Nuova vittoria del sindacato Udir che ha permesso ad una preside del primo ciclo di fare il Presidente in una delle Commissioni degli Esami di Stato della scuola secondaria superiore: il Tar laziale annulla quelle parti della Circolare 4537/18 e della Nota Miur 6078/18 che la volevano ingiustamente esclusa, per via di una serie di “paletti” tirati su senza alcuna motivazione. Nella sentenza, pubblicata il 26 maggio, il giudice del tribunale ammnistrativo ha condannato il Miur e ha accolto la domanda della ricorrente che chiedeva l'annullamento previa sospensione dell'efficacia della Circolare Miur sugli Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d'istruzione secondaria di secondo grado.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Udir): I paletti voluti dal Miur sono stati censurati dai legali del nostro sindacato, considerando anche che dal 2008 è stato introdotto il ruolo unico della categoria: va ricordato, infatti, che i dirigenti scolastici possono essere nominati prescindendo dal grado scolastico dove operano. Far venire meno questo concetto è illogico e discriminante e i giudici lo stanno confermando in modo inequivocabile. Ci batteremo nei tribunali, fino a quando la giustizia non sarà riassettata per tutti i potenziali candidati a ricoprire quel ruolo.
Le Commissioni degli Esami di Stato della scuola secondaria superiore non possono essere precluse ai dirigenti scolastici non in servizio alle superiori, a partire da quelli che operano nella scuola del primo ciclo. Forte dei ricorsi vinti di recente al Tar Lazio in sede cautelare (nn. 2534-6/2018), attraverso i quali il giudice monocratico del Tar del Lazio ha ammesso dieci dirigenti scolastici di istituti comprensivi a svolgere il ruolo di presidente di commissione, il giovane sindacato dei presidi continua a battersi contro l’illegittima incompatibilità introdotta con il decreto legislativo n. 62/2017, in base al quale i dirigenti scolastici non appartenenti alla secondaria di secondo grado non dovrebbero accedere alla presidenza delle commissioni della maturità del 2018.
Stavolta, con una sentenza pubblicata il 26 maggio il Tar Lazio ha condannato il Miur e ha accolto la domanda di una dirigente ricorrente che chiedeva “l'annullamento previa sospensione dell'efficacia della Circolare del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca n. N. 05826/2018 REG.RIC. 4537 del 16 marzo 2018, a.s. 2017/18 Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d'istruzione secondaria di secondo grado”. Attraverso “l’adozione di misura cautelare volta ad accogliere la domanda di nomina a Presidente degli Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d'istruzione secondaria di secondo grado degli odierni ricorrenti, secondo il modello allegato 1 di cui alla nota Miur impugnata, ovvero secondo il modello ES1, già predisposto per gli altri dirigenti scolastici della scuola secondaria o della scuola primaria (ex circolo didattico)”, il Tar ha ammesso il pieno “diritto di parte ricorrente a partecipare alla procedura di nomina a presidente di Commissione agli Esami di Stato del secondo ciclo, per cui è causa, con conseguente obbligo di adozione del relativo provvedimento di ammissione alla stessa”.
Vengono così meno quelle parti della Circolare 4537/18 e della Nota Miur 6078/18 che escludevano di fatto i presidi non in forza nelle scuole secondarie di secondo grado: esattamente come ha sostenuto il sindacato Udir, che in questo modo continua a far valere le proprie ragioni in tribunale, difendendo i diritti della categoria dirigenziale che rappresenta. Nello specifico, cadono quei “paletti” artificiosi messi su dal Ministero dell’Istruzione per impedire che i presidi possano vestirsi del ruolo di Presidente delle commissioni degli Esami di Stato della secondaria di secondo grado. Come la necessità di possedere “l’abilitazione all'insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado” oppure la garanzia del “regolare svolgimento degli esami di stato del primo ciclo nella scuola di titolarità e/o di reggenza, individuando un docente collaboratore che soddisfi tutte le seguenti condizioni” o “essere docente di scuola secondaria” e “aver già svolto la funzione di Presidente di commissione per l'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, si dice soddisfatto e sottolinea come “questi paletti voluti dal Miur sono stati censurati dai legali del nostro sindacato, considerando anche che dal 2008 è stato introdotto il ruolo unico della categoria: i dirigenti scolastici possono infatti essere nominati prescindendo dal grado scolastico dove operano. Far venire meno questo concetto, escludendoli a priori dalle commissioni della maturità, rappresenta quindi un atto illogico e discriminante e i giudici lo stanno confermando in modo inequivocabile. Ovviamente noi non ci fermiamo: molto è stato fatto, ma c’è tantissimo ancora da fare. Ci batteremo nei tribunali, fino a quando la giustizia non sarà riassettata per tutti i potenziali candidati a ricoprire quel ruolo”, conclude il leader di Udir.
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