I sindacati sono stati informati che a cospetto di un incremento di 724 allievi con disabilità certificata sull’isola “non si assiste, invece, ad un altrettanto consequenziale aumento di posti in organico di diritto, rimandando la gestione del problema all’assegnazione di posti in deroga” fino al 30 giugno dell’anno successivo. Vanificando in tal modo la possibilità di considerare quei posti liberi, quindi utili per la continuità didattica, i trasferimenti e le immissioni in ruolo. In vista del prossimo anno, quindi, si prevede un incentivo dei ricorsi da parte delle famiglie degli alunni disabili. Del resto, è questa l’unica risposta possibile dinanzi ad uno Stato che non rispetta i diritti dei più deboli. Proprio di recente, l’Istat – attraverso un dettagliato report - ha fatto sapere che nella scuola primaria addirittura una famiglia ogni dieci ricorrere al giudice per far valere le ore di sostegno negate al figlio. E questo avviene proprio perché gli uffici scolastici non si allineano al fabbisogno di ore stabilito dall’equipe medica pubblica.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda come “negli ultimi anni il nostro sindacato con l’iniziativa ‘Non un’ora di meno’ ha permesso a tanti alunni di ottenere quel sostegno che nessuno voleva assegnare loro. Tutto deriva dal fatto che lo Stato si ostina a voler risparmiare sui mesi estivi non assegnati e sugli scatti stipendiali del personale: nella cinica logica di chi ci governa, infatti, conviene tenere sotto scacco un insegnante specializzato per 10 mesi l’anno con lo stipendio bloccato piuttosto che per 13 mensilità e gli incrementi previsti solo per i colleghi già immessi in ruolo. Ne consegue che oggi l'organico dei docenti di sostegno supera i 140 mila docenti, ma più di 40 mila risultano in deroga, fino al 30 giugno. Neanche il decreto legislativo 66 della Legge 107/2015 ha risolto il problema.
Anief non ha mai voluto sottostare a questo stato di cose e i giudici gli hanno dato ragione. Proprio in Sicilia, a Palermo, solo pochi mesi fa hanno imposto un decreto d'urgenza, per attuare il pieno rispetto del diritto all'istruzione e all'inclusione dell'alunno disabile e l'immediata attribuzione del docente di sostegno per l'intero monte ore necessario. Famiglie, insegnanti, personale Ata, dirigenti e semplici cittadini, che intendono vederci chiaro sulla mancata nomina dei docenti di sostegno o delle ore non assegnate come indicato dalle commissioni mediche dello Stato, possono sempre scrivere all'indirizzo e-mailQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Il ricorso per ottenere la stabilizzazione dell'organico di sostegno con la trasformazione dei posti in deroga in posti in organico di diritto fa da corollario all'azione di sensibilizzazione che l'Anief promuove da anni gratuitamente con l'iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!”, attraverso cui il sindacato promuove apposite impugnazioni presso il tribunale.
Continua l’inerzia e la tendenza al risparmio dell’amministrazione scolastica sul sostegno agli alunni disabili. È emblematico quanto sta accadendo in Sicilia, dove i sindacati sono stati informati, scrive Orizzonte Scuola, che a cospetto di un incremento di 724 alunni disabili sull’isola “non si assiste, invece, ad un altrettanto consequenziale aumento di posti in organico di diritto, rimandando la gestione del problema all’assegnazione di posti in deroga ed ai decreti del direttore regionale che tentano, invano, di chiudere le innumerevoli falle aperte dalle sentenze positive che danno ragione alle famiglie degli alunni ricorrenti che vedono calpestati ingiustamente i propri diritti”.
Si tratta di un’operazione non nuova e ciò vale per la Sicilia, come per tutto il territorio nazionale. Su precise indicazioni dell’amministrazione centrale di Viale Trastevere, gli Uffici Scolastici Regionali perseverano, infatti, nell’applicare la Legge 244/07 e la più recente Legge 128/13, le quali prevedono che l'organico di diritto del sostegno debba rimanere bloccato al 70% rispetto a quanto assegnato annualmente dal Miur. Applicando tali norme, si impone la copertura del 30 per cento dei posti di sostegno liberi con supplenze al 30 giugno, vanificando in tal modo la possibilità di considerare quei posti liberi, quindi utili per la continuità didattica, i trasferimenti e le immissioni in ruolo.
In vista del prossimo anno, dunque, si prevede un incentivo dei ricorsi da parte delle famiglie degli alunni disabili. Del resto, è questa l’unica risposta possibile dinanzi ad uno Stato che non rispetta i diritti dei più deboli. Proprio di recente, l’Istat – attraverso un dettagliato report - ha fatto sapere che nella scuola primaria addirittura una famiglia ogni dieci ricorrere al giudice per far valere le ore di sostegno negate al figlio. E questo avviene proprio perché gli uffici scolastici non si allineano al fabbisogno di ore stabilito dall’equipe medica pubblica.
