Nuove vittorie per i ricorsi Anief contro “l'algoritmo impazzito” con condanna per il Ministero dell’Istruzione all’immediato trasferimento di altri due docenti imponendo il rispetto del principio costituzionale del merito. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Nessun dubbio per i Giudici sul diritto al trasferimento in base al punteggio posseduto, ancora una volta l'Anief ottiene ragione in favore dei lavoratori della scuola”.
Il MIUR paga di nuovo lo scotto dei madornali errori nei trasferimenti effettuati nel 2016 e subisce altre due sconfitte in tribunale grazie all’intervento dei legali Anief Walter Miceli, Fabio Ganci, Marco Di Pietro e Raffaele Bucci che ottengono ragione presso il Tribunale del Lavoro di Larino (CB) con la conferma che le tesi Anief sul cosiddetto “algoritmo impazzito” erano fondate e che il Ministero dell’Istruzione ha effettuato i trasferimenti senza rispettare il fondamentale principio del merito. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Abbiamo ottenuto nuovamente conferma che l’assunto secondo il quale l’ordine di preferenze costituisce il criterio primario e il “punteggio” posseduto dal lavoratore costituisce un criterio meramente suppletivo, così come erroneamente sostenuto dal Miur riguardo le procedure di mobilità 2016, non è supportato da alcuna disposizione di legge o di contratto collettivo e, di conseguenza, deve soccombere in favore di criteri costituzionalmente orientati quali il punteggio posseduto e, dunque, il merito. Siamo riusciti nuovamente a far rientrare due docenti nelle province di appartenenza come era giusto che fosse sin dal 2016. Con la nostra rappresentatività ci batteremo per sanare tutte le illegittimità ancora contenute nella contrattazione integrativa”. L'Anief ricorda che sulla mobilità ha attivato una serie di ricorsi volti alla tutela e al rispetto dei diritti dei lavoratori della scuola purtroppo, e ancora una volta, violati con il CCNI 2018.
L'Anief si conferma come sempre sindacato che riesce sempre a tutelare il corretto rispetto della normativa e ha saputo far valere i diritti dei lavoratori della scuola ottenendo la rettifica di provvedimenti illegittimi ab origineche, senza giustificazione di sorta e in totale spregio del principio del merito, hanno costretto centinaia di docenti a trasferirsi lontano dalla propria famiglia compromettendo, anche, la loro serenità personale e familiare. Il Tribunale del Lavoro di Larino (CB), con due sentenze di pieno accoglimento ottenute dal nostro legale sul territorio Avv. Raffele Bucci, in modo molto diretto rileva come l’Amministrazione non abbia prodotto alcuna motivazione utile a ritenere corretta l’attribuzione delle ricorrenti all’Ambito cui risultavano assegnate in luogo degli Ambiti delle province in cui avevano, invece, richiesto il trasferimento e per cui erano in possesso di punteggio tale da superare i docenti trasferiti al loro posto. Rilevando proprio tale mancanza da parte dell’Amministrazione, i Giudici del Tribunale del Lavoro hanno, infatti, rilevavo come “Il Ministero, invece, a parte ribadire l'adozione di un criterio diverso da quello ritenuto legittimo dal giudicante, non ha contestato puntualmente i dati di fatto allegati e provati dalla ricorrente né ha provato la legittimità del disposto trasferimento della ricorrente presso l'Ambito Territoriale Omissis, né la ragione per cui nell'Ambito Omissis siano stati inseriti docenti con punteggio inferiore alla ricorrente”. L’incapacità di motivare le proprie azioni costa nuovamente al MIUR la sconfitta in tribunale e l’obbligo di immediato trasferimento delle ricorrenti in una delle sedi indicate nella domanda di mobilità, nel rispetto del punteggio posseduto.
“Abbiamo ottenuto nuovamente conferma – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - che l’assunto secondo il quale l’ordine di preferenze costituisce il criterio primario e il ‘punteggio’ posseduto dal lavoratore costituisce un criterio meramente suppletivo, così come erroneamente sostenuto dal Miur riguardo le procedure di mobilità 2016, non è supportato da alcuna disposizione di legge o di contratto collettivo e, di conseguenza, deve soccombere in favore di criteri costituzionalmente orientati quali il punteggio posseduto e, dunque, il merito”.
“Siamo riusciti nuovamente a far rientrare due docenti nelle province di appartenenza come era giusto che fosse sin dal 2016. Con la nostra rappresentatività – continua Pacifico - ci batteremo per sanare tutte le illegittimità ancora contenute nella contrattazione integrativa come la mancata valorizzazione del servizio svolto nelle paritarie, il mancato computo degli anni di precariato per il raggiungimento dei 5 anni obbligatori di permanenza sul posto di sostegno, la totale assenza di punteggio per il titolo SSIS, TFA e PAS e lo svilimento del servizio svolto a tempo determinato nelle tabelle che regolano le graduatorie interne d'istituto”. L'Anief ricorda che sulla mobilità ha attivato una serie di ricorsi volti alla tutela e al rispetto dei diritti dei lavoratori della scuolapurtroppo, e ancora una volta, violati con il CCNI 2018.
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