La protesta si concentrerà a Roma, con una manifestazione nazionale a piazza Montecitorio dalle ore 9.00 alle ore 14.00 contro la politica del Governo sul precariato. In tanti scenderanno in piazza nel giorno di avvio dell'esame nell’Aula della Camera del decreto Milleproroghe: i partecipanti chiederanno ai Parlamentari a gran voce di approvare l'emendamento salva-precari che riapre le graduatorie ad esaurimento a tutto il personale docente precario abilitato, come avvenuto fino al 2012. Tale testo, se approvato, permetterebbe la copertura del 60% delle cattedre rimaste deserte in questi giorni di immissioni in ruolo e tutelerebbe i tanti insegnanti assunti a tempo indeterminato con riserva o che si accingono a frequentare il terzo anno del Fit.
La scuola riparte tra le proteste: per l’intera giornata di domani, 11 settembre, l’Anief ha proclamato il primo sciopero dell’anno scolastico, dopo che nel corso dell’estate il Governo è venuto meno alle promesse elettorali, abbandonando al loro destino 150 mila docenti abilitati, relegati nelle graduatorie d’istituto, arrivando a programmare il licenziamento per 7 mila maestri già immessi in ruolo e cercando di riparare il tutto con un ‘concorsino’ da 12 mila posti, che non ha nulla di straordinario e mette invece i supplenti l’un contro l’altro.
Ma sono tanti i motivi dello sciopero nazionale Anief, che parte dalla lotta contro la precarietà per approdare alla lotta contro le bizzarre regole sulla mobilità scolastica che costringono un precario, dopo anni e anni di onorato servizio per lo Stato, a trasferirsi nei ruoli di province molto distanti da casa, come stabilito dalla riforma Buona Scuola: un ricatto a cui hanno dovuto sottostare diverse migliaia di docenti abilitati, molti dei quali a distanza di tre anni ancora non sono rientrati nella terra d’origine.
“La verità – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – è che uno Stato che si rispetti ha il dovere di tutelare il diritto al lavoro e il diritto alla famiglia, conservando dignità e rispetto per i lavoratori. Questo onore va tutelato a partire dalla difesa del potere d'acquisto degli stipendi, sempre più slegati dal costo della vita: basti pensare che un docente o un lavoratore Ata, per tutti gli anni durante i quali è impegnato nelle supplenze, continua a percepire sempre lo stesso stipendio iniziale, per via anche del blocco dell'indennità di vacanza contrattuale e del mancato recepimento della normativa comunitaria. Poi entra di ruolo e dal 2011 deve aspettare il riconoscimento di nove anni di servizio per ottenere il primo aumento, continuando a subire il mancato riconoscimento di tutto il servizio pre-ruolo nelle domande di ricostruzione della carriera”.
“Con l’accordo sottoscritto ad aprile, dopo quasi dieci anni di blocco contrattuale – continua Pacifico – quel precario ha prima masticato amaro quando ha scoperto che l’aumento era appena del 3,48% (meno di 50 euro netti medi al mese), decisamente più basso di quel 14% di inflazione che nel frattempo si è prodotta, per poi pensare di essere oggetto di uno scherzo quando ha saputo che il sospirato incremento varrà solo per il 2018, a seguito della perequazione certificata nel Contratto. Noi diciamo che non si può continuare così: Anief vuole un cambiamento netto rispetto alla politica fallimentare sulle assunzioni e sulla gestione del personale”, conclude il sindacalista.
La piattaforma sindacale che ha portato allo sciopero contiene una lunga lista di inadempienze verso i lavoratori: si va dalla mancata immissione in ruolo dei precari che hanno prestato servizio con contratti a tempo determinato per almeno 36 mesi su posti vacanti e disponibili, come previsto dalla Direttiva del Consiglio UE del 28 giugno 1999/70/CE e dalla sentenza Mascolo della Corte di Giustizia europea del 26 novembre 2014, alla cancellazione di una serie di gravi errori introdotti con la Legge 107/2015, come il bonus merito, l’alternanza scuola-lavoro, la riforma del sostegno e della scuola fino a 6 anni.
Scarica la piattaforma dello sciopero dell’11 settembre 2018.
PER APPROFONDIMENTI:
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