Anief concorda con il sindacato Snals che nella giornata odierna ha predisposto la piattaforma programmatica per il prossimo contratto del comparto Istruzione e Ricerca, ricordando che con l’accordo finale sottoscritto solo dai confederali, il 20 aprile scorso, si sono ottenuti solo incrementi retributivi lordi pari, rispettivamente, allo 0,36% per il 2016, all’1,09% per il 2017 e al 3,44% a regime, inferiore al 3,48%. Tale cifra – afferma il sindacato – è inferiore alla perdita del potere di acquisto intervenuta dal 2011 che, come è noto, era pari al 15% nei dieci anni di mancato rinnovo contrattuale dal 2009 al 2018. Lo stesso sindacato, inoltre, chiede il ripristino della fascia stipendiale da 3 a 8 anni di anzianità e di tornare a “riconoscere ai dipendenti in servizio ed a quelli collocati in quiescenza nel 2013 lo scatto stipendiale maturato in quell’anno, e congelato dal Governo e ignorato dal CCNL/2018”.
Appena Anief vedrà sancita la sua rappresentatività sindacale, avendo così per la prima volta la possibilità di sedersi ai tavoli di contrattazione nazionale, si batterà sicuramente per questo doppio risultato. Anief, inoltre, ricorderà ai dirigenti che difendono la parte pubblica che gli aumenti dell’ultimo contratto dovevano essere tre volte rispetto a quelli accordati. Con la conseguenza che i valori dei compensi di docenti e Ata oggi risultano ancora sotto il 50% del tasso IPCA non aggiornato dal settembre 2015. Questi incrementi dovranno aggiungersi alla conferma di quelli già previsti per il 2018 e la copertura dell’accordo sulla perequazione, che garantisce gli aumenti del contratto 2016/18 solamente fino al termine del corrente anno solare. Infine, il giovane sindacato reputa imprescindibile la revisione dei profili del personale Ata. Oltre alla totale equiparazione degli stipendi, ad iniziare dagli scatti di anzianità, e dei diritti tra personale di ruolo e Ata, così come previsto dal diritto comunitario ma anche dai nostri giudici, pure delle sezioni unite della Cassazione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Adeguamento stipendiale, riformulazione profili Ata, allineamento diritti del personale precario ai colleghi di ruolo sono gli elementi minimi e basilari per intavolare una trattativa nazionale condivisa. Se anche gli altri sindacati, non firmatari dell’ultimo contratto, dovessero concordare con questi obiettivi da raggiungere, Anief si dice sin d’ora pronta a realizzare una piattaforma comune: rappresenterebbe la base per andare a costituire un’alternativa a quella sottoscritta incautamente dai Confederali lo scorso mese di aprile all’Aran. La porta è aperta: chi vuole stare con noi, entri pure.
Anche se il Ministro dell’Istruzione non ne ha fatto cenno nel corso della presentazione delle linee programmatiche del suo Dicastero, presentate ieri alle commissioni Cultura congiunte di Camera e Senato, quella del rinnovo del contratto della scuola, già in scadenza il prossimo 31 dicembre, è una delle priorità assolute della scuola pubblica italiana: i mini-aumenti arrivati con lo stipendio del mese scorso e gli arretrati ancora più ridicoli percepiti a maggio, entrambi giunti dopo un blocco quasi decennale, sono l’emblema della scarsa considerazione delle categoria da parte di chi ci governa. Inoltre, c’è un impianto normativo decisamente da migliorare, attraverso l’adeguamento alle indicazioni all’Unione Europea e la cancellazione di parti ormai del tutto anacronistiche e inadeguate.
Anief concorda con il sindacato Snals, che nella giornata odierna ha predisposto la piattaforma programmatica per il prossimo contratto del comparto Istruzione e Ricerca, ricordando che con l’accordo finale sottoscritto solo dai confederali il 20 aprile scorso si sono ottenuti solo incrementi retributivi lordi pari, rispettivamente, allo 0,36% per il 2016, all’1,09% per il 2017 e al 3,44% a regime, inferiore al 3,48%. Tale cifra – afferma il sindacato – è inferiore alla perdita del potere di acquisto intervenuta dal 2011 che, come è noto, era pari al 15% nei dieci anni di mancato rinnovo contrattuale dal 2009 al 2018.
