Ieri, tra i motivi della protesta del giovane sindacato, che ha avuto un’ampia partecipazione e un’eco nazionale da grandi eventi, c’era anche la richiesta di uscita anticipata per chi opera nella scuola, dove lo stress da lavoro è altissimo, diventata una necessità imprescindibile: le motivazioni sono state espresse sia ai dirigenti ministeriali, che hanno ricevuto una delegazione dell’Anief, sia ai parlamentari incontrati dal presidente nazionale Anief nel pomeriggio. Nelle stesse ore, però, dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, veniva espressa una tesi diametralmente opposta.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La vita e i diritti delle persone valgono più dei meri calcoli economici. I partiti politici ci hanno detto, durante la campagna elettorale, che i costi per certe manovre sacrosante non sono un problema. Perché si copriranno con l’eliminazione degli sprechi. È bene, quindi, rimanere su questa linea. Senza deviare su altre strade: permettere di riempire il campo mediatico con delle visioni opposte, come quella di Boeri, senza che nessuno replichi, a livello istituzionale e politico, non è un bel segnale. Perché non stiamo chiedendo nulla di trascendentale, ma solo la tutela dei lavoratori: recenti studi hanno confermato che per quelli della scuola il burnout presenta percentuali molto più alte che in altre professioni, con un’alta incidenza di malattia psichiatriche ed oncologiche. Senza dimenticare che costringendo centinaia di migliaia di dipendenti a fare formazione alle soglie dei 70 anni, si continuano a respingere altrettanti giovani che vogliono fare lo stesso lavoro ad invecchiarsi da supplenti. Fare finta di niente, accampando scusanti legate alla mancanza di fondi pubblici adeguati, rappresenterebbe l’ennesima presa in giro. La stessa che ha portato gli assegni pensionistici a ridursi progressivamente. Per questo attendiamo con estrema fiducia che i politici che hanno vinto le elezioni anche grazie alla promessa di anticipare l’uscita da lavoro, inseriscano tra gli obiettivi prioritari da realizzare nella XVIII legislatura la riduzione delle soglie per andare in pensione.
Tutti coloro che hanno necessità di chiarimenti possono chiedere una consulenza personalizzata a Cedan per sapere se si ha diritto ad andare in quiescenza prima dei termini contributivi e di vecchiaia previsti dalla legge e per scoprire il valore dell’assegno pensionistico. Oltre a ulteriori servizi. Per contatti, ci si può collegare al sito internet. Per avere tutte le indicazioni necessarie è possibile anche scrivere una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
“Sulle pensioni non si deve arretrare di un millimetro: la riforma Fornero ha distrutto la vita di milioni di lavoratori, costretti a lasciare il servizio alle soglie dei 70 anni dopo una vita di lavoro. Ma dopo le promesse elettorali, i nostri leader politici hanno già allentato la presa, dando campo libero ai professori di Economia e Finanza e ai vertici dell’Inps, che fanno a gara per spiegare i motivi per cui non si potrà legiferare né la quota 100, né la ‘finestra’ a 61 anni”: a dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, all’indomani del convincente sciopero della scuola che ha portato a Roma 5mila manifestanti.
Tra i motivi della protesta del giovane sindacato, che ha avuto un’ampia partecipazione e un’eco nazionale da grandi eventi, c’era anche la richiesta di uscita dal lavoro a 61 che, per chi opera nella scuola, dove lo stress da lavoro è altissimo, è diventata una necessità imprescindibile: ieri le motivazioni sono state espresse sia ai dirigenti ministeriali, che hanno ricevuto una delegazione dell’Anief, sia ai parlamentari incontrati dal presidente nazionale Anief nel pomeriggio.
Nelle stesse ore, però, dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, veniva espressa una tesi diametralmente opposta: commentando la proposta della Lega di abolire la Legge Fornero, peraltro in linea con diversi altri raggruppamenti politici tra cui il M5S, il presidente Inps ha detto che “tornare a quota 100, quindi la somma dei requisiti anagrafici e contributivi, oppure di permettere il pensionamento con 41 anni di contributi, quindi senza ripristinare le finestre, costerebbe, secondo i nostri calcoli, circa 90 miliardi in termini di debito pensionistico aggiuntivo. Partire abolendo leggi che sono state introdotte nel passato recente – ha aggiunto Boeri – mi sembra un inizio un po’ paradossale di una nuova era”. Inoltre, sempre secondo Boeri, “la Legge Fornero è stata introdotta in un momento drammatico per il Paese, è stata fin troppo draconiana: ha elevato l’età pensionabile in modo drastico e ha creato, nell’immediato, forti scompensi anche al mercato del lavoro perché era una fase di recessione”.
“La vita e i diritti delle persone –ribatte Marcello Pacifico – valgono più dei meri calcoli economici. I partiti politici ci hanno detto, durante la campagna elettorale che ha portato al voto del 4 marzo, che i costi per certe manovre sacrosante non sono un problema. Perché si copriranno con l’eliminazione degli sprechi. È bene, quindi, rimanere su questa linea. Senza deviare su altre strade: permettere di riempire il campo mediatico con delle visioni opposte, come quella di Boeri, senza che nessuno replichi, a livello istituzionale e politico, non è un bel segnale. Perché non stiamo chiedendo nulla di trascendentale, ma solo la tutela dei lavoratori: recenti studi hanno confermato che per quelli della scuola il burnout presenta percentuali molto più alte che in altre professioni, con un’alta incidenza di malattia psichiatriche ed oncologiche. Senza dimenticare che costringendo centinaia di migliaia di dipendenti della scuola a fare formazione alle soglie dei 70 anni, si continuano a respingere altrettanti giovani che vogliono fare lo stesso lavoro ad invecchiarsi da supplenti”.
“Fare finta di niente, accampando numeri o scusanti legate alla mancanza di fondi pubblici adeguati, rappresenterebbe l’ennesima presa in giro. La stessa che ha portato gli assegni pensionistici a ridursi progressivamente, fino a rasentare il dimezzamento dell’ultimo stipendio. Per questo – conclude il sindacalista autonomo - attendiamo con estrema fiducia che i politici che hanno vinto le elezioni, anche grazie alla promessa di anticipare l’uscita da lavoro, inseriscano tra gli obiettivi prioritari da realizzare nella XVIII legislatura la riduzione delle soglie per andare in pensione”.
Tutti coloro che hanno necessità di chiarimenti possono chiedere una consulenza personalizzata a Cedan per sapere se si ha diritto ad andare in quiescenza prima dei termini contributivi e di vecchiaia previsti dalla legge e per scoprire il valore dell’assegno pensionistico. Oltre a ulteriori servizi. Per contatti, ci si può collegare al sito internet. Per avere tutte le indicazioni necessarie è possibile anche scrivere una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ARTICOLI SULLO STESSO ARGOMENTO:
SCUOLA – Firmato da Cgil, Cisl e Uil il contratto della vergogna
Contratto, gli aumenti reali netti sono ridicoli: tra i 37 e i 52 euro
Diplomati magistrale, anche i Comuni scendono in campo: la scuola ha bisogno di loro
Venerdì 23 marzo sciopero: le scuole si fermeranno durante la proclamazione dei parlamentari eletti
Pensioni, dopo le promesse elettorali torna il silenzio assordante