I Diplomati magistrale Veneto, attraverso un comunicato, chiedono a gran voce a tutte le forze politiche di esprimere “un voto che può risolvere la situazione dei diplomati che, ricordiamo, è urgente ormai da 7 mesi, cioè dalla pubblicazione della sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato”. La questione è, in effetti, sempre più ingarbugliata, perché tra poche settimane il nuovo anno scolastico partirà e mancano le premesse che possano far ben sperare per una soluzione della vicenda. I Diplomati magistrale Veneto chiedono, giustamente, la riapertura delle GaE, oltre alla conferma in ruolo dei docenti già assunti. Il decreto Dignità, che il 24 luglio giungerà in Aula alla Camera dei Deputati per l’approvazione degli emendamenti, ha solo “esteso ai diplomati magistrale la norma secondo cui le sentenze sono eseguite entro 120 giorni decorrenti dalla data di comunicazione del provvedimento giurisdizionale al Ministero”. Ovviamente, non basta. Ecco perché il sindacato Anief, da sempre al fianco della categoria come di tutti i lavoratori della scuola, non può che sottoscrivere le parole dell’associazione, ritornare in trincea e girare l’appello ai parlamentari, perché possano legiferare e collocarli finalmente nelle graduatorie provinciali, come si appresta a chiedere attraverso specifici emendamenti proprio al decreto Dignità.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Per risolvere la querelle, abbiamo percorso tutte le strade. Di recente, ci siamo rivolti anche al Consiglio d'Europa con il reclamo collettivo presentato in difesa dei diritti delle 50 mila maestre a rischio espulsione dal mondo della scuola italiana. Molte di esse, infatti, potrebbero non essere più chiamate nemmeno come supplenti, altre licenziate dopo aver superato addirittura l'anno di prova. Questa apertura del Consiglio d’Europa conferma che la nostra tesi è corretta e va perseguita e che espellere gli insegnanti dalle Graduatorie ad esaurimento esporrebbe lo Stato Italiano a un’ulteriore procedura d’infrazione comunitaria per l’evidente assenza di misure di prevenzione e di sanzione dell’abuso dei contratti a termine.
Cresce la tensione tra i maestri con diploma magistrale espulsi dalle GaE: oggi i “Docenti Magistrali Veneto”, attraverso un comunicato, chiedono a gran voce, a tutte le forze politiche, di esprimere “un voto che può risolvere la situazione dei diplomati che, ricordiamo, è urgente ormai da 7 mesi, cioè dalla pubblicazione della sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato”. La questione è, in effetti, sempre più ingarbugliata, perché tra poche settimane il nuovo anno scolastico partirà e non vi sono accenni che possano far ben sperare i maestri con diplomati.
L’associazione, giustamente, richiede la riapertura delle GaE, oltre alla conferma in ruolo dei docenti già assunti. Il decreto Dignità, che il 24 luglio giungerà in Aula alla Camera dei Deputati per l’approvazione degli emendamenti, “ha esteso ai diplomati magistrale la norma secondo cui le sentenze sono eseguite entro 120 giorni decorrenti dalla data di comunicazione del provvedimento giurisdizionale al Ministero”. Ma questa non è di certo la soluzione. Secondo gli interessati quanto deciso dal CdM è “solo un tampone, utile ma non risolutivo”, conferma oggi la rivista specializzata Orizzonte Scuola.
Dunque, continuano le grida dei maestri diplomati che, in summa, chiedono la conferma in ruolo dei docenti assunti con riserva e la riapertura delle Gae (graduatorie ad esaurimento) per tutti gli abilitati. Il sindacato Anief, da sempre al fianco di questa categoria come di tutti i lavoratori della scuola, non può che sottoscrivere le parole dell’associazione, ritornare in trincea e girare l’appello ai parlamentare, perché possano legiferare e collocarli finalmente nelle graduatorie provinciali, come si appresta a chiedere attraverso specifici emendamenti proprio al decreto Dignità.
Inoltre, dopo una lotta ormai senza sosta da parte del sindacato, il Consiglio d’Europa ha dichiarato ammissibile il reclamo collettivo n. 159/18 presentato da Anief lo scorso mese di marzo, in difesa di oltre 50 mila maestre e maestri con diploma magistrale, contro lo Stato italiano per la violazione di una lunga serie di articoli e della Carta Sociale europea, la cui inosservanza sta mettendo a repentaglio la loro carriera professionale. Con una risposta ineccepibile, nel ritenere accettabili i rilievi mossi dai legali del giovane sindacato – secondo i quali il nostro Stato continua a non avere rispetto degli articoli 1.1, 1.2, 4.1, 4.4, 5, 6.4, 24 della direttiva comunitaria sul precariato e della lettera E della Carta Sociale europea –, il Consiglio d’Europa ha respinto le osservazioni sulla mancata legittimazione ad agire.