Lo stesso sindacato, inoltre, chiede il ripristino della fascia stipendiale da 3 a 8 anni di anzianità, venuta meno a seguito della sottoscrizione del CCNL 4 agosto 2011 “per garantire la sostenibilità economica e finanziaria del piano triennale di assunzioni a tempo indeterminato di personale docente, educativo ed ATA per gli anni 2011-2013”, e di tornare a “riconoscere ai dipendenti in servizio ed a quelli collocati in quiescenza nel 2013 lo scatto stipendiale maturato in quell’anno, e congelato dal Governo e ignorato dal CCNL/2018”.
Appena Anief vedrà sancita la sua rappresentatività sindacale, avendo così per la prima volta la possibilità di sedersi ai tavoli di contrattazione nazionale, si batterà sicuramente per questo doppio risultato: ristabilire lo scatto stipendiale al compimento del terzo anno di anzianità e la validità, ai fini della ricostruzione di carriera, del 2013. Perché in una situazione stipendiale incredibilmente sfavorevole, con i compensi di docenti e Ata che rimangono abbondantemente sotto l’inflazione, non possiamo permetterci di perdere dei “pezzi” di quella che è l’unica forma certa di incremento stipendiale, peraltro a seguito dell’accettazione supina da parte degli altri sindacati.
Anief, inoltre, ricorderà ai dirigenti che difendono la parte pubblica che gli aumenti dell’ultimo contratto dovevano essere tre volte rispetto a quelli accordati: a fronte dello 0,36% per il 2016, l’1,09% del 2017 e del 3,48% dell’anno in corso, gli incrementi dovevano toccare, rispettivamente, il 4,26%, il 4,66% e il 5,51%. Con la conseguenza che i valori dei compensi di docenti e Ata oggi risultano ancora sotto il 50% del tasso IPCA non aggiornato dal settembre 2015. Questi incrementi dovranno aggiungersi alla conferma di quelli già previsti per il 2018 e la copertura dell’accordo sulla perequazione, che garantisce gli aumenti del contratto 2016/18 solamente fino al termine del corrente anno solare.
Contemporaneamente, il giovane sindacato reputa imprescindibile la revisione dei profili del personale Ata. Oltre alla totale equiparazione degli stipendi, ad iniziare dagli scatti di anzianità, e dei diritti tra personale di ruolo e Ata, così come previsto dal diritto comunitario ma anche dai nostri giudici, pure delle sezioni unite della nostra Corte di Cassazione.
“Adeguamento stipendiale, riformulazione profili Ata, allineamento diritti del personale precario ai colleghi di ruolo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – sono gli elementi minimi e basilari per intavolare una trattativa nazionale condivisa. Se anche gli altri sindacati, non firmatari dell’ultimo contratto, dovessero concordare con questi obiettivi da raggiungere, Anief si dice sin d’ora pronta a realizzare una piattaforma comune: rappresenterebbe la base per andare a costituire un’alternativa a quella sottoscritta incautamente dai Confederali lo scorso mese di aprile all’Aran. La porta è aperta: chi vuole stare con noi, entri pure”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.
RICORSI
Anief consiglia tutti i docenti (ma vale anche per il personale Ata, cui vengono assegnati stipendi ancora più scandalosamente ridotti), di non soccombere dinanzi a questo andare: sempre in attesa di prendere parte alle trattative presso l’Aran, il nostro sindacato chiede agli interessati di inviare modello di diffida scrivendo all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; in questo modo, è possibile ottenere un adeguamento stipendiale finalmente equo, con tanto di arretrati. Anief prosegue, inoltre, i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche la mancata stabilizzazione: si può quindi decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati pure i lavoratori già immessi in ruolo.
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