Il sindacato si dice sin d’ora pronto a sedersi al tavolo delle trattative per rivedere il contratto già nel prossimo anno, grazie alla rappresentanza sindacale raggiunta a seguito del rinnovo delle Rsu d’istituto. Ciò, a condizione che, oltre a salvaguardare gli aumenti già corrisposti, si sblocchi l’indennità di vacanza contrattuale e si ancorino una volta per tutte gli stipendi all’inflazione, tenendo conto dell’indice previsionale legato al tasso Ipca – ovvero l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato su base europea - pari all’1,4 per cento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sarà doveroso partecipare alla trattativa con l’Aran anche per andare a rivedere le parti normative del contratto palesemente lacunose, come ad esempio sul ‘potenziamento’ degli istituti scolastici, oltre che su diverse altre materie, su cui è intervenuto recentemente il legislatore proprio per decidere ambiti e confini di intervento. Il nostro sindacato, intende poi dire la sua sul contratto sulla mobilità, che risulta particolarmente importante vista la validità triennale che si andrà a costituire con il prossimo rinnovo: siamo pronti, su questo argomento, a riscrivere un nuovo testo che finalmente si collochi dalla parte di tutti i lavoratori, andando a cancellare le attuali discriminazioni.
Continua a far discutere l’intervista rilasciata a La Repubblica dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, secondo cui un insegnante dovrebbe guadagnare quanto medici e magistrati, anche se “non possiamo nascondere, però, la difficile situazione delle finanze pubbliche”. Oggi Orizzonte Scuola ha ricordato come le parole di Bussetti stridano rispetto all’amara realtà dei compensi ricevuti dai nostri docenti.
“Il rinnovo del contratto 2016/18, a dieci anni dalla sua scadenza – ricorda la rivista specializzata - ha portato nelle tasche del personale della scuola un aumento medio di circa 50 euro. Una parte di questo – l’elemento perequativo – è a rischio dal 1° gennaio 2019, se non verranno trovate ulteriori risorse”. Poi aggiunge: “Ripartiranno le trattative per un nuovo contratto? E’ difficile dirlo, non c’è molta aspettativa da questo punto di vista, il gap degli stipendi assegnati ai docenti nelle altre nazioni europee difficilmente potrà essere colmato”.
Non è un caso che le dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione incentrate sulla necessità di implementare gli stipendi del personale scolastico arrivino proprio mentre le stesse organizzazioni Confederali firmatarie dell’accordo sui mini-aumenti e sugli arretrati ancora più ridicoli, assegnati dopo un blocco quasi decennale, hanno fatto pervenire la disdetta del contratto sottoscritto lo scorso mese di aprile direttamente all’Aran, l’organismo che difende gli interessi della PA.
Comunque sia andata, Anief si dice sin d’ora pronta a sedersi al tavolo delle trattative per rinnovarlo già nel 2019, grazie alla rappresentanza sindacale raggiunta a seguito del recente rinnovo delle Rsu d’istituto. Ciò, a condizione che, oltre a salvaguardare gli aumenti già corrisposti, si sblocchi l’indennità di vacanza contrattuale e si ancorino una volta per tutte gli stipendi all’inflazione, tenendo conto dell’indice previsionale legato al tasso Ipca – ovvero l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato su base europea - pari all’1,4 per cento.
“Sarà doveroso – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – partecipare alla trattativa con l’Aran anche per andare a rivedere le parti normative del contratto palesemente lacunose, come ad esempio sul ‘potenziamento’ degli istituti scolastici, oltre che su diverse altre materie, su cui è intervenuto recentemente il legislatore proprio per decidere ambiti e confini di intervento”.
“Il nostro sindacato – continua il presidente Anief – intende poi dire la sua sul contratto sulla mobilità, che risulta particolarmente importante vista la validità triennale che si andrà a costituire con il prossimo rinnovo: siamo pronti, su questo argomento, a riscrivere un nuovo testo che finalmente si collochi dalla parte di tutti i lavoratori, andando a cancellare le attuali discriminazioni”.
Sulla inconsistenza degli aumenti, l’Aran ha calcolato, prendendo in esame le principali fonti statistiche nazionali disponibili (Ragioneria generale dello Stato e Conto annuale, Istat), che la perdita progressiva di valore dei dipendenti pubblici rispetto all’inflazione equivale all’8,1%. Ciò significa che avendo recuperato, con questo contratto, solo poco più del 3%, l’inflazione continua a sovrastare gli stipendi dei dipendenti del comparto Scuola di circa il 5%.
Inoltre, l’ufficio studi Anief ha calcolato che gli aumenti dell’ultimo triennio dovevano avere tutt’altra portata, mediamente del triplo rispetto a quelli accordati: a fronte dello 0,36% per il 2016, l’1,09% dell’anno scorso e del 3,48% del 2018, gli incrementi da applicare dovevano essere rispettivamente del 4,26%, del 4,66% e del 5,51%. Con la conseguenza che i valori dei compensi di docenti e Ata risultano sotto il 50% del tasso IPCA non aggiornato dal settembre 2015.
Gli interessati al ricorso Anief contro i mini-aumenti stipendiali possono chiedere ulteriori delucidazioni oppure fare richiesta del modello di diffida, scrivendo all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Anief, infine, ricorda di avere messo a disposizione dei ricorrenti il modello di diffida gratuito per ottenere quanto dovuto dallo Stato e per richiedere il mal tolto. Anief prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche la mancata stabilizzazione: si può quindi decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati pure i lavoratori già immessi in ruolo.
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