Per il sindacato, c’è il fondato rischio di ritrovarci in situazione frastagliata, con uffici decentrati che agiranno diversamente su casi uguali. E nel frattempo al Parlamento va indicata l’unica strada percorribile per uscire da questo groviglio: approvare una norma che dia il via libera definitivo nelle GaE a tutti gli abilitati, a partire dai maestri con diploma magistrale. Non convincono, quindi, le parole rassicuranti pronunciate dal Ministro sulle motivazioni che lo hanno portato a chiedere e ottenere l'inserimento dal Governo, nel dl Dignità, una disposizione che attraverso l'estensione di una previsione legislativa già vigente nell'ordinamento, riesumando un articolo di legge di 22 anni fa, nel decreto legge 669 del '96, concede all'amministrazione un termine di 120 giorni per dare esecuzione alle sentenze dei tribunali sulla vicenda dei diplomati magistrali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il Ministro dell’Istruzione deve produrre un documento ufficiale, che nei 120 giorni di tempo che si è preso il Governo per far legiferare alle Camere una norma risolutiva, ogni singolo ufficio ministeriale decentrato non deve produrre licenziamenti dei maestri con diploma magistrale. Anche laddove fossero pervenute delle sentenze di merito in linea con l’assurda posizione delle sezioni unite in adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Sarebbe l’unica soluzione reale per salvare l’avvio regolare dell’anno scolastico e la continuità didattica tante volte citata. Nel frattempo, dal Governo è bene che giungano indicazioni altrettanto definite nei confronti dei due rami del Parlamento, perché nel predisporre un nuovo processo di formazione iniziale e reclutamento dei docenti della scuola dell’infanzia e primaria, si tenga conto della Risoluzione 242 del 31 maggio scorso dello stesso Parlamento europeo sui contratti a termine, derivante dalle denunce inoltrate da Anief, anche al Consiglio d’Europa e alla Cedu.
“Le soluzioni vanno esplicitate in modo limpido: se si vuole bloccare davvero l’esecuzione delle sentenze di merito sui diplomati magistrali, allora il Miur lo deve dire con chiarezza. Altrimenti, ci troveremo con una situazione frastagliata, con uffici scolastici che agiranno diversamente su casi uguali. E nel frattempo al Parlamento va indicata l’unica strada percorribile per uscire da questo groviglio: approvare una norma che dia il via libera definitivo nelle GaE a tutti gli abilitati, a partire dai maestri con diploma magistrale”: così replica Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, alle parole rassicuranti del Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, sulle motivazioni che lo hanno portato a chiedere e ottenere l'inserimento dal Governo, nel dl Dignità, una disposizione che attraverso l'estensione di una previsione legislativa già vigente nell'ordinamento, riesumando un articolo di legge di 22 anni fa, l’art. 14 comma 1 del decreto legge 669 del '96, concede all'amministrazione un termine di 120 giorni per dare esecuzione alle sentenze dei tribunali sulla vicenda dei diplomati magistrali.
“Il Ministro dell’Istruzione – sostiene Pacifico – deve dire con chiarezza estrema, attraverso un documento ufficiale prodotto dall’amministrazione centrale da lui diretta, che nei 120 giorni di tempo che si è preso il Governo per far legiferare alle Camere una norma risolutiva, ogni singolo ufficio ministeriale decentrato non deve produrre licenziamenti dei maestri con diploma magistrale. Anche laddove fossero pervenute delle sentenze di merito in linea con l’assurda posizione delle sezioni unite in adunanza plenaria del Consiglio di Stato”.
“Se è questo lo spirito della norma che congela la situazione per 120 giorni – continua il sindacalista Anief-Cisal – allora lo si dica chiaramente. Anche perché, sarebbe l’unica soluzione reale per salvare l’avvio regolare dell’anno scolastico e la continuità didattica tante volte citata. Nel frattempo, dal Governo è bene che giungano indicazioni altrettanto definite nei confronti dei due rami del Parlamento, perché nel predisporre un nuovo processo di formazione iniziale e reclutamento dei docenti della scuola dell’infanzia e primaria, si tenga conto della Risoluzione 242 del 31 maggio scorso dello stesso Parlamento europeo sui contratti a termine, derivante dalle denunce inoltrate da Anief, anche al Consiglio d’Europa e alla Cedu”.
Per giungere a questo risultato, senza determinare discriminazioni tra i docenti con differenti percorso formativi, Anief ribadisce che occorre collocare una volta per tutte l’intera categoria dei docenti precari abilitati all’insegnamento nelle GaE, confermando nel contempo nei ruoli i neo-assunti e immettendo in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, facendo cadere l’organico di fatto, ovviamente anche nella scuola secondaria di primo e secondo grado. È bene che il Parlamento, attraverso le Commissioni Istruzione di Camera e Senato, sappia che è questo l’obiettivo da raggiungere: altrimenti continuerà a rimanere lontano dal diritto comunitario e delle indicazioni che giungono da Bruxelles e Francoforte.
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