Il Ministero dell’Istruzione si appresta a chiedere al Mef solo 9 mila immissioni in ruolo di assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici. Ma i posti vacanti e disponibili per questa categoria di personale, dopo i movimenti dei colleghi di ruolo, sono quasi il doppio: 17 mila. Ora, viene da chiedersi: perché per gli insegnanti si è deciso di assumere su tutte le cattedre al 31 agosto, mentre per gli Ata non è stato utilizzato lo stesso metro, lasciando a supplenza quasi la metà dei posti liberi? Perché si continua ad infierire su una categoria già dimenticata e vessata dall’ultima riforma, dopo che è stata esclusa dal piano di assunzioni, dal potenziamento e pure dal bonus dell’aggiornamento annuale? È chiaro che di questo andare la supplentite non verrà mai sconfitta.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È necessario realizzare una puntuale ricognizione di posti realmente liberi, al fine di destinare poi tutti quelli privi di titolare ad un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato, anche spalmato su un paio d’anni. Continuare con questo leitmotiv, con i posti sottodimensionati e le assunzioni nemmeno su tutti quelli vacanti, rappresenta una chiara volontà a mantenere le cose come stanno, danneggiando, con il personale precario, tutto il sistema scolastico. Quello che non comprendiamo è poi il motivo che porta il governo di turno a fare di tutto per lasciare nella precarietà una bella fetta di personale, al fine di continuare a risparmiare su mancate progressioni di carriera. In realtà, applicando il diritto europeo, la Corte di Cassazione ha aperto gli scatti di anzianità ai supplenti, anche attraverso delle recentissime ordinanze che hanno puntato il dito pure su chi specula sulle mensilità di luglio e agosto: una manovra che con il personale Ata raggiunge il massimo dell’incoerenza poiché si licenza al 30 giugno pure laddove il posto è vacante. Tale modo di fare è stato pedissequamente denunciato dall’Anief ai parlamentari di Bruxelles e ribadito nella Risoluzione del Parlamento europeo di fine maggio. Presto verrà chiesto un intervento dei due rami del Parlamento al Decreto Dignità, con specifici emendamenti Anief contro la precarietà perenne che nel caso del personale Ata diventa ancora più inaccettabile.
Il personale Ata continua ad essere trattato come l’ultima ruota del carro della Pubblica amministrazione: a poche ore dall’annuncio del Miur di volere chiedere al ministero dell’Economia, con apposito decreto, circa 9 mila immissioni in ruolo immediate di assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici, si scopre che i posti vacanti e disponibili per questa categoria di personale, dopo i movimenti dei colleghi di ruolo, sono quasi il doppio: 17 mila. Ne consegue che i posti destinati alle assunzioni nei ruoli saranno “quindi molti meno rispetto al reale fabbisogno” e che “i posti scoperti verranno riempiti con le supplenze”, commenta la rivista specializzata Orizzonte Scuola.
Ora, viene da chiedersi: perché per gli insegnanti si è deciso di assumere su tutte le cattedre al 31 agosto, mentre per gli Ata non è stato utilizzato lo stesso metro, lasciando a supplenza quasi la metà dei posti liberi? Perché si continua ad infierire su una categoria già dimenticata e vessata dall’ultima riforma, dopo che è stata esclusa dal piano di assunzioni, il potenziamento e pure per il bonus dell’aggiornamento annuale? Anief gira i quesiti al ministero dell’Istruzione, consapevole del fatto che nella scuola i posti in realtà disponibili sono molti di più, rigorosamente e furbescamente da anni nascosti dall’amministrazione nell’organico di fatto per il timore che possano essere destinati alla stabilizzazione.
Il problema è che di questo andare la supplentite non verrà mai sconfitta. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda che “sia per gli insegnanti, sia per gli Ata, diventa sempre più necessario realizzare una puntuale ricognizione di posti realmente liberi, al fine di destinare poi tutti quelli privi di titolare ad un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato, anche spalmato su un paio d’anni. Continuare con questo leitmotiv, con i posti sottodimensionati e le assunzioni nemmeno su tutti quelli vacanti, rappresenta una chiara volontà a mantenere le cose come stanno, danneggiando, con il personale precario, pure tutto il sistema scolastico, a partire dagli alunni”.
“Quello che non comprendiamo – continua Pacifico – è poi il motivo che porta il governo di turno a fare di tutto per lasciare nella precarietà una bella fetta di personale, al fine di continuare a risparmiare su mancate progressioni di carriera. In realtà, le cose da qualche tempo stanno diversamente perché, applicando il diritto europeo, la Corte di Cassazione ha aperto gli scatti di anzianità ai supplenti, anche attraverso delle ordinanze, del 26 giugno scorso, che hanno puntato il dito pure su chi specula sulle mensilità di luglio e agosto e che con il personale Ata raggiunge il massimo dell’incoerenza, poiché si licenza al 30 giugno pure laddove il posto è vacante e disponibile, salvo delle eccezioni motivate dal dirigente scolastico”.
“Tale modo di fare, difforme da ogni logica e rispetto del diritto, comunque, è stato pedissequamente denunciato dall’Anief ai parlamentari di Bruxelles e ribadito nella recente Risoluzione del Parlamento europeo di fine maggio. Infine, presto verrà chiesto un intervento dei due rami del Parlamento al Decreto Dignità, attraverso specifici emendamenti Anief contro la precarietà perenne che nel caso del personale Ata – conclude il sindacalista autonomo - diventa ancora più intollerabile”.
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