Un docente su sei che stamane termina il rapporto di lavoro per l’anno scolastico in scorso appartiene alla scuola materna e dell’infanzia: il loro destino rimane ancora in bilico perché il Miur ha prodotto con ingiustificabile ritardo l’atteso decreto, ora al vaglio di Palazzo Chigi, il cui contenuto rimane peraltro ancora sconosciuto rendendo ancora più incerto l’esito della questione aperta con la discutibilissima sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso. Eppure “i docenti magistrale sono stati il salvagente che ha impedito alla scuola di affondare”, ha ricordato Daniela Beltrame, direttore generale dell’Usr Veneto, ovvero il dirigente con maggiore peso istituzionale scolastico nella regione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Urge l’approvazione di un decreto legge, come ha sempre chiesto Anief, tanto più che a metà luglio e a metà settembre sarà definito il contenzioso presso il tribunale amministrativo, mentre continuerà l’esame alla CEDU e in Cassazione, insieme ai reclami contro lo Stato italiano depositati in Consiglio d’Europa e alla Commissione PETI, su cui peserà sicuramente la Risoluzione del Parlamento UE del 31 maggio scorso. Il decreto che ci aspettiamo deve contenere due punti imprescindibili: l’inserimento nelle GaE di tutti i docenti abilitati e preparare il terreno per l’assunzione a tempo indeterminato per tutti coloro che hanno svolto 36 mesi di servizio, utilizzando il doppio canale del concorso.
Anief ricorda che è possibile per quei posti vacanti e disponibili, senza titolare, come prevede la legge, chiedere l’estensione al 31 agosto della nomina, anziché essere licenziati il 30 giugno. Per ricorrere, vai al seguente link. Si ricorda, infine, che lo studio legale ha avviato per i diplomati magistrale anche l’impugnativa del D.M. 506/2018, la cui scadenza per le adesioni è il 9 luglio 2018.
Finisce oggi la supplenza annuale per circa 120mila docenti precari: moltissimi sono maestri con diploma magistrale, in pratica uno ogni sei di ruolo, e il loro destino rimane ancora in bilico perché il Ministero dell’Istruzione ha prodotto con ritardo ingiustificabile l’atteso decreto, ora al vaglio di Palazzo Chigi, il cui contenuto rimane peraltro ancora sconosciuto rendendo ancora più incerto l’esito della questione aperta con la discutibilissima sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso.
Su un punto, tuttavia, tutti concordano: le nostre scuole dell’infanzia e primarie non possono fare a meno dei docenti con diploma magistrale. Dopo il Piemonte, anche l’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto ha nelle ultime ore lanciato l’allarme: senza queste maestre non si potrà garantire il servizio il prossimo anno, perché in assenza di “un decreto che sani la situazione, in Veneto all’apertura dell’anno scolastico 2018/19 potrebbero esserci 3.000 insegnanti in meno tra infanzia e primaria. Sono 890 i docenti già immessi in ruolo con riserva, 1.200 quelli che nell’ultimo anno scolastico hanno avuto una supplenza, cui vanno ad aggiungersi i pensionamenti, quasi 900. “E proprio i docenti magistrale sono stati il salvagente che ha impedito alla scuola di affondare”, ha ricordato Daniela Beltrame, direttore generale dell’Usr Veneto, ovvero il dirigente con maggiore peso istituzionale scolastico nella regione.
“Pertanto, urge, oggi più che mai, l’approvazione di un decreto legge – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - come ha sempre chiesto Anief, tanto più che a metà luglio e a metà settembre sarà definito il contenzioso presso il tribunale amministrativo, mentre continuerà l’esame alla CEDU e in Cassazione, insieme ai reclami contro lo Stato italiano depositati in Consiglio d’Europa e alla Commissione PETI, su cui peserà sicuramente la Risoluzione del Parlamento UE del 31 maggio scorso”.
“Il decreto che ci aspettiamo deve contenere due punti imprescindibili: l’inserimento nelle GaE di tutti i docenti abilitati e preparare il terreno per l’assunzione a tempo indeterminato per tutti coloro che hanno svolto 36 mesi di servizio, utilizzando il doppio canale del concorso, da cui devono essere assunti tutti i docenti vincitori di concorso e idonei, sulla metà dei posti liberi, e, per l’altra metà, dalle stesse graduatorie a esaurimento che a tale scopo. Una strada avviata con un disegno di legge ad hoc, riproposto in questi giorni a Palazzo Madama dal presidente della Commissione Istruzione Mario Pittoni. Altre soluzioni, ci lascerebbero ancora una volta lontani delle direttive dell’UE, in particolare dalla Direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, prodotta due decenni fa, aprendo le porte a quello che l’Anief considera un contenzioso dalle proporzioni gigantesche, con tanto di risarcimenti milionari a favore dei ricorrenti”.
Nel frattempo, il giovane sindacato ricorda che è possibile per quei posti vacanti e disponibili, senza titolare, come prevede la legge, chiedere l’estensione al 31 agosto della nomina, anziché essere licenziati il 30 giugno. Per ricorrere, vai al seguente link. Si ricorda, infine, che lo studio legale ha avviato per i diplomati magistrale anche l’impugnativa del D.M. 506/2018, la cui scadenza per le adesioni è il 9 luglio 2018.
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