Gli uffici competenti non avrebbero comunicato all’INPS nei tempi previsti le informazioni riguardanti i contributi versati dai docenti a partire dal 1° gennaio 2018. Questa situazione, che riguarda tutti i docenti, diventa ancor più problematica per tutti quei docenti diplomati magistrali, licenziati o estromessi dalle GaE per effetto della sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso. Anief si appella alle istituzioni preposte, a cui chiede di superare il prima possibile i problemi che stanno mettendo in crisi non solo la professionalità ma anche la dignità di tanti maestri che da anni e anni portano avanti il loro preziosissimo lavoro formativo ed ora vengono messi alla porta, pure senza sussidi. È chiaro che se gli indennizzi non dovessero essere sbloccati a breve, ci attiveremo perché ciò avvenga intervenendo nelle opportune sedi legali.
Intanto, la questione dei diplomati magistrale è arrivata all’attenzione della VII Commissione Cultura che ha dato il proprio parere favorevole con modifiche all’art. 4 del Decreto Dignità. Secondo la VII Commissione di Montecitorio, scrive sempre Orizzonte Scuola, vanno individuate “modalità di esecuzione delle sentenze relative ai diplomati magistrali idonee a salvaguardare la loro prossima supplenza sino all’estate del 2019”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Forse il nostro esecutivo sta prendendo atto che è chiamato a rispondere, entro il prossimo 13 settembre, alle richieste formulate e la risposta arriverà proprio nei giorni in cui sarà convertito in legge il Decreto Dignità che concede 120 giorni di tempo all'amministrazione per ottemperare alle sentenze di merito dei tribunali e 60 giorni al Parlamento, per decidere cosa fare per evitare l’espulsione dalle GaE di tantissimi maestri che hanno studiato per fare questo lavoro e ora rischiano di rimanere a fare i supplenti ‘brevi’ a vita. Sapere che anche l’Europa sta sorvegliando l’operato dei nostri governanti e dell’amministrazione scolastica ci risolleva: perché ora dovranno giustificare anche a Bruxelles i motivi per cui si vuole attuare il più grande licenziamento collettivo della storia italiana nella PA. A meno che le Camere non diano seguito alla nostra richiesta, che è anche l’unica soluzione possibile: riaprire le GaE, con una norma di legge ad hoc, a tutti coloro che sono in possesso del diploma di abilitazione all’insegnamento.
Non c’è pace per i maestri con diploma magistrale: al danno, per l’adunanza plenaria, emessa dal Consiglio di Stato lo scorso 20 dicembre, che li vorrebbe fuori dalle GaE e la risposta pilatesca del governo che ha girato il problema al Parlamento senza indirizzarlo, si è aggiunta la notizia del mancato versamento del sussidio di disoccupazione per tutti i precari della scuola, che quest’anno si vedono negato il diritto al sostegno previdenziale da parte dello Stato a seguito dei soliti “problemi tecnici”.
“Gli uffici competenti – spiega la rivista specializzata Orizzonte Scuola - non avrebbero comunicato all’INPS nei tempi previsti le informazioni riguardanti i contributi versati dai docenti a partire dal 1° gennaio 2018.Questa situazione, che riguarda tutti i docenti, diventa ancor più problematica per tutti quei docenti diplomati magistrali, licenziati o estromessi dalle GaE per effetto della sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso. Premesso che problemi tecnici di questo tipo non sono in nessun caso ammissibili e accettabili, poiché mettono seriamente in discussione i diritti e la dignità degli insegnanti precari, nel caso dei maestri colpiti dalla sentenza suddetta all’ingiustizia si aggiunge la beffa”.
Il sindacato si appella alle istituzioni preposte, a cui chiede di superare il prima possibile i problemi che stanno mettendo in seria crisi non solo la professionalità ma anche la dignità di tanti maestri che da anni e anni portano avanti il loro preziosissimo lavoro formativo ed ora vengono messi alla porta, pure senza sussidi. È chiaro che se gli indennizzi non dovessero essere sbloccati a breve, ci attiveremo perché ciò avvenga intervenendo nelle opportune sedi legali.
