Negli ultimi giorni hanno aderito all’iniziativa Anief altri sindacati che si aggiungono ai tantissimi docenti e Ata che nel giorno dell'inizio della XVIII legislatura si fermeranno per reclamare modifiche al contratto su aumenti, precariato, ricostruzione di carriera, mobilità, potenziamento: a capitanare la protesta saranno le maestre e maestri con diploma magistrale, per chiedere a gran voce la riapertura urgente delle Graduatorie ad esaurimento e il superamento della sentenza in adunanza plenaria 11/2017. Il malessere della categoria ha raggiunto livelli altissimi: a giugno scadono 45mila contratti sottoscritti ad inizio anno dai docenti inseriti con riserva nelle GaE e c’è il pericolo di non rinnovarli, mentre continuano a rischiare il licenziamento altre 6 mila maestre assunte con riserva a tempo indeterminato, nonostante abbiano superato l'anno di prova come le altre 2 mila maestre immesse in ruolo grazie a otto sentenze del Consiglio di Stato passate in giudicato. L'unica soluzione rimane un decreto legge urgente che riconosca a tutto il personale con abilitazione l'inserimento nelle GaE, ovvero nel doppio canale utile per le immissioni in ruolo, alla luce anche dei tanti posti vacanti e disponibili, peraltro, coperti con continue supplenze dagli stessi aspiranti. A marzo, invece, è stato firmato un contratto sulla mobilità che non soddisfa, preceduto dall’accordo per il rinnovo del Ccnl per il triennio 2016/18 che prevede aumenti tre volte inferiori all'inflazione e arretrati tredici volte più bassi, non riconosce la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, non chiarisce il servizio prestato in organico di potenziamento e ostacola i trasferimenti, a dispetto delle pronunce della Cassazione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sono tutte note negative che per Anief devono essere assolutamente mutate attraverso un intervento della politica che cambi radicalmente la Legge 107/15 e trovi le risorse finanziarie adeguate non stanziate dall'ultima Legge 205/17 di Bilancio di fine anno, in modo da coprire almeno l'inflazione programmata registrata negli ultimi dieci anni. Così come urge una soluzione legislativa che riapra le GaE a tutti gli abilitati e tuteli i maestri assunti a tempo indeterminato e determinato con diploma magistrale. È già stato fatto due volte, nel 2008 e nel 2012. A questo servirà la mobilitazione, con manifestazione di piazza il 23 marzo, nel giorno dell'avvio dei lavori di Camera e Senato, che segue allo sciopero dell'8 gennaio: va mandato un segnale forte a chi si accinge ad entrare in Parlamento.
Sono attesi tantissimi docenti e Ata nel giorno dell'inizio della XVIII legislatura per reclamare modifiche al contratto su aumenti, precariato, ricostruzione di carriera, mobilità, potenziamento e moltissime maestre e maestri con diploma magistrale pronti a chiedere a gran voce la riapertura urgente delle Graduatorie ad esaurimento e il superamento della sentenza in adunanza plenaria n. 11/2017. Negli ultimi giorni, hanno aderito allo sciopero Anief anche sindacati di base e autonomi. Il malessere della categoria ha raggiunto livelli altissimi. A giugno, infatti, scadono 45mila contratti sottoscritti ad inizio anno scolastico dai docenti inseriti con riserva nelle Graduatorie ad esaurimento e c’è il serio pericolo di non rinnovarli, mentre continuano a rischiare il licenziamento altre 6 mila maestre assunte con riserva a tempo indeterminato, nonostante abbiano superato l'anno di prova come le altre 2 mila maestre immesse in ruolo grazie a otto sentenze del Consiglio di Stato passate in giudicato.
L'unica soluzione rimane quella legislativa: un decreto legge urgente che riconosca a tutto il personale in possesso dell'abilitazione l'inserimento nelle GaE, ovvero nel doppio canale utile per le immissioni in ruolo, alla luce anche dei tanti posti vacanti e disponibili, peraltro, coperti con continue supplenze dagli stessi aspiranti. A marzo, invece, è stato firmato un contratto sulla mobilità che non soddisfa, preceduto dall’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il triennio 2016/18 che prevede aumenti tre volte inferiori all'inflazione e arretrati tredici volte più bassi, non riconosce la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, non chiarisce il servizio prestato in organico di potenziamento e ostacola i trasferimenti, a dispetto delle le pronunce della Suprema Corte di Cassazione.
“Sono tutte note negative che per Anief devono essere assolutamente mutate – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - attraverso un intervento della politica che cambi radicalmente la Legge 107/15 e trovi le risorse finanziarie adeguate non stanziate dall'ultima Legge 205/17 di Bilancio di fine anno, in modo da coprire almeno l'inflazione programmata registrata negli ultimi dieci anni. Così come urge una soluzione legislativa che riapra le GaE a tutti gli abilitati e tuteli i maestri assunti a tempo indeterminato e determinato con diploma magistrale. È già stato fatto due volte, nel 2008 e nel 2012”.
“A questo servirà la mobilitazione, con manifestazione di piazza, del prossimo 23 marzo, nel giorno dell'avvio dei lavori di Camera e Senato, che fa seguito allo sciopero dell'8 gennaio: bisogna mandare un segnale forte a chi si accinge ad entrare in Parlamento, perché si affrontino una volta dei problemi seri non più procrastinabili”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.Dunque, confermato il sit-in a Piazza Montecitorio dalle 9.00 alle 15.00.
Il giovane sindacato invia infine un appello a tutti i docenti e Ata che non ce la fanno più a subire e che desiderano fare entrare il diritto nella loro scuola: prima del 13 marzo possono candidarsi direttamente on line con Anief #perunascuolagiusta e successivamente votare Anief in occasione delle prossime elezioni RSU previste dal 17 al 19 aprile.
PER APPROFONDIMENTI:
SCUOLA – Rinnovo del contratto, non si possono aumentare gli stipendi con le ‘partite di giro’
SCUOLA – Firmato da Cgil, Cisl e Uil il contratto della vergogna
Contratto, gli aumenti reali netti sono ridicoli: tra i 37 e i 52 euro