Presentando al Senato le linee programmatiche del suo Dicastero, il Ministro dell’Istruzione ha detto che interverrà sulle questioni che riguardano “diplomati magistrale e precariato nella scuola dell’infanzia e primaria. Ritengo che le sentenze vadano rispettate, ma è vero che l’eccessiva precarizzazione rappresenta un tema delicato che dovrà essere affrontato”. Intanto, i giudici rinviano le decisioni di merito per consentire agli avvocati di illustrare la questione pregiudiziale comunitaria, posta con i motivi aggiunti, sulla violazione della clausola 5 dell’accordo quadro sui contratti a termine.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): è giusto dare seguito alle sentenze, quindi anche quelle della Corte di Giustizia Europea, perché l’Italia è uno Stato membro dell’Unione e non può disattendere quanto indicato dai giudici di Strasburgo sui casi cronici e di abuso di precariato. Tenere in scacco decine di migliaia di precari anche per decenni, quando questi hanno svolto oltre 36 mesi di servizio e ci sono posti liberi e vacanti, rappresenta un comportamento ostile al diritto e alle sentenze europee. Addirittura, siamo arrivati al punto di approvare delle norme, come è accaduto di recente anche con la Buona Scuola, che anziché favorire la stabilizzazione del personale, sono andate a penalizzare i precari storici, facendoli espellere dalle graduatorie. Di fatto, si è sovvertito il senso di quello che chiede l’UE: dopo tre anni, anziché assorbire il lavoratore nei ruoli, si estromette. È una tendenza al risparmio a tutti i costi, quella dei nostri governi, che va avanti da anni.
Ancora un intervento del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: presentando al Senato le linee programmatiche del suo Dicastero, il Ministro ha detto che interverrà sulle questioni che riguardano “diplomati magistrale e precariato nella scuola dell’infanzia e primaria. Ritengo – ha sottolineato Bussetti – che le sentenze vadano rispettate, ma è vero che l’eccessiva precarizzazione rappresenta un tema delicato che dovrà essere affrontato. Con riferimento dei Diplomati Magistrale – ha sintetizzato Orizzonte Scuola – ho chiesto di individuare una soluzione legislativa per assicurare avvio anno scolastico e continuità didattica; i nostri ragazzi devono essere innanzitutto salvaguardati”.
Anche Anief ritiene che le sentenze vadano rispettate: “ma senza eccezioni, quindi anche quelle della Corte di Giustizia Europea – spiega il presidente del giovane sindacato – perché l’Italia è uno Stato membro dell’Unione e non può disattendere quanto indicato dai giudici di Strasburgo sui casi cronici e di abuso di precariato. Tenere in scacco decine di migliaia di precari anche per decenni, quando questi hanno svolto oltre 36 mesi di servizio e ci sono posti liberi e vacanti, rappresenta un comportamento ostile al diritto e alle sentenze europee”.
“Addirittura – continua Pacifico – siamo arrivati al punto di approvare delle norme, come è accaduto di recente anche con la Buona Scuola, che anziché favorire la stabilizzazione del personale, sono andate a penalizzare i precari storici, facendoli espellere dalle graduatorie. Di fatto, si è sovvertito il senso di quello che chiede l’UE: dopo tre anni, anziché assorbire il lavoratore nei ruoli, si estromette”.
“È una tendenza al risparmio a tutti i costi, quella dei nostri governi, che va avanti da anni: è accaduto anche nel 2013 con la Legge 128/13 che ha legalizzato la precarizzazione di 40mila docenti di sostegno in presenza di altrettanti posti disponibili e privi di titolare. Sono norme che vanno cancellate. Poi, è vero: si rispettino le sentenze, ma tutte”.
Intanto, sempre sui diplomati magistrale, i giudici hanno rinviato le decisioni di merito per consentire agli avvocati di illustrare la questione pregiudiziale comunitaria, posta con i motivi aggiunti, sulla violazione della clausola 5 dell’accordo quadro sui contratti a termine. L’Avv. Miceli del Foro di Palermo – riferisce Orizzonte Scuola – ha fatto sapere che gli Avvocati hanno sostenuto che espellere gli insegnanti dalle Graduatorie ad esaurimento esporrebbe lo Stato Italiano a un’ulteriore procedura d’infrazione comunitaria per l’evidente assenza di misure di prevenzione e di sanzione dell’abuso dei contratti a termine.
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