La Corte dei Conti definisce il rinnovo ‘deludente’, in riferimento ad una retribuzione in grado di premiare il merito e incentivare produttività ed efficienza nel pubblico impiego: l’ipotesi all’esame, scrive la Corte, si rivela complessivamente tale, perché le risorse messe a disposizione risultano pressoché esclusivamente per corrispondere adeguamenti delle componenti fisse della retribuzione. Il CCNL prevede incrementi quasi esclusivamente tabellari lasciando poco spazio al merito, diversamente da quanto stabilito dal decreto n. 150/09. Si attende il parere ultimo della Corte riguardo al comparto Scuola, o meglio Istruzione e Ricerca, che, dopo il via libera del Consiglio dei Ministri, deve adesso passare al vaglio proprio della stessa.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): È vero che gli aumenti del 3,48% sono superiori al valore Ipca 2018, pari ad un incremento dell’1,90%, ma nello stesso tempo sono inferiori di ben quattro volte rispetto al costo della vita certificato nell'ultimo decennio, che è infatti salito di oltre 14 punti. Per questo, abbiamo definito vergognosa la firma del rinnovo contrattuale, poiché non si è volutamente sbloccata l'indennità di vacanza contrattuale che dovrebbe dare, proprio durante il periodo privo di rinnovo stipendiale, il 50% di aumento relativo al tasso Ipca richiamato.
Per tutti questi motivi, Anief prosegue i ricorsi gratuiti, al fine di far attribuire ai lavoratori il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018.
Viene meno una buona occasione per le tasche degli impiegati pubblici: la Corte dei Conti ha appena definito il Contratto degli Statali ‘deludente’ in riferimento ad una retribuzione in grado di premiare il merito e incentivare produttività ed efficienza nel pubblico impiego. Il problema, ribatte l’Anief, è che quel contratto non andava firmato, perché anche l’obiettivo minimo, quello di coprire il costo della vita, è venuto meno, quindi il rinnovo rappresenta una sconfitta: gli aumenti del 3,48% se sono superiori al valore Ipca 2018 (+1,90%), considerato dai magistrati contabili, in verità sono inferiori di quattro volte rispetto all'inflazione certificata nell'ultimo decennio (+14 punti).
Riferendosi agli incrementi retributivi del 3,48% della massa salariale, la Corte dei Conti ritiene che “il vero parametro per certificare la compatibilità economica di incrementi contrattuali, specie se superiori all’andamento dell’inflazione, non può prescindere da una valutazione degli effetti della contrattazione, in termini di recupero della produttività del settore pubblico". E “sotto tale profilo, - rimarca - l’ipotesi all’esame si rivela complessivamente deludente" perché le risorse messe a disposizione risultano "pressoché esclusivamente per corrispondere adeguamenti delle componenti fisse della retribuzione”.
Anche la stampa specializzata si sofferma sul giudizio della Corte, rimarcando che gli importi, necessari a garantire l’aumento degli stipendi pari al 3,48%, sarebbero superiori a quelli previsti nel caso in cui si fosse applicato l’indice Ipca o il tasso di inflazione programmato. Pertanto, scrive Orizzonte Scuola, “la verifica della compatibilità economica dei costi contrattuali si rivela di non facile percorribilità”. Infine, ricorda che i dipendenti della PA sono in attesa del parere ultimo della “Corte riguardo al CCNL del comparto Scuola, o meglio Istruzione e Ricerca, che, dopo il via libera del Consiglio dei Ministri, deve adesso passare al vaglio proprio della stessa. Ricordiamo che nel caso della Scuola, al fine di garantire l’aumento medio mensile lordo di 85 euro, è stato introdotto il cosiddetto elemento perequativo (per il solo 2018), perché il meccanismo dell’incremento del 3,48% avrebbe garantito l’aumento medio predetto soltanto a coloro i quali percepiscono stipendi alti, tra i quali non rientra sicuramente il personale della scuola”, conclude.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale CisaL, intende fare chiarezza, soffermandosi su un dato inequivocabile: “è vero che gli aumenti del 3,48% sono superiori al valore Ipca 2018, pari ad un incremento dell’1,90%, ma nello stesso tempo sono inferiori di ben quattro volte rispetto al costo della vita certificato nell'ultimo decennio, che è infatti salito di oltre 14 punti. Per questo, Anief-Cisal ha definito vergognosa la firma del rinnovo contrattuale, poiché non si è volutamente sbloccata l'indennità di vacanza contrattuale che dovrebbe dare, proprio durante il periodo privo di rinnovo stipendiale, il 50% di aumento relativo al tasso Ipca richiamato”.
Il sindacato ricorda che ha messo a disposizione dei ricorrenti il modello di diffida gratuito per ottenere quanto dovuto dallo Stato e per richiedere quanto spetta di diritto. Anief prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche la mancata stabilizzazione: si può quindi decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati, come già detto, pure i lavoratori già assunti a tempo indeterminato.
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