Lo hanno detto i dirigenti del Ministero dell’Istruzione ai sindacati, nel corso di una informativa sulle immissioni in ruolo per l’a.s. 2018/19, confermando i numeri già comunicati, in attesa degli ultimi controlli del Ministero dell’Economia ai fini dell’autorizzazione del contingente richiesto dieci giorni fa. La stragrande maggioranza dei posti destinati alle assunzioni a tempo indeterminato (quasi il 60%), hanno spiegato dal Miur, sarà quindi concentrata nelle regioni Settentrionali, lasciando il 18% al Centro e il 22 % al Sud.
Solo il 10% delle immissioni in ruolo, inoltre, riguarda i maestri della scuola dell’infanzia. Anief non ci sta: perché per questa categoria di docenti non è stato previsto un contingente maggiorato, in modo da compensare almeno in parte la categoria dall’esclusione dal piano straordinario e dal potenziamento attuati con la riforma della Buona Scuola, anche alla luce dello sparuto numero di immessi in ruolo sul finire dello scorso Governo?
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Anche stavolta si è persa un’occasione importante. Sia per rendere giustizia a dei maestri in perenne attesa, tra l’altro in presenza di un alto numero di posti. Sia per cercare di dare forza all’offerta formativa delle regioni che necessitano di maggiori risorse umane a sostegno dell’offerta formativa. Per evitare che le assunzioni si riversino in altissimo numero al Nord, la modalità è comunque ancora a portata di mano: si tratta dell’emendamento Bersani 4.1 al decreto Dignità, approvando il quale si potrebbero cambiare i criteri di attribuzione degli organici, finalmente collegandoli non solo con la quantità di posti liberi ma anche sulla base delle esigenze del territorio. Non risulta, purtroppo, che sia intenzione delle commissioni preposte di approvarlo, ma nella fase finale di approvazione in Aula, anche attraverso un intervento del governo, sarebbe sempre possibile inserirlo: si tratterebbe di un provvedimento di buon senso che inciderebbe sul piano pratico a favore del Sud e delle Isole, sempre ricordate quando ci sono da fare gli annunci ma sistematicamente dimenticate in fase di realizzazione delle leggi.
Delle 57.322 immissioni in ruolo di docenti ben 33.820 (pari al 59%) si attueranno nelle regioni del Nord Italia: lo hanno detto i dirigenti del Ministero dell’Istruzione ai sindacati, nel corso di una informativa sulle immissioni in ruolo per l’a.s. 2018/19, confermando i numeri già comunicati, in attesa degli ultimi controlli del Ministero dell’Economia ai fini dell’autorizzazione del contingente richiesto dieci giorni fa. La stragrande maggioranza dei posti destinati alle assunzioni a tempo indeterminato, hanno spiegato dal Miur, sarà quindi concentrata nelle regioni Settentrionali, lasciando il 18% circa al Centro e il 22 % circa al Sud.
Inoltre, riferisce la rivista Orizzonte Scuola, i 57.322 posti richiesti al Mef, di cui 13.329 su sostegno, dovrebbero essere così suddivisi: scuola dell’infanzia 4.988, di cui 1.143 sul sostegno; scuola primaria 12.410, di cui 4.396 sul sostegno; scuola secondaria di I grado 20.999, di cui 6.143 sul sostegno; scuola secondaria di II grado 18.925, di cui 1.647 sul sostegno.
Per il sindacato, queste cifre sono a dir poco discutibili. Prima di tutto, per quale motivo per la scuola dell’infanzia non è stato previsto un contingente maggiorato, in modo da compensare almeno in parte la categoria dall’esclusione dal piano straordinario e dal potenziamento attuati con la riforma della Buona Scuola, anche alla luce dello sparuto numero di immessi in ruolo sul finire dello scorso Governo? L’accorgimento avrebbe reso giustizia a dei maestri in perenne attesa, tra l’altro in presenza di un alto numero di posti.
Quello che stride è poi la sproporzione geografica delle assunzioni previste: ancora una volta, si è ragionato solo sui posti vacanti e disponibili, senza considerare altri fattori rilevanti, come l’abbandono scolastico e il tasso di dispersione, le difficoltà territoriali, la mancanza di tempo pieno, quindi da colmare, la presenza di alunni disabili. Si continua, di fatto, a perpetrare la logica dei freddi numeri, senza considerare che dietro ci sono dei giovani in formazione che necessitano di attenzioni specifiche e da contestualizzare.
“Anche stavolta – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – si è persa un’occasione importante per cercare di dare forza all’offerta formativa delle regioni che necessitano di maggiori risorse umane a sostegno dell’offerta formativa. Per evitare che le assunzioni si riversino in altissimo numero al Nord, la modalità è comunque ancora a portata di mano: si tratta dell’emendamento Bersani 4.1 al decreto Dignità, approvando il quale si potrebbero cambiare i criteri di attribuzione degli organici, finalmente collegandoli non solo con la quantità di posti liberi ma anche sulla base delle esigenze del territorio”.
“Non risulta, purtroppo, che sia intenzione delle commissioni preposte di approvarlo, ma nella fase finale di approvazione in Aula, anche attraverso un intervento del governo, sarebbe sempre possibile inserirlo: si tratterebbe – conclude il sindacalista Anief-Cisal – di un provvedimento di buon senso che inciderebbe sul piano pratico a favore del Sud e delle Isole, sempre ricordate quando ci sono da fare gli annunci ma sistematicamente dimenticate in fase di realizzazione delle leggi”.
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