Nel 2019 la situazione migliorerà, ha assicurato il Ministro, grazie al “nuovo concorso sui dirigenti scolastici, che si svolgerà nelle prossime settimane: oltre ad essere un’occasione di sviluppo di carriera per i docenti interessati a svolgere un nuovo ruolo, permetterà di riportare alla normalità i carichi di lavoro di quelli già in servizio”. Anche per l’Anief, ben venga la selezione per nuovi presidi, ma Bussetti ha dimenticato di dire che ci sono 500 dirigenti scolastici che rischiano il licenziamento per colpa di una norma sulla Buona Scuola che ha discriminato tanti colleghi docenti aspiranti allo stesso ruolo superiore: la Legge 107/15 potrebbe avere peccato di illegittimità nel prevedere una procedura riservata per il reclutamento rivolto ai soli ricorrenti del concorso 2004 o a quelli del 2011 se destinatari di un provvedimento di primo grado favorevole. A verificare questa ipotesi, che secondo l’Anief è verosimile, sarà la Corte Costituzionale il prossimo 20 novembre. Per questo motivo Anief chiede una modifica al Decreto Legge “Dignità”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Serve subito un corso-concorso per i ricorrenti 2011, proprio per non rischiare seriamente di travolgere la precedente procedura selettiva attraverso il prossimo parere della Consulta. In questo caso, coprire le 1.700 reggenze attuali, che supereranno quota 2mila a settembre a seguito dei pensionamenti e del mancato turn over, si rivelerà un’operazione inefficace, perché comunque rimarranno da coprire tanti posti che nel frattempo i giudici di rango superiore avranno di nuovo liberato. Noi abbiamo fatto di tutto per evitare che il contenzioso arrivasse alla Consulta, salvaguardando le immissioni in ruolo avvenute senza pregiudicare l’indizione del nuovo concorso, ma i nostri docenti ricorrenti hanno pieno diritto di ottenere una sessione di concorso a loro riservata. Se questo non si farà, ancora una volta la colpa sarà tutta di un’amministrazione centrale che non sa adeguare le norme alle richieste legittime di chi opera nella scuola.
Un altro anno scolastico sta per iniziare con tantissime scuole prive della loro guida: ne ha parlato anche ieri il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, nel corso della presentazione delle linee programmatiche del suo Dicastero alle Commissioni Cultura congiunte di Camera e del Senato. Bussetti ha ricordato che 1.700 dirigenti sono reggenti di una o più scuole, a tutto discapito della “qualità della gestione dei singoli Istituti, la cui organizzazione diviene tutti i giorni più complessa”. Ma nel 2019 la situazione migliorerà, ha assicurato il Ministro, grazie al “nuovo concorso sui dirigenti scolastici, che si svolgerà nelle prossime settimane: oltre ad essere un’occasione di sviluppo di carriera per i docenti interessati a svolgere un nuovo ruolo, permetterà di riportare alla normalità i carichi di lavoro di quelli già in servizio”. Grazie ai nuovi dirigenti, dunque, si alleggerirà il lavoro di quelli già in servizio, che devono svolgere un duplice lavoro: nella scuola di titolarità e in quella affidata in reggenza, ha chiosato Orizzonte Scuola.
Premesso che una delle emergenze della scuola italiana è sicuramente quella dei troppi istituti autonomi in reggenza, e che quindi ben venga la selezione per nuovi presidi, il Ministro dell’Istruzione ha però dimenticato di dire che ci sono 500 dirigenti scolastici che rischiano il licenziamento per colpa di una norma sulla Buona Scuola che ha discriminato tanti colleghi docenti aspiranti allo stesso ruolo superiore: la Legge 107/15 potrebbe avere peccato di illegittimità nel prevedere una procedura riservata per il reclutamento rivolto ai soli ricorrenti del concorso 2004 o a quelli del 2011 se destinatari di un provvedimento di primo grado favorevole. A verificare questa ipotesi, che secondo l’Anief è verosimile, sarà la Corte Costituzionale il prossimo 20 novembre.
E se la Consulta dovesse dare ragione ai ricorrenti, si creeranno ulteriori vuoti di dirigenza scolastica: il rischio, se non interviene il Parlamento, è che centinaia di presidi possano essere licenziati. Per questo motivo Anief chiede una modifica al Decreto Legge “Dignità” per ammettere i ricorrenti del 2011 e neutralizzare un eventuale provvedimento che renderebbe illegittima l’assunzione realizzata a seguito delle procedure riservate disposte dal D. M. n. 449 del 20 luglio 2015.
“Sui dirigenti scolastici – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – serve subito un corso-concorso per i ricorrenti 2011, proprio per non rischiare seriamente di travolgere la precedente procedura selettiva attraverso il prossimo parere della Consulta. In questo caso, coprire le 1.700 reggenze attuali, che supereranno quota 2mila a settembre a seguito dei pensionamenti e del mancato turn over, si rivelerà un’operazione inefficace, perché comunque rimarranno da coprire tanti posti che nel frattempo i giudici di rango superiore avranno di nuovo liberato”.
“Occorre quindi – continua Pacifico - estendere a tutti i ricorrenti del 2011 la possibilità di partecipazione al corso-concorso. Noi abbiamo fatto di tutto per evitare che il contenzioso arrivasse alla Consulta, salvaguardando le immissioni in ruolo avvenute senza pregiudicare l’indizione del nuovo concorso, ma i nostri docenti ricorrenti hanno pieno diritto di ottenere una sessione di concorso a loro riservata: se questo non si farà, ancora una volta la colpa sarà tutta di un’amministrazione centrale che non sa adeguare le norme alle circostanze e alle richieste legittime di chi opera nella scuola”.
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