La scarsità di ore e di docenti è stata certificata nell'anno scolastico 2016/17, in cui gli alunni con disabilità sono stati circa 90 mila nella scuola primaria (pari al 3% del totale degli iscritti) e 69 mila nella scuola secondaria di I grado (il 4% del totale): in tutto, circa 3 mila in più rispetto all'anno precedente. Se si considera anche la secondaria di secondo grado, i numeri diventano impressionanti: oggi, sono iscritti ad un corso di studi della scuola pubblica circa 280mila alunni, quasi il doppio dei 160mila del 2006. Eppure l'organico di diritto è bloccato al 70% del fabbisogno. Ciononostante, il tentativo di bloccare i posti in deroga è stata bocciata dalla Consulta nel 2010.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda come “negli ultimi anni il nostro sindacato con l’iniziativa ‘Non un’ora di meno’ ha permesso a tanti alunni di ottenere quel sostegno che nessuno voleva assegnare loro. Tutto ha avuto origine con la Legge 449/1997 (art. 40), introdotta come provvisoria dei posti in deroga su sostegno, da assegnare con contratto a tempo determinato per garantire il diritto allo studio degli studenti con disabilità, ma poi reiterata nel tempo per meri motivi economici: la norma transitoria è stata infatti riproposta nel 2007, sancita nel 2010 e ribadita dall’ex Ministro Maria Chiara Carrozza con la Legge 128/2013”.
“In questo modo – continua Pacifico - lo Stato risparmia sui mesi estivi non assegnati e sugli scatti stipendiali del personale: nella cinica logica di chi ci governa, infatti, conviene tenere sotto scacco un insegnante specializzato per 10 mesi l’anno con lo stipendio bloccato piuttosto che per 13 mensilità e gli incrementi previsti solo per i colleghi già assunti a tempo indeterminato. Ne consegue che oggi l'organico dei docenti di sostegno supera i 140 mila docenti, ma più di 40 mila risultano in deroga, fino al 30 giugno. Neanche il decreto legislativo 66 della Legge 107/2015 ha risolto il problema: anzi, obbliga le famiglie con figli disabili gravi a rifare le certificazioni daccapo, mettendo in dubbio la valenza della diagnosi in essere. Sposta il problema su un piano diagnostico, ma non risolve l’essenza”.
Anief non ha mai voluto sottostare a questo stato di cose e i giudici gli hanno dato ragione. Proprio in Sicilia, a Palermo, solo pochi mesi fa hanno imposto un decreto d'urgenza, per attuare il pieno rispetto del diritto all'istruzione e all'inclusione dell'alunno disabile e l'immediata attribuzione del docente di sostegno per l'intero monte ore necessario: in tale occasione, il giudice ha imposto “all’Amministrazione scolastica convenuta la cessazione della condotta discriminatoria posta in essere e la conseguente attribuzione in favore dell’alunno Omissis di un insegnante di sostegno per n. 18 ore settimanali nel rapporto 1/1”. Il provvedimento adottato dalla scuola con cui venivano attribuite solo 9 ore di sostegno a fronte delle 18 richieste dal GLOH d'istituto, dunque, “postula l’adozione di un atto lesivo del diritto allo studio ed all’integrazione scolastica da riconoscersi in capo al minore ed integra condotta discriminatoria rispetto agli altri soggetti normodotati, ai sensi degli artt. 2 e 3 della L. n. 67/2006”.
“Ci sono norme imperative internazionali, europee e interne e tali precetti vanno onorati: la nostra azione sindacale – dice ancora il sindacalista autonomo - rende concreto questo impegno. Presentare ricorso significa non solo tutelare alunni e famiglie, ma anche opporsi al fallimento del sistema pubblico di istruzione. Oltre a inviare a chi gestisce l’istruzione pubblica in Italia e ai palazzi della politica un chiaro segnale: sul diritto allo studio e all'integrazione non si transige”.
Famiglie, insegnanti, personale Ata, dirigenti e semplici cittadini, che intendono vederci chiaro sulla mancata nomina dei docenti di sostegno o delle ore non assegnate come indicato dalle commissioni mediche dello Stato, possono sempre scrivere all'indirizzo e-mailQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Il ricorso per ottenere la stabilizzazione dell'organico di sostegno con la trasformazione dei posti in deroga in posti in organico di diritto fa da corollario all'azione di sensibilizzazione che l'Anief promuove da anni gratuitamente con l'iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!”, attraverso cui il sindacato promuove apposite impugnazioni presso il tribunale.
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