Legata alla sedia con lo scotch, presa a calci e ripresa con il telefonino dagli studenti della classe: la scellerata vicenda, che rimane grave anche dopo il tentativo di ridimensionamento dei genitori, è accaduta più di un mese fa in una scuola prima superiore. Dinanzi a certi accadimenti, ci si sarebbe aspettati una punizione esemplare, finalizzata anche a prevenire qualsiasi tipo di emulazione: invece la sanzione per gli studenti si è limitata ad “un mese di sospensione con l’obbligo di frequenza in aggiunta la pulizia dei cestini delle altre aule durante l’intervallo”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non è davvero ammissibile ciò che è successo. L’aggressione nei confronti di un docente deve comportare l'espulsione immediata dello studente o degli studenti che si sono resi artefici di tale azione vergognosa. Inoltre, l’insegnante può persino valutare di denunciare questi giorni per oltraggio a pubblico ufficiale: quello che è stato fatto, se accertato, è un vero e proprio reato penale. Il primo fine del nostro lavoro è educare le generazioni del futuro: dobbiamo formare uomini e donne rispettosi e ricolmi di senso civico. Chi compie questi oltraggi deve essere espulso, senza se e senza ma: d'ufficio. E in tutto questo, le famiglie, dove sono? Perché escono allo scoperto solo ora, tentando di giustificare l’ingiustificabile? La verità è che i genitori dovrebbero collaborare, altrimenti episodi di questo genere non faranno che moltiplicarsi. La scuola da sola non ce la può fare.
“Legata alla sedia con lo scotch e presa a calci dagli studenti”. La storia, tristissima, riguarda una classe prima di una scuola secondaria di secondo grado di Alessandria; la scellerata vicenda – su cui in queste ultime ore si è consumato un tentativo di ridimensionamento da parte dei genitori - è accaduta più di un mese fa e per tutelare la docente, che non ha sporto denuncia, non è stato reso noto il nome dell’istituto dove si sono svolti i fatti. Si sa solo che si tratta dell’ennesimo episodio di bullismo, che ha avuto come vittima una docente con disabilità fisica.
“Durante una lezione – scrive La Stampa - i ragazzini di una prima superiore l’hanno legata alla sedia della cattedra e presa di mira a calci. Alcuni di loro, quelli che non partecipavano riprendevano con i cellulari”. Il prodotto di questa insana ‘bravata’ è stato un video, successivamente “postato su Instagram” che “ha girato per gli smartphone di parecchi ragazzini. Ed è così che in città sono in molti ad aver visto quelle immagini, seppur eliminate in fretta, di quell’aggressione vigliacca a chi non poteva difendersi”. Dinanzi a certi accadimenti, ci si sarebbe aspettati una punizione esemplare, finalizzata anche a prevenire qualsiasi tipo di emulazione: invece la sanzione per gli studenti si è limitata ad “un mese di sospensione con l’obbligo di frequenza in aggiunta la pulizia dei cestini delle altre aule durante l’intervallo”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ciò che è accaduto lascia davvero sconcertati: “Non è davvero ammissibile ciò che è successo. Noi, come sindacato, siamo per la tolleranza zero su certi episodi: l’aggressione nei confronti di un docente deve comportare l'espulsione immediata dello studente o degli studenti che si sono resi artefici di tale azione vergognosa. Inoltre, l’insegnante può persino valutare di denunciare questi giorni per oltraggio a pubblico ufficiale: quello che è stato fatto, se accertato, è un vero e proprio reato penale”.
“Il primo fine del nostro lavoro – continua il presidente Anief - è educare le generazioni del futuro: dobbiamo formare uomini e donne rispettosi e ricolmi di senso civico. Chi compie questi oltraggi deve essere espulso, senza se e senza ma: d'ufficio. Chi compie violenza, a meno che non sia a sua volta portatore di limiti mentali, ha sempre torto e, al di là dei profili penali, deve sapere che non ci può essere alcuna discrezionalità, nemmeno del Consiglio d'Istituto, che possa giustificare alcunché”.
“E in tutto questo, le famiglie, - continua il sindacalista autonomo - dove sono? Perché escono allo scoperto solo ora, tentando di giustificare l’ingiustificabile? La verità è che i genitori dovrebbero collaborare, altrimenti episodi di questo genere non faranno che moltiplicarsi. La scuola da sola non ce la può fare. E anche le istituzioni, ai massimi vertici e a livello locale, debbono stare vicino agli insegnanti, supportandoli, a partire dalle aree a rischio, con figure a supporto, anche incrementando le copresenze. Ecco perché noi siamo per le punizioni esemplari: si deve comprendere lo sbaglio, affinché domani questi ragazzi diventino buoni cittadini”.
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