Forte delle sentenze delle sezioni unite della Cassazione, che riconoscono la parità di trattamento tra personale a tempo determinato e indeterminato, il giovane sindacato consiglia agli interessati di non soccombere alla norma iniqua imposta dal Ministero di Viale Trastevere: perché gli anni validi ai fini del raggiungimento del quinquennio sono sia quelli svolti da precari, sia successivamente alla stipula del contratto di assunzione in ruolo, sempre su sostegno. Per aderire al ricorso vai al seguente link.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Su questa lunghezza d’onda si sono anche sintonizzati tutti i tribunali del lavoro, specialmente dopo le sentenze delle sezioni unite della Corte Cassazione che riconoscono la parità di trattamento tra personale a tempo determinato e indeterminato. Noi siamo convinti che tale espressione non può rimanere lettera morta: per questo, invitiamo tutti gli insegnanti di sostegno che hanno superato l’anno di prova ed in precedenza svolto servizio sullo stesso posto, per un periodo complessivo di almeno cinque anni, a rivolgersi al nostro sindacato per presentare domanda di mobilità entro il prossimo 26 aprile.
Scegliere di fare l’insegnante di sostegno comporta l’obbligo di rimanere sul ruolo per almeno cinque anni: la norma, che impedisce di passare su cattedra comune per i primi 60 mesi dall’assunzione, è stata confermata dall’ultima riforma, la Legge 107/2015. Senza, però, che si eliminasse l’insensata differenziazione tra il servizio pre e post contratto a tempo indeterminato. Il risultato di questa ennesima discriminazione è che in questi giorni di compilazione delle domande di mobilità 2018/2019, con almeno 200mila interessati, vi sono tanti docenti di sostengo di ruolo che risultano impossibilitati a presentare la loro candidatura pur avendo svolto il servizio quinquennale richiesto.
Secondo il sindacato Anief, invece, al personale docente di ruolo su posto di sostegno va conteggiato anche il periodo svolto precedentemente, da precario senza soluzione di continuità, sulla stessa tipologia di posto: di fatto, gli anni validi ai fini del raggiungimento del quinquennio sono sia quelli svolti da precari, sia successivamente alla stipula del contratto di assunzione in ruolo, sempre su sostegno.
“Su questa lunghezza d’onda – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – si sono anche sintonizzati tutti i tribunali del lavoro, specialmente dopo le sentenze delle sezioni unite della Corte Cassazione che riconoscono la parità di trattamento tra personale a tempo determinato e indeterminato. Noi siamo convinti che tale espressione non può rimanere lettera morta: per questo, invitiamo tutti gli insegnanti di sostegno che hanno superato l’anno di prova ed in precedenza svolto servizio sullo stesso posto, per un periodo complessivo di almeno cinque anni, a rivolgersi al nostro sindacato per presentare domanda di mobilità entro il prossimo 26 aprile”.
A stabilirlo, in particolare, è stata la sezione lavoro della Suprema Corte, attraverso un’ordinanza emessa il 1° agosto scorso, la n. 19136, che nei fatti conferma la sentenza della Corte di Appello di Torino la quale affermava che la nota clausola 4, in quanto precisa ed incondizionata, prevale sul diritto interno laddove la natura, la durata e la frequenza delle prestazioni lavorative non differiscono, in fatto, da quelle del personale assunto a tempo indeterminato.
Per ricorrere contro il vincolo quinquennale su sostegno solo di ruolo è necessario presentare domanda di trasferimento, chiedendo il passaggio da sostegno a posto comune/curricolare. Inoltre, è indispensabile inserire o aggiornare la sede di servizio attuale nello “Storico scuole”, all'interno dell'Area riservata del Portale Anief. A breve, Anief fornirà specifiche istruzioni e il modello cartaceo da compilare a integrazione e/o sostituzione della domanda on line. Per maggiori informazioni cliccare qui.
Per maggiori informazioni, Anief consiglia anche di consultare lo sportello Anief più vicino, per avere maggiori informazioni sulle modalità di presentazione delle domande e di eventuali ricorsi. Infine, si consiglia di partecipare ad uno dei prossimi seminari Anief previsti nel territorio.
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