Il presidente del giovane sindacato autonomo replica alle ultime dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Istruzione, per il quale sugli organici è meglio avere un delta di bisogno che di eccesso perché altrimenti si spenderebbe troppo: “Ancora una volta i conti pubblici vengono prima dei fabbisogni formativi”, risponde il sindacalista. Anche sul nuovo contratto i segnali non sono positivi
“Dal governo del cambiamento ci aspettavano provvedimenti a favore degli alunni e del personale, non a tutela esclusiva delle casse dello Stato”: così replica Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, alle parole del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, rilasciate attraverso l’ultima intervista alla stampa: il Ministro, interpellato sull’alto numero di docenti precari, sostiene che sugli organici è meglio avere un delta di bisogno che di eccesso, perché altrimenti lo Stato ci rimetterebbe. Secca la replica del sindacalista Anief-Cisal: “il problema non è avere il 10% dei supplenti annuali ma il 13% del personale precario utilizzato per far funzionare un servizio gestito dallo Stato. E assegnare oltre 100 mila supplenze annuali, di cui la metà su sostegno, è un grosso limite del nostro sistema formativo”.
Durante l’intervista, Bussetti ha detto che vuole rivedere la struttura degli organici in modo definitivo. “Allora – replica Pacifico – è questa l’occasione buona per finirla con le supplenze in deroga o con i contratti finti sino al 30 giugno, che sottraggono due mesi di lavoro ai precari: fino a quando l’organico di fatto non verrà adeguato all’organico di diritto, mineremo la continuità didattica e alimenteremo i ricorsi per i risarcimenti milionari che i cittadini dovranno pagare con le tasse”.
Il Ministro ha invece sorvolato sul nuovo contratto: “Servono somme ingenti - commenta il sindacalista - perché negli ultimi anni l’inflazione è salita di 14 punti, a fronte del 3,48% realizzato, peraltro non valido per la liquidazione”. Inoltre, c’è da risolvere subito il problema della perequazione, introdotta per aumentare gli stipendi più bassi nella scuola: “è stata una scelta obbligata per evitare di perdere il bonus di 80 euro, che se salta per garantire il reddito di cittadinanza, si deve trasformare in una parte del salario al netto degli 80 euro da recuperare anche per il 2018”.
Bussetti ha anche annunciato che per sopperire al 25% di dirigenti scolastici mancanti, intende reperire 60 milioni di euro al fine di esonerare i vicari dal servizio dell’insegnamento: “Bisogna ripristinare l’esonero a tutti i vicari tolto dalla legge di stabilità 2015 e non per affrontare il solo problema delle reggenze – risponde Pacifico - , come occorre ripristinare le 5 mila sedi di presidenze falcidiate negli ultimi dodici anni e istituire il ruolo della vice-dirigenza con il conseguente ripristino dell’indennità al 50% di reggenza previsto nel vecchio contratto nazionale di categoria”. A proposito della volontà espressa dal Ministro rivedere il Testo Unico della Scuola, il decreto legislativo 297/94, per riformulare gli organi collegiali, il presidente Anief sostiene che “ci vuole cautela: la legge è vecchia più di 30 anni ma non si devono fare riforme al buio”.
Preoccupa la crescita di cattedre di sostegno assegnate al personale precario, che quest’anno si attesteranno tra le 50 mila e le 60 mila: “Abbiamo 15 mila insegnanti di sostegno specializzati con il TFA – ricorda il sindacalista autonomo -: vanno assunti attraverso la riapertura delle GaE. Inoltre, va spazzata via la Legge Carrozza 128/13, che impone un posto su tre in deroga”. Il problema esiste anche sulle materie curricolari, ha ammesso lo stesso Bussetti, citando Matematica e persino Lettere: “Eppure ci sono già ora migliaia di abilitati, con i vari corsi Tfa e Pas, anche in matematica e italiano, pronti per essere assunti in ruolo, ma si preferisce lasciarli nelle graduatorie d’istituto e non farli entrare nelle GaE”.
Su questo punto, Pacifico ricorda che la soluzione è a portata di mano: “Proprio da oggi, la Camera può confermare l’emendamento sulla riapertura delle GaE, il comma 3-quienquies, art. 6, sul quale il Senato si è già espresso favorevolmente ad inizio agosto: è questa l’unica strada per salvare la scuola e decine di migliaia di docenti dal precariato a vita”.
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4 settembre 2018
Ufficio Stampa Anief