Gli insegnanti ci sono, ma il Governo non li vuole assumere: su 57 mila autorizzati, solo il 40% ottiene l’incarico, il 12% sul sostegno. Cattedre vuote specialmente al Nord, dove sono esaurite le GaE e dove si concentra il 59% dei posti disponibili. A rischio anche i 5mila assunti dal Fit, dopo l’ordinanza di remissione del Consiglio di Stato alla Consulta del concorso straordinario riservato. L’unica soluzione per garantire la continuità didattica ed evitare la nomina di nuovi precari rimane per Anief la discussa riapertura delle GaE.
Le assunzioni a tempo indeterminato dei docenti precari si rivelano un flop. I dati, davvero sconfortanti, sono stati riportati dalla rivista Orizzonte Scuola: su 57.322 posti autorizzati dal Governo Conte per l’immissione in ruolo per gli insegnanti nell’anno scolastico 2018/2019, soltanto in 23.331 sono stati individuati di cui 21.692 (su 43.993) su posto comune e, con proporzioni ancora più gravi, in 1.639 (su 13.329) su posti di sostegno. In pratica, si è andati peggio delle previsioni: al termine delle procedure di assunzione previste, non è andato perso un posto in ruolo su tre, come inizialmente indicato, ma addirittura due su tre. Il che vuol dire che altri 35 mila supplenti saranno chiamati il prossimo anno su posti vacanti e disponibili oltre agli 80mila già preventivati dal Ministro Bussetti in organico di fatto: quindi, a differenza di quanto espresso dal ministro dell’Istruzione, i supplenti annuali supereranno abbondantemente le 100 mila unità, sfiorando il 15% di incidenza sul contingente complessivo di insegnanti.
“È uno scandalo tutto italiano – tuona Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - perchè nonostante l’alto numero di docenti abilitati o riconosciuti tali dallo Stato (150mila unità) senza prendere in conto, anche, i supplenti non abilitati con diversi anni di servizio, il Governo non riesce a garantire la copertura di nemmeno il 50% delle immissioni in ruolo previste. Il caso emblematico è sul sostegno dove a fronte di quasi 8mila posti vacanti e disponibili nella scuola secondaria e del doppio degli insegnanti specializzati dalle università negli ultimi cinque anni, quasi il 90% dei posti è andato a vuoto. E non per colpa del rifiuto degli insegnanti ma a seguito dell’impuntatura dell’amministrazione a continuare a tenere chiuse le GaE”.
“Con le graduatorie ad esaurimento riaperte – continua Pacifico – le 57 mila immissioni in ruolo sarebbero andate in porto. Lo scorrimento del doppio canale di reclutamento, infatti, ha garantito, fino all’approvazione della Buona Scuola, la copertura totale dei posti autorizzati. Negli ultimi anni però l’esaurimento delle graduatorie ha prodotto questo risultato sconfortante, che alimenta il precariato senza soluzioni alternative apparente valide. La stessa gestione dei concorsi voluta dalla precedentemente maggioranza, per la scuola secondaria e copiata dall’attuale esecutivo per la primaria, è già stata sottoposta al vaglio della Corte costituzionale con ordinanza n. 5233/2018 del 29 agosto scorso emessa dal Consiglio di Stato”.
Tra l’altro, l’esito di tale giudizio avrà effetti, purtroppo, anche sui 5.139 assunti dal concorso straordinario riservato al personale abilitato e immessi al terzo anno del Fit. Lo stesso potrebbe accadere per i docenti che saranno nominati dalle graduatorie del secondo concorso riservato a personale non abilitato nella secondaria con 36 mesi di servizio o nella primaria abilitato con 24 mesi di servizio (il concorso straordinario per 12 mila posti previsto dal decreto Dignità). In questo caso, si assisterebbe, addirittura, al paradosso di vedere le 7mila maestra assunte di ruolo con riserva che hanno superato l’anno di prova licenziate due volte”.
Per tutti questi motivi, secondo Anief c’è un’unica soluzione per garantire la copertura delle assunzioni su tutti i posti vacanti e disponibili individuati dal governo: “Occorre ora più che mai – conclude il sindacalista Anief-Cisal - la riapertura di quelle graduatorie ad esaurimento previste dal Senato nel testo licenziato del Milleproroghe, bocciata dalla I e V commissione della Camera dei deputati e di cui si chiederà il ripristino durante l’esame dell’Aula, proprio nel giorno in cui si svolgerà lo sciopero e la manifestazione indetta da Anief per farsi ascoltare da una politica che continua ad essere sorda e cieca di fronte all’evidenza”.
PER APPROFONDIMENTI:
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7 settembre 2018
Ufficio Stampa Anief