Intanto, la questione dei diplomati magistrale è arrivata all’attenzione della VII Commissione Cultura che ha dato il proprio parere favorevole con modifiche all’art. 4 del Decreto Dignità. Secondo la VII Commissione di Montecitorio, scrive sempre Orizzonte Scuola, vanno individuate “modalità di esecuzione delle sentenze relative ai diplomati magistrali idonee a salvaguardare, nel preminente interesse delle alunne e degli alunni, la continuità didattica per tutto l’anno scolastico 2018/2019, nonché a dare compiuta definizione al relativo quadro normativo, contemperando gli interessi dei diplomati magistrali con quelli di coloro che sono in possesso dei titoli attualmente richiesti dalla normativa di settore per l’accesso all’insegnamento nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia”.
“Finora, però i Deputati non indicano nel dettaglio quali saranno le modalità che restano, appunto, da individuare. Se non ci saranno colpi di scena dell’ultimo minuto in uno dei due rami del Parlamento, la fase di conversione in legge del decreto dignità, sulla questione dei diplomati magistrali, sembrerebbe mantenere l’impianto del testo originale. Dai resoconti della commissione Cultura emerge finora una sostanziale conferma da parte dei Deputati della maggioranza delle scelte effettuate anche in sede governativa”.
Sarebbe bene che nel Decreto Dignità, che sarà discusso in Aula dal 24 luglio, fossero presenti anche gli emendamenti Anief, tra cui anche la soluzione giuridica presentata che prevede la riapertura delle Graduatorie ad esaurimento, per tutti i cicli scolastici e i docenti abilitati, prescindendo dal percorso svolto, esattamente come è stato fatto già nel 2008 e nel 2012, grazie anche all’azione propulsiva dello stesso giovane sindacato autonomo.
A questo proposito, ricordiamo che su sollecito dell’Anief, il Consiglio d’Europa ha dichiarato ammissibile il reclamo collettivo n. 159/18 presentato lo scorso mese di marzo, contro lo Stato italiano per la violazione di una lunga serie di articoli e della Carta Sociale europea, la cui inosservanza sta mettendo a repentaglio la carriera di oltre 50 mila maestre e maestri con diploma magistrale: ricordiamo che con una risposta ineccepibile, nel ritenere ammissibili i rilievi mossi dai legali del giovane sindacato – secondo i quali il nostro Stato continua a non avere rispetto degli articoli 1.1, 1.2, 4.1, 4.4, 5, 6.4, 24 della direttiva comunitaria sul precariato e della lettera E della Carta Sociale europea –, il Consiglio d’Europa ha respinto le osservazioni sulla mancata legittimazione ad agire.
“Forse il nostro esecutivo – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - sta prendendo atto che è chiamato a rispondere, entro il prossimo 13 settembre, alle richieste formulate e la risposta arriverà nei giorni in cui sarà convertito in legge proprio il Decreto Dignità, che concede 120 giorni di tempo all'amministrazione per ottemperare alle sentenze di merito dei tribunali e 60 giorni al Parlamento, per decidere cosa fare per evitare l’espulsione dalle GaE di tantissimi maestri che hanno studiato per fare questo lavoro e ora rischiano di rimanere a fare i supplenti ‘brevi’ a vita”.
“Sapere che anche l’Europa sta sorvegliando l’operato dei nostri governanti e dell’amministrazione scolastica – prosegue Pacifico – ci risolleva: perché ora dovranno giustificare anche a Bruxelles i motivi per cui si vuole attuare il più grande licenziamento collettivo della storia italiana nella PA. A meno che le Camere non diano seguito alla nostra richiesta che è anche l’unica soluzione possibile: riaprire le GaE, con una norma di legge ad hoc, a tutti coloro che sono in possesso del diploma di abilitazione all’insegnamento”.
PER APPROFONDIMENTI:
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