Questo significa che ora il Governo è chiamato a rispondere, entro il prossimo 13 settembre, alle richieste formulate e la risposta arriverà proprio nei giorni in cui sarà convertito in legge il Decreto Dignità che concede 120 giorni di tempo all'amministrazione per ottemperare alle sentenze di merito dei tribunali e 60 giorni al Parlamento, per decidere cosa fare per evitare l’espulsione dalle GaE di decine di migliaia di maestre e maestri con diploma abilitante magistrale.
Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, insieme all'équipe dei suoi legali, ha più volte denunciato la violazione da parte delle autorità italiane sul caso dei docenti con diploma magistrale esclusi dal reclutamento, a causa della sentenza dell’adunanza plenaria, emessa dal Consiglio di Stato lo scorso 20 dicembre, ultimo atto di lesione del diritto al lavoro, di mancata assegnazione di uno stipendio equo, della non osservazione del diritto sindacale e contrattuale, nonché della sottratta protezione in caso di licenziamento e della continua discriminazione tra colleghi che operano nel medesimo contesto lavorativo. Tutti concetti e valori protetti dalla Carta sociale europea, anche questa sistematicamente elusa.
Per quanto riguarda il caso specifico dei diplomati magistrale, su cui il Miur e il suo Ministro continuano a traccheggiare, pur di non attuare l’unica soluzione possibile, ovvero quella di inserire tutti i docenti abilitati nelle GaE, l'Anief ha denunciato come in Italia le maestre in possesso di questo diploma, conseguito entro il 2002, non solo verranno estromessi delle Graduatorie provinciali e in 6mila casi pure dal ruolo, ma dal 1° settembre 2019 non potranno né insegnare più su posti vacanti e disponibili dopo 36 mesi di servizio a causa del comma 131 della Legge 107/15, la cosiddetta Buona Scuola, né aver più possibilità di essere assunti a tempo indeterminato perché espulsi dalle Graduatorie ad esaurimento in virtù proprio della sentenza n. 11 del dicembre 2017 del Consiglio di Stato, dopo che lo stesso organismo giudiziario si era espresso con diverse sentenze di tenore opposto.
“Per risolvere la querelle, abbiamo percorso tutte le strade: di recente – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ci siamo rivolti anche al Consiglio d'Europa con il reclamo collettivo presentato in difesa dei diritti delle 50 mila maestre a rischio espulsione dal mondo della scuola italiana. Molte di esse, infatti, potrebbero non essere più chiamate nemmeno come supplenti, altre licenziate dopo aver superato l'anno di prova. Questa apertura del Consiglio d’Europa conferma che la nostra tesi è corretta e va perseguita e che espellere gli insegnanti dalle Graduatorie ad esaurimento esporrebbe lo Stato Italiano a un’ulteriore procedura d’infrazione comunitaria per l’evidente assenza di misure di prevenzione e di sanzione dell’abuso dei contratti a termine”.
“Il nostro Governo – continua Pacifico – si è invece sempre opposto al confronto, ritenendo illegittimo l'intervento della nostra giovane associazione sindacale perché non rappresentativa per il triennio 2016/2018 e non formatrice del nuovo Contratto collettivo nazionale di categoria. Ora, però dovrà spiegare all'Europa cosa intende fare per evitare il più grande e discriminatorio licenziamento collettivo della storia italiana nel pubblico impiego, a meno che il Parlamento non dia una risposta corretta e giusta ai tanti danneggiati che stanno reclamando giustizia in tutti i modi attraverso l’approvazione di una semplice norma: quella che porta – conclude il sindacalista - alla riapertura delle Graduatorie ad esaurimento a tutto il personale abilitato”.
PER APPROFONDIMENTI:
Diplomati magistrale, Anief: il Parlamento prenda atto che il reclutamento transitorio sta fallendo
Precariato, Miur bocciato: flebile risposta alla memoria Anief contro l’inerzia dello Stato
In arrivo un’altra spending review, l’eredità del Governo PD metterà in ginocchio la scuola
Carlo Cottarelli riapra le GaE alla prima riunione della presidenza del Consiglio dei ministri
Diplomati magistrali, la resa dei conti: tutti in GaE oppure risarcimenti milionari
Precari sfruttati, maxi risarcimento a Bologna: il Miur condannato a dare 100mila euro a tre docenti
Diplomati magistrale, Bussetti: le sentenze vanno rispettate. Anief: senza eccezioni, pure quelle UE