Come ha indicato Anief nella proposta di decreto legge urgente, è di queste ore l’iniziativa parlamentare che si rivolge in via formale alla Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, per chiedere la riapertura immediata delle GaE e risolvere la spinosa questione. Il partito ha depositato la richiesta, sottoscritta da diversi parlamentari e con prima firma l’on. Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, sostenendo, a ragione, che il Governo dovrà rispondere se è intenzionato a emanare un provvedimento d'urgenza per garantire la continuità didattica, evitare il licenziamento di 7 mila insegnanti e richiamare a settembre i più di 50 mila supplenti che attualmente lavorano grazie all'inserimento con riserva nelle Graduatorie ad esaurimento.
Dopo avere ricordato le varie impugnative dell’Anief – che ha notificato il ricorso Cedu per annullare la sentenza del Consiglio di Stato, denunciato la violazione della Carta europea dei diritti dell'uomo, dei diritti fondamentali UE, del trattato dell'Unione europea e della direttiva UE sul precariato, oltre a denunciare la questione alla Commissione di petizione del parlamento UE e al Consiglio d'Europa ed in procinto di depositare in Cassazione il ricorso per l'annullamento della suddetta sentenza per eccesso di giurisdizione – l’interpellanza chiede “di assumere iniziative normative urgenti”, da approvare “prima del 30 giugno 2018 per garantire la continuità didattica e il regolare avvio del prossimo anno scolastico, attraverso la riapertura delle graduatorie ad esaurimento a tutto il personale docente in possesso di un’abilitazione all’insegnamento, nonché al fine di evitare sperequazioni tra i lavoratori della scuola pubblica italiana”.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): È una richiesta sacrosanta e il sindacato ribadisce con fermezza il suo diniego a nuovi concorsi o a nuove graduatorie pasticciate che valutino il solo requisito di servizio: una soluzione di questo genere, avallata invece da altri sindacati, avrebbe tra l’altro come effetto quello di rimandare a casa migliaia di insegnanti del Centro-Sud. Noi siamo dell’idea di tutelare l'interesse di tutti i precari abilitati: per fare ciò, basterebbe intervenire sulle graduatorie d'istituto. In questo modo, non si creerebbero discriminazioni o ingiustizie. La nostra proposta, a questo proposito, è stata di recente illustrata in una seconda proposta che prevede appunto la trasformazione delle graduatorie di istituto in permanenti provinciali, nonché il loro utilizzo ai fini del reclutamento e l’accorpamento della prima e seconda fascia d’istituto, subordinata a quella della riapertura delle Gae che rimane la strada più giusta.
I palazzi della politica stanno prendendo in carico la problematica degli oltre 50mila maestri con diploma magistrale in procinto di essere licenziati, una parte dei quali già di ruolo, per tornare a fare i precari su supplenze brevi, a seguito dell’applicazione dell’Adunanza Plenaria del 20 dicembre scorso. Come ha indicato Anief nella proposta di decreto legge urgente, è di queste ore l'interrogazione impellente di Fratelli d'Italia della Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, per chiedere la riapertura immediata delle GaE e risolvere in questo modo la spinosa questione.
Il partito ha depositato la richiesta, sottoscritta da diversi parlamentari e con prima firma l’on. Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, sostenendo, a ragione, che il Governo dovrà rispondere se è intenzionato a emanare un provvedimento d'urgenza per garantire la continuità didattica, evitare il licenziamento di 7 mila insegnanti e richiamare a settembre i più di 50 mila supplenti che attualmente lavorano grazie all'inserimento con riserva nelle Graduatorie ad esaurimento.
“Se si dovesse dare un’applicazione generalizzata alla sentenza n. 11/2017 – si legge nell’interpellanza di Fratelli d’Italia rivolta al Ministro dell’Istruzione – ben 55.000 diplomati magistrale si ritroverebbero non solo cancellati dalle graduatorie ad esaurimento, dove avevano ottenuto l’inserimento con riserva, ma anche nell’impossibilità di lavorare sia nelle scuole pubbliche che in quelle paritarie, posto che l’affermata assenza di abilitazione precluderebbe qualsiasi attività di insegnamento” e “condurrebbe al licenziamento di 6.669 insegnanti già assunti con contratti a tempo indeterminato e confermati in ruolo dopo il superamento dell’anno di prova”.
Dopo avere ricordato l’azione di impugnativa dell’Anief – che nelle settimane successive alla sentenza contraria del Consiglio di Stato ha notificato il ricorso Cedu per annullarla, denunciando la violazione della Carta europea dei diritti dell'uomo, dei diritti fondamentali UE, del trattato dell'Unione europea e della direttiva UE sul precariato, oltre a denunciare la questione alla Commissione di petizione del parlamento UE e al Consiglio d'Europa ed in procinto di depositare in Cassazione il ricorso per l'annullamento della suddetta sentenza per eccesso di giurisdizione – l’interpellanza chiede “di assumere iniziative normative urgenti”: tali norme andrebbero approvate assolutamente “prima del 30 giugno 2018 per garantire la continuità didattica e il regolare avvio del prossimo anno scolastico, attraverso la riapertura delle graduatorie ad esaurimento a tutto il personale docente in possesso di un’abilitazione all’insegnamento, nonché al fine di evitare sperequazioni tra i lavoratori della scuola pubblica italiana”.
“Il sindacato Anief – spiega il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - reputando tale richiesta sacrosanta ribadisce con fermezza il suo diniego a nuovi concorsi o a nuove graduatorie pasticciate che valutino il solo requisito di servizio: una soluzione di questo genere, avallata invece da altri sindacati, avrebbe tra l’altro come effetto quello di rimandare a casa migliaia di insegnanti del Centro-Sud”.
“Noi siamo dell’idea – continua il sindacalista autonomo - di tutelare l'interesse di tutti i precari abilitati: per fare ciò, basterebbe intervenire sulle graduatorie d'istituto. In questo modo, non si creerebbero discriminazioni o ingiustizie. La nostra proposta, a questo proposito, è stata di recente illustrata in una seconda proposta, che prevede appunto la trasformazione delle graduatorie di istituto in permanenti provinciali, nonché il loro utilizzo ai fini del reclutamento e l’accorpamento della prima e seconda fascia d’istituto, subordinata a quella della riapertura delle Gae che rimane la strada più giusta”.
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