È questo l’esito delle richieste del “mediatore europeo” sulla procedura d'infrazione 2014/4231 e sulla mancata adozione di decisioni tempestive: sotto la lente dei giudici sovranazionali ci sono le denunce sulla violazione del diritto dell'Unione Europea subìte dal personale precario AFAM, delle fondazioni lirico-sinfoniche, dai docenti e Ata, dai lavoratori della Ricerca. A Bruxelles attendono la sentenza sulla causa Rossato (C-494/17) relativa ai risarcimenti spettanti al personale di ruolo per l'abuso dei contratti a termine. Così, i tanti precari o già tali si preparano ai ricorsi, che svuoteranno le casse dello Stato se il Governo non si affretta a stabilizzarli.
La Commissione europea vuole vederci chiaro sull’abuso di precariato in Italia. E ricorda come spetti al giudice nazionale verificare se le misure prese dallo Stato italiano in tema di indennità forfettaria, risarcimento per perdita di opportunità la cui prova non grava sul lavoratore e responsabilità dirigenziale siano effettive e dissuasive nel rispetto della direttiva UE 70/99, introdotta da Bruxelles proprio per evitare l’imperversare di supplenze senza che conducano verso una stabilizzazione dopo 36 mesi di servizio.
La direttiva fu introdotta, quasi 20 anni fa, per indicare ai Paesi membri come “prevenire gli abusi derivanti dall'utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato”. Pertanto, “occorre verificare che il rinnovo di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato successivi miri a soddisfare esigenze provvisorie e che una disposizione nazionale non sia utilizzata per soddisfare esigenze permanenti e durevoli del datore di lavoro in materia di personale”. Su tali cause, la Commissione europea ha già dato parere favorevole nelle osservazioni rese in corso di causa: riguardano l'esclusione del personale di ruolo dal risarcimento sull'abuso dei contratti a termine, il licenziamento dopo 36 mesi di servizio, il riconoscimento parziale degli anni di servizio pre-ruolo nella ricostruzione di carriera, l'esclusione del personale inserito nelle graduatorie di istituto dalle procedure straordinarie di assunzioni.
Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, che sarà presente durante la discussione della causa in Corte di Giustizia Europea, si sofferma sul “bisogno di ritornare in Italia a un sistema semplice e immediato nel reclutamento del personale: serve oggi più che mai – spiega il sindacalista - che porti all'assunzione dei precari su tutti i posti vacanti, effettivamente in organico attraverso il doppio canale di reclutamento. E questo deve avvenire utilizzando le graduatorie concorsuali e le graduatorie permanenti aperte a tutto il personale abilitato”.
Il Parlamento italiano avrebbe l'occasione per andare incontro a tale istanza già a partire da domani, quando prenderà il via la discussione in Aula della Camera di un emendamento salva-precari al Milleproroghe, simile a quello approvato in Senato un mese fa, ma poi nei giorni scorsi bocciato dalle Commissioni di Montecitorio alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva: sempre domani, l’Anief ha proclamato uno sciopero nazionale e organizzato un sit-in in Piazza del Parlamento, proprio per convincere i parlamentari a risolvere una volta per tutte il problema del precariato riaprendo le GaE.
Scarica la piattaforma dello sciopero dell’11 settembre 2018.
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