Il Ministero dell’Istruzione ha appena pubblicato la Nota n. 360 sulle modalità e contenuti della prova di ammissione al corso di laurea in Scienze della formazione primaria relativo all’anno accademico 2018-2019: saranno ammessi, conteggiando diverse Università, circa 8mila candidati. Come si temeva, l’accesso per insegnare nelle scuole dell’infanzia e primaria è a numero programmato secondo una previsione di posti vacanti e disponibili che purtroppo non consentirà mai l’immissione in ruolo di tantissimi precari. Ciò perché dal 2012 (come prevede la Legge 14) le Graduatorie ad esaurimento sono chiuse ai nuovi laureati abilitati, né è stata prevista una fase transitoria per questo segmento d’istruzione nel decreto legislativo 59/17, applicativo della Buona Scuola.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): Se il Parlamento si ostina a tenere blindate le GaE, altri 8 mila giovani saranno truffati, convinti di seguire un percorso per diventare insegnanti, salvo ritrovarsi alla lunga ancora disoccupati e senza prospettive di stabilizzazione. È arrivato il momento di finirla con questa truffa: o si chiudono i corsi inserendo nelle Graduatorie ad esaurimento tutti i laureati in Scienze della Formazione Primaria, anche dopo il 2011, come è stato fatto con le SSIS oppure si garantisce al personale formato dalle Università la possibilità di essere assunti nei ruoli dello Stato attraverso lo scorrimento delle GaE. Lo stesso deve essere fatto per coloro che sono in possesso di quei titoli ritenuti abilitanti all’esercizio della professione, come il diploma magistrale o il diploma per insegnamenti tecnico pratici o ancora le abilitazioni conseguite a seguito della frequenza dei corsi TFA (sempre a numero programmato), PAS (sempre organizzati dalle Università), all’estero o per idoneità negli ultimi concorsi a cattedra. Non deve essere il tribunale a decidere chi ha diritto o meno ad entrare nella GaE, ma è prerogativa del Parlamento.
Il Miur ha appena pubblicato la Nota n. 360 sulle modalità e contenuti della prova di ammissione al corso di laurea in Scienze della formazione primaria relativo all’anno accademico 2018-2019: saranno ammessi, conteggiando diverse Università, circa 8mila candidati. Per tentare l’accesso saranno chiamati a svolgere una prova utile a verificare l'adeguatezza della loro preparazione, “con riferimento – recita il bando - alle conoscenze disciplinari indispensabili per il conseguimento degli obiettivi formativi qualificanti del corso di laurea magistrale”. Verrà chiesta una “soluzione di ottanta (80) quesiti che presentano quattro opzioni di risposta, tra le quali il candidato deve individuare quella corretta, sui seguenti argomenti: Competenza linguistica e ragionamento logico; Cultura letteraria, storico-sociale e geografica; Cultura matematico-scientifica”.
Come si temeva, l’accesso per insegnare nelle scuole dell’infanzia e primaria è a numero programmato secondo una previsione di posti vacanti e disponibili che purtroppo non consentirà mai l’immissione in ruolo di tantissimi precari. Ciò perché dal 2012 (come prevede la Legge 14) le Graduatorie ad esaurimento sono chiuse ai nuovi laureati abilitati, né è stata prevista una fase transitoria per questo segmento d’istruzione nel decreto legislativo 59/17, applicativo della Buona Scuola, sul “Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria “.
“Per noi il quadro è chiaro – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -: se il Parlamento si ostina a tenere blindate le GaE, altri 8 mila giovani saranno truffati, convinti di seguire un percorso per diventare insegnanti, salvo ritrovarsi alla lunga ancora disoccupati e senza prospettive di stabilizzazione. È arrivato il momento di finirla con questa truffa: o si chiudono i corsi inserendo nelle Graduatorie ad esaurimento tutti i laureati in Scienze della Formazione Primaria, anche dopo il 2011, come è stato fatto con le SSIS – quando con la Legge 169/08 anche i sissini del IX ciclo furono inseriti nelle GaE appena chiuse dalla Legge 296/06 – oppure si garantisce al personale formato dalle Università – presso le Facoltà di Scienze della Formazione primaria – la possibilità di essere assunti nei ruoli dello Stato attraverso lo scorrimento delle GaE”.
“Lo stesso – continua il sindacalista - deve essere fatto per tutti coloro che sono in possesso di quei titoli ritenuti abilitanti all’esercizio della professione, come il diploma magistrale o il diploma per insegnamenti tecnico pratici (i cosiddetti Itp) o ancora le abilitazioni conseguite a seguito della frequenza dei corsi TFA (sempre a numero programmato), PAS (sempre organizzati dalle Università), all’estero o per idoneità negli ultimi concorsi a cattedra”.
Secondo il presidente nazionale Anief, quindi, “non deve essere il tribunale a decidere chi ha diritto o meno ad entrare nella GaE, ma è prerogativa del Parlamento assicurare a tutto il personale abilitato all’insegnamento la spendibilità del titolo di studio rilasciato e riconosciuto per l’esercizio della professione dallo Stato italiano”.
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