anief, in base alle quali “la clausola 5 … osta all’applicazione di disposizioni nazionali come quelle in causa nel giudizio principale, che prevedono la stabilizzazione degli insegnanti a termine per il futuro, senza effetto retroattivo e senza risarcimento del danno per gli abusi nel ricorso alla contrattazione a termine”.
Se le tesi saranno accolte dalla Corte di giustizia europea, verranno superate le sentenze delle SS. UU. della Cassazione (ex plurimis 22552/16) che negavano il diritto al risarcimento danni in favore del personale di ruolo che ha subìto prima dell’immissione diversi contratti a termine, personale che già oggi può ricorrere per ottenere i mancati scatti di anzianità durante il pre-ruolo, e il riconoscimento per intero del pre-ruolo avverso il decreto di ricostruzione di carriera. La retrodatazione giuridica, inoltre, permetterebbe ad alcuni di superare il prossimo blocco triennale sulla mobilità e quello quinquennale sul sostegno, nonché di richiedere il trasferimento nella provincia dove aveva prestato servizio da precario dopo 36 mesi